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Rispettate i diritti delle donne. Giornata contro la violenza
15 dicembre 2014

Rincresce la scarsa partecipazione dei cittadini molfettesi all’evento promosso dall’Associazione “Pandora”, presso la sala convegni comunale di “Lama Scotella” (Via Martiri di Via Fani), dal titolo “Non calpestare i diritti delle donne” in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Perché questa mancanza di sensibilità al tema da parte di uomini ma soprattutto di donne, dirette interessate? Forse a causa dell’orario (alle 16) piuttosto scomodo oppure perché questo fenomeno è divenuto così “di moda” nella cronaca di tutti i giorni che si rimane indifferenti? Si auspica di no. Nonostante ciò i membri dell’Associazione hanno portato avanti il loro progetto per la giornata cominciando col presentarsi: l’Associazione “Pandora” si occupa di aiutare le donne, vittime della violenza da parte degli uomini, a denunciarli: le aiutano a prendere coscienza della loro situazione senza restare nel silenzio, senza avere più paura. La responsabile dell’Associazione “Antiqua Mater”, Rosanna Salvemini, ha tenuto un laboratorio riguardante la costruzione, mediante cartoncini colorati e colla, di fiori di carta che nella tradizione nipponica è chiamata “kusudama” (lett.“sfera medicinale”). In Giappone il “kusudama”, costruito con legnetti e foglie medicinali, è segno di buon auspicio, in quanto lo scopo è quello di curare questo male che affligge la nostra società. La scelta del fiore come simbolo della donna non è casuale, spiega Salvemini, perché esso è sinonimo di grazia, delicatezza, fragilità ma se posto insieme ad altri diviene più solido, più forte: ecco l’importanza di non combattere da sole la violenza. Ognuno dei partecipanti ha costruito un proprio fiore. Al laboratorio è seguita la presentazione da parte dei membri dell’associazione del fenomeno di “violenza”. A cominciare è stato l’avv. Valeria Scardigno, che ha presentato l’Associazione nata dall’esperienza sua e delle sue colleghe, avvocati e psicologhe, con l’intento di proteggere le donne vittime di violenze e di persecuzioni (stalking) creando un luogo in cui non debbano sentirsi giudicate. Proprio per questo motivo è molto importante che ci sia un team di professionisti qualificati ad ascoltarle e ad accoglierle, poiché la sola sensibilità non è di alcuna utilità. L’avv. Scardigno ha, inoltre, spiegato perché l’Associazione è stata denominata “Pandora”: Pandora, nel mito greco, è colei che aprì il vaso contenente tutti i mali della terra facendoli fuoriuscire, ma nel fondo rimase la Speranza, che per l’Associazione consiste nell’aiutare a migliorare la situazione femminile. Nella maggioranza dei casi la donna non si rivolge a chiedere aiuto ai servizi sociali del Comune perché il suo timore più grande è che s’irrompa nella propria intimità e che le vengano portati via i figli. La parola passa, poi, all’avvocato penalista dell’Associazione Teresa Sasso, la quale ha informato dal punto di vista legislativo il fenomeno del “femminicidio”: il 94% delle donne è vittima di reati, di maltrattamenti e di stalking. Stando alle statistiche ogni due giorni viene uccisa una donna da conviventi, da familiari o comunque da qualcuno con il quale intesse qualche relazione affettiva. Purtroppo molte non denunciano i loro aggressori o, se lo fanno dopo molti anni, non avviene per loro convinzione, ma perché le vittime di quelle violenze sono i figli minori. Per fortuna la legge si sta mobilitando dalla loro parte: la legge n. 38 del 2009 contro il reato di stalking, la legge n. 94 del 2013 che riguarda il divieto allo stalker di avvicinarsi nei luoghi in cui è presente la vittima e la legge n. 119 del 2013 circa le “vittime della violenza di genere”. Prima della denuncia penale la donna può chiedere ai carabinieri o alla polizia giudiziaria un provvedimento amministrativo contro il persecutore. Ad intervenire sulla componente psicologica del fenomeno è la dott.ssa Carmela Zelano, psicologa dell’Associazione, che ha illustrato cosa accade nell’animo e nella mente della donna vittima di violenza. In primis negli ultimi anni l’eccessivo “bombardamento” su questi fenomeni da parte dei programmi d’intrattenimento televisivi è assolutamente irrispettoso nei riguardi della vittima e della sua famiglia, dato che non se ne parla in maniera costruttiva. “Parlare” significa dare alla donne tutte le informazioni possibili così che decida come agire. Molto importante è la prevenzione della violenza proprio parlandone correttamente a ragazzi e ragazze che diverranno gli uomini e le donne del futuro. La violenza sulle donne è un fenomeno intrafamiliare e può essere fisica, psicologica, sessuale ed economica. Gli effetti di tale violenza possono essere devastanti sul fisico con una percentuale di aborti molto alta, sulla salute mentale, nell’essere costrette al silenzio, nel portare all’isolamento sociale, alla sfiducia in se stesse e nell’essere madri. Infine l’invito della psicologa è quello di non restare in silenzio, di non perdonare uno schiaffo del fidanzato o del marito, ma di denunciare con coraggio. La dott.ssa Egle Alfarano, psicologa dell’Associazione, ha presentato il fenomeno “stalking”, il quale non è una patologia ma una devianza comportamentale che può avvenire nelle relazioni intime, in ambito professionale, tra vicini di casa e in famiglia. Il 50% degli stalker sono ex fidanzati. Esistono almeno 4 categorie di stalker: • innocui; • a bassa minaccia (minore probabilità di violenza fisica); • criminali violenti (maggiore probabilità di violenza fisica); • ad alta minaccia (stile relazionale più grave). Questo fenomeno non riguarda esclusivamente gli adulti ma si sta diffondendo anche tra gli adolescenti: una ragazza è stata costretta a cambiare scuola perché perseguitata dal suo compagno di classe, ma tanti sarebbero gli esempi da fare. In conclusione la dott.ssa Alfarano ha rinnovato l’invito a rivolgersi all’Associazione “Pandora” o a qualunque centro anti-violenza presente sul territorio. A seguito di una domanda posta da una signora, che ha partecipato alla conferenza, riguardante la costruzione di “case-rifugio” per le donne vittime di violenza con eventuali figli, è intervenuta il sindaco di Molfetta, Paola Natalicchio, che ha ricordato come tra il 2009 e il 2011, durante la sua carriera giornalistica, il direttore dell’”Unità” le aveva affidato alcune inchieste sulla violenza fisica e atti persecutori nei confronti delle donne nella regione Lazio. Il sindaco ha dichiarato di essere rimasta molto provata dalle testimonianze di queste donne e quindi crede e appoggia questi centri anti-violenza come l’Associazione “Pandora” che hanno personale qualificato per affrontare al meglio questo tipo di situazioni. Ha promesso che a Piazza Rosa Luxemburg verrà costruito proprio un centro anti-violenza dove accogliere le donne in difficoltà. Concludendo con le parole di Oriana Fallaci: “Essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non finisce mai”.

Autore: Dora Adesso
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