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Resta con me, Signore, perché si fa sera IL RACCONTO
15 settembre 2002

Riprendiamo con un racconto un po' lunghetto ma che credo sia particolarmente adatto in un momento in cui sulla terra si addensano nubi di guerra chimica. Non credo che vi siano pazzi tali da correre rischi del genere, ma a volte la pazzia si confonde con la stupidità e purtroppo, come si dice spesso, la madre degli stupidi è sempre incinta. D. A. Non ci furono tuoni assordanti, né sibili laceranti. non ci furono esplosioni improvvise, di luce accecante. Nulla di tutto ciò. La terra non tremò, né la pelle s'annerì, né i capelli caddero come foglie secche. Si percepì soltanto un crescente senso di disagio. Un'opprimente stretta al cuore. E tutto finì. Lunedì, 26 aprile, ore 7,06 La tazza di caffè che mia moglie mi sta porgendo cade fragorosamente sulla tavola preparata per la prima colazione. I passi di mia figlia che sta scendendo la scala proprio sopra di me s'arrestano. Elena è rimasta immobile di fronte a me, irrigidita nel gesto di porgermi la tazzina. Neanch'io riesco più a muovermi. Sento il mio corpo duro come fosse di pietra e certo Aurora, sulla scala, è nella nostra identica sit uazione. La radio che sino a un minuto fa ha trasmesso musica leggera tace. Poi ronza, e dopo un paio di minuti una voce calma annuncia: "Questa è una registrazione che viene mandata in onda in contemporanea su tutte le reti radiofoniche e televisive del territorio nazionale. NON C'E' ALCUN PERICOLO, ripeto, NON C'E' ALCUN PERICOLO. Il fenomeno è passeggero ed è sotto controllo." Gli occhi di mia moglie si rasserenano. Lo spavento iniziale pare attenuarsi benché una certa inquietudine mi opprime il cuore. La mia mente va ad una trasmissione televisiva della scorsa sera, vigilia di uno strano esperimento. Quasi a conferma dei miei timori la radio comincia a riproporre brani registrati, senza apparente coerenza, slegati: "Più che un'arma vera e propria è un ammonimento." "Potrebbe chiarire questo concetto?" "Ecco, non distrugge né uccide, almeno al momento in cui viene usata." "Innocua?" "Assolutamente." "Strana arma davvero. E cosa fa?" “Costringe chiunque viene colpito ad una immobilità rigidissima. Agisce sul sistema muscolare superficiale indurendolo, lasciando ovviamente elastico e normale quello interno per non danneggiare il funzionamento degli organi vitali. Mi creda, è l'arma difensiva per eccellenza. Costringe tutti all'immobilismo qualsiasi cosa stia facendo." "Vivo?" "Assolutamente. Si può pensare, udire, vedere entro il campo visivo. Non si può parlare non essendo possibile muovere la lingua o i muscoli della mascella." "E la respirazione?" "Di molto rallentata, ma regolare." "Insomma, possibile che non vi siano inconvenienti?" "Uno soltanto. Il... ehm... il rilassamento della vescica. Al 'ritorno elastico' dei muscoli ci si può trovare con i pantaloni bagnati." I... pantaloni... bagnati... Istintivamente cerco di guardar giù senza riuscirci. Posso soltanto fissare Elena in quella goffa posizione protesa verso di me in un equilibrio che pare instabile. La radio ha uno scatto, poi si ode un ronzio e riprende a trasmettere canzonette. Per poco. Ancora un ronzio, un altro scatto, e... "Si parla di 'pericolo notte'. Può spiegare ai nostri ascoltatori di cosa si tratta?" "Quella è la vera forza della nostra arma." La sveglia trilla allegramente. Le otto. Sono in ritardo per l'ufficio. Non sarei riuscito a prendere il treno delle.... Che stupido! Le otto. Undici ore al buio. "Forza? Pericolo?" "Pericolo mortale, caro amico, mortale. Vede il gas, chiamiamolo così benché sia propriamente una miscela gassosa, quintuplica la forza di coesione a livello molecolare utilizzando come catalizzatore i neutrini provenienti dal sole..." Ma perché? Che qualcuno mi spieghi... perché? C'entra forse il petrolio? Che l'aumentino pure purché ci lascino in pace. O le guerre di religione? Che si scannino a vicenda, cosa vogliono da noi? O forse... potrebbe essere per le solite beghe territoriali. Metà, metà del mio giardino, metà della mia casa, ma lasciateci morire di vecchiaia. Dio! Cosa... cosa sto pensando, sembrano vaneggiamenti di un condannato. Che stupido! Undici ore sono tante. Lo spavento... pisciato addosso. Ma VIVI. "C'è un antidoto?" "E' sempre un 'gas' che agisce in pochi minuti." "Ma se giunge prima il buio?" "Non accadrà. Almeno se non lo vogliano noi." "Non ha risposto alla mia domanda. Cosa succede quando cala la notte?" "Le forze intermolecolari si annullano." "Significa che si torna normali?" "Ho detto 'si annullano', svaniscono del tutto. E non tengono più insieme le molecole dell'organismo." "E' un fenomeno superficiale?" "All'inizio. Poi inesorabilmente si estende ai legami dell'intero corpo." "E cosa resterebbe di esso?" "Un mucchietto di polvere grigia." Ora che ci penso avrebbero dovuto trasmettere il notiziario, poi il brano di uno sceneggiato radiofonico tratto da 'Il maestro e Margherita' di Bulgakov e il quiz delle casalinghe. Vedo gli occhi di Elena inseguire i miei stessi pensieri. Fortuna che si è calmata. Provo a sorriderle senza muovere un muscolo. Lei se ne accorge... sorride anch'ella... senza muovere un muscolo. Che donna, che gran donna mia moglie. Vorrei tranquillizzare anche Aurora, sulla scala, ma è impossibile, dovrei girarmi. La radio smette improvvisamente, ronza, tossicchia, sputa qualche altro spezzone di musica, poi: "Un'ultima domanda, Generale. Si vocifera in ambienti ben informati che l'arma non sia del tutto sicura. Pare che nessuno conosca la reale portata del gas. Qualcuno addirittura sostiene che sia possibile l'autogenesi, che cioè il gas possa crearne altro identico a sé semplicemente interagendo con gli elementi, naturali e non, presenti nell'atmosfera." "Assolutamente no. I nostri scienziati hanno condotto molti esperimenti che..." "In laboratorio, ma domani si proverà l'efficacia del gas in atmosfera." "In laboratorio sono state simulate tutte le possibili situazioni atmosferiche." "Ma avete davvero tenuto conto di tutto? Compreso che so... lo smog?" "Assolutamente, compreso lo smog." "E magari con interferenze temporalesche." "Sì, con tutto ciò che vuole. Le basterà leggere i resoconti, sono chiari." "Li ho letti tutti, ed escludono qualsiasi rischio. Può confermarmelo?" "Certo.... nei limiti umani naturalmente." Nei limiti umani! Buon Dio, nei... limiti... umani.... La radio torna muta. Ecco, è giunto il momento tanto temuto. Ronzio... stacco...E la voce allegra del conduttore presenta il quiz. Vedo gli occhi di Elena brillare. Ha capito anche lei. Il mondo è sempre lo stesso, vivo, frenetico. Sarà stato uno stupido errore, forse il vento che ha mutato direzione, forse... Il conduttore tace. Ora che ci penso la presentazione del quiz è sempre la stessa... registrazione. Subito dopo vengono presentate le concorrenti. Mi basta una voce, purché in diretta. Soltanto una voce. Il silenzio è gelido. Il silenzio è gelido come manto di neve. l silenzio è gelido come manto di neve che ti avvolge all'improvviso, come velo di morte che ti ritrovi vicina senza neanche averla udita. Gli occhi di Elena si offuscano. La radio gracchia, fastidiosamente roca, poi ha come un guizzo, forse residui di nastro sovrinciso: "Una insolita morte." "Non ordinaria, è vero. Ha però l'enorme vantaggio d'essere indolore." "Ma pur sempre morte." Che ora sarà? Cielo quanto mi manca il senso del tempo! Sarà passata almeno un'ora. Elena dice di più ed io le credo. Scruto oltre la finestra rimasta nel mio campo visivo alla ricerca di un qualsiasi movimento. Invano. Dietro le tendine trasparenti si indovina soltanto la sagoma della collinetta. Non ci sono strade da quella parte, né giardini. Ma distese d'erba verde macchiettata da vividi colori. E' stata quella la ragione principale per la quale questa casa mi è subito piaciuta. Gli occhi di Elena sussurrano: ho paura. Verranno a salvarci, cerco di consolarla. Ma chi verrà? La radio ronza ancora. Qualche frammento di musica ogni tanto si prende gioco della nostra ansia. "...ssime elezioni... il popolo... crederà.... " "Ne sono certo... " "Non pensa che questa Spada di Damocle sospesa sul capo dell'umanità possa innervosire qualcuno e spingerlo ad un gesto inconsulto?" "Non credo." "Lei non lo crede... vuol dire che non ne è certo... " "Recenti statistiche hanno dimostrato che.... " Canzonette... ronzii... scariche.... "Arma Difensiva Assoluta: A.D.A.. La pace avrà d'ora in poi un nome di donna." "Ammesso che sia presa sul serio." "Chi non lo farà sarà trasformato in uno stoccafisso, sculacciato e riportato alla normalità con l'antidoto." "E se dovessero perseverare?" "Di nuovo rigido. Ma questa volta non ci sarà antidoto. Aspetteremo la sera." La sera? Il buio? Quante ore ancora? "Un'altra accusa è che è un'arma non discriminante." "Purtroppo. Non esistono armi selettive. Questa, come tutte le altre, non fa differenza tra civili e militari. Uomini, donne e bambini." "Questo non mi pare giusto." "Concordo con lei." Ancora uno scatto, quasi... quasi qualcuno si stia divertendo con la trasmittente. Fa' che sia così, buon Dio, fa' che sia così. E improvvisamente un raggio di sole fa capolino nella nostra cucina. Elena non può accorgersene, volge le spalle alla finestra. Forse Aurora sì. Certo quando stava scendendo la scala aveva lo sguardo verso il basso. Non temere, figlia mia, farò qualcosa.... Che idiota! A che serve mentire a se stessi? Saranno le due. Come passa il tempo! La radio non ronza più, non si ode nessuna emissione. E il cursore si muove automaticamente. E' davvero un gioiello, l'ho pagata cara, ma ne è valsa la pena. Il cursore con fredda efficienza cerca una qualche stazione. Col cuore in gola lo sento correre a vuoto, superando le frequenze di grosse emittenti. Arriva in fondo, lancia un debole 'bip' e ritorna indietro. Nulla... nulla. NULLA. Anche Elena ha capito. Lei è una donna sveglia, eppure in momenti come questi l'avrei preferita un tantino stupida. I suoi occhi mi fissano terrorizzati. E urlano: il paese... la nazione... IL MONDO INTERO. Cerco disperatamente di mantenere il mio sguardo tranquillo, ma mi chiedo come saranno i miei occhi. Devo pensare ad altro. O no, forse è meglio tentare di ricordare qualche altro particolare, potrebbe essermi utile, anche se non so per cosa. La mia mente torna alla trasmissione della sera precedente... "I timori maggiori riguardano le reazioni a catena." "Lei torna sull'argomento, per cui mi vedo costretto ad insistere. E' tutto sotto controllo, gli scienziati hanno tutto sotto controllo. E domani ne avrete la dimostrazione. Eseguiremo un piccolo esperimento in un'area particolarmente adatta a nord-ovest di... " Piccolo? Già, ma quant'è grande il mondo? Non siamo forse una minuscola roccia sperduta nell'infinito universo? Maledetti, presuntuosi maledetti! Ho contato centodue 'bip'. Osservo il sole che continua la sua implacabile discesa. Ormai fa capolino nella parte alta della finestra. Ho voglia di