TRANI - Sette persone rinviate a giudizio, 5 responsabili dell’agenzia Standard & Poor’s e 2 responsabili dell’agenzia Fitch. Manipolazione del mercato continuata e pluriaggravata, le accuse. Avanzata la richiesta di archiviazione per 2 responsabili dell’agenzia Moody’s. Così si sono concluse, dopo 2 anni, le indagini preliminari della Procura di Trani su presunte condotte illecite di responsabili delle 3 principali agenzie di rating operanti a livello mondiale.
Il cosiddetto “market abuse” è stato l’oggetto dell’inchiesta della Guardia di Finanza e del Nucleