Scontro treni tra Andria e Corato. Il dolore e la solidarietà dei “terroni doc”
Vorrei conoscere il nome di quell’eroe che non ha mai pensato che un giorno avrebbe dovuto comunicare a due genitori che il proprio figlio non sarebbe più tornato da scuola, che il rimprovero del mattino perché non perdesse il treno e il bacio di saluto, sarebbero stati gli ultimi.
Vorrei vedere i l volto di quell’angelo che ha cinto con le ali le spalle di quell’uomo che non giocherà mai più con la sua donna e la loro figlioletta e vivrà nel rammarico di non essere stato anche lui stretto in quell’abbraccio su quel treno.
Vorrei guardare negli occhi i volontari che sono stati vicini al bimbo che ha perso la nonna, nell’attesa che i suoi genitori lo raggiungessero.
Vorrei avere almeno un briciolo della grandezza di quell’anima che ha comunicato alla giovane donna che il giorno dopo, il suo papà non l’avrebbe accompagnata all’altare perché era su quel treno tra Andria e Corato (immagine di Alberto Ficele).
Ma non ho niente di tutto questo. Solo dolore, disperazione, rammarico per come sono andate le cose.
Quante volte spingiamo i nostri figli ad andare a scuola anche se non vogliono… e che colpa ha l’agricoltore rimasto schiacciato dalle lamiere mentre lavorava nei propri campi.
Quanto dolore per queste tragedie annunciate, quante domande che rimarranno senza risposte… Come si può sopravvivere? Come? Beato chi potrà trovare consolazione nella fede o nella ragione.
Uniti nel dolore, chiunque può identificarsi nel genitore, nel figlio, nel nipote di un passeggero di quei treni. Per questo la risposta dei cittadini è stata unita, silenziosa ed efficiente. Migliaia di persone stanno donando il sangue, una parte importante di loro stessi, senza clamore, senza enfasi, così in maniera naturale, fisiologica, come avviene nella “terronia” dove alle tragedie si risponde unendosi ancora di più, dove i figli sono figli di tutti, dove i dolori e le gioie sono i dolori e le gioie di tutti, dove si divide quello che si ha, come il sangue. Senza annunci, senza conferenze stampa. Perché i cittadini del Sud non perdono tempo a “ragionare”; quando c’è bisogno, si donano, senza gli stereotipi che TV e giornali confezionano ad hoc. Molfetta, Andria, Barletta, Bari e altre città ancora hanno centri trasfusionali saturi di gente che aspetta composta, con queste temperature, di poter dare il proprio contributo, di poter donare ciò che ha, perché non può dare altro, altrimenti lo darebbe (foto di Corrado Bufi, un donatore).
E allora grazie, grazie, grazie a chi rinuncia ad un giorno di vacanza, ad un giorno di lavoro. La migliore risposta la diamo noi TERRONI DOC.
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