urlare, di dimenarmi come un ossesso. Riesco soltanto a piangere. Anche Elena ha gli occhi velati. Una lacrima le rotola sulla guancia e cade fragorosamente sul pavimento. Elena... Elena... Ricordi quando ci siamo conosciuti?, e il primo bacio, tu, fredda e rigida, che non sapevi quasi baciare, lo ricordi? E la mia mano nelle tue, la tua emozione. Ricordi il timore della 'prima volta' tra noi due, il tuo corpo scolpito dalla luna? Ricordi le ansie e i giorni, le gioie, le notti insonni, le sofferenze e le vittorie? Ricordi le nostre nozze, difficili, e la tua coraggiosa decisione d'esser ancora madre? Il primo vagito di Aurora, il suo riso allegro quando la lanciavo in aria mentre tu non le staccavi gli occhi di dosso preoccupata che le mie braccia non la reggessero... ricordi? Sì, mia moglie ricorda tutto, glielo leggo negli occhi. L'antidoto... ammesso che esista... ammesso. Il sole cala. I 'bip' saranno forse mille. Il sole muore. E con esso forse tutta l'Umanità. I suoi ultimi raggi mi tingono di rosso e illuminano il mio viso ghiacciato. Elena è già in ombra. Come certo Aurora sulla scala. Ecco. Qualcosa mi dice che il momento è giunto. Una stretta al cuore accompagna gli ultimi guizzi di luce. Il sole è scomparso del tutto dietro la collinetta benché la luce del crepuscolo mi avvolge ancora. E sconvolto vedo la pelle della mano di Elena squamarsi, pian piano cadere. Il cervello mi esplode. E'... è atroce, ma io so soltanto dirle: ti amo, mentre mi chiedo se sta soffrendo. Presto, molto presto lo saprò. Ma come possono gli uomini giungere a tanto? E se... se fossimo noi gli angeli caduti? Se... se la terra fosse l'inferno? Vorrei non guardare, ma è impossibile spostare il capo. Dopo la pelle è la volta della carne, Il rosso vivo si spegne rapidamente per lasciare il posto al biancheggiare delle ossa della mano. E soltanto allora quella maledetta lebbra assale il suo bel viso. Poi tutto il resto del corpo che mille volte ho baciato, accarezzato. Urlo. Soltanto con gli occhi. Urlo. Che qualcuno abbia pietà. Toglietemi la luce degli occhi, accecatemi, adesso, subito, non voglio vedere... per pietà. Allora mi accorgo che qualcosa mi sta cadendo sul viso. Metto a fuoco la vista. E' una polvere grigiastra che scende dall'alto come immonda neve. Aurora... sopra di me... mia figlia... Almeno potessi singhiozzare. Ma il cielo è indifferente, muto, scuro, quasi nero. Mia moglie è divenuta uno scheletro agghiacciante. E io comincio a sentirmi strano. Vedo la mia mano tesa squamarsi. E', incredibile!, ho voglia di ridere. Dicono che ciascuno di noi è fautore del proprio futuro... già, questo futuro l'ho davanti agli occhi, e l'ho costruito col mio duro lavoro, con le notti passate su una scomoda scrivania, con le giornate uggiose trascorse ad accontentare clienti irosi, con le guance sbiancate per lo sforzo, con la mente indolenzita e gli occhi umidi di stanchezza... questo futuro costruito per Elena, per Aurora, per... un mondo migliore. Rido. Peccato che nessuno possa ridere con me. E mentre il mio corpo va in polvere, incredibilmente mi rassereno. Cala la notte sull'Umanità. A me non resta che pregare poiché anche un Angelo Caduto può invocare il perdono. Non ricordo però alcuna preghiera, ma non importa, qualunque frase ora diviene supplica purché nasca spontanea dal profondo dell'animo. Un debole sospiro, un guizzo, un pensiero, poi... ovunque Tu sa, vieni giù... ora... Ti prego e... RESTA CON ME, SIGNORE, PERCHE' SI FA SERA. Donato Altomare I libri di Donato Altomare sono reperibili presso la libreria "Corto Maltese", in Molfetta alla via Margherita di Savoia, 106.
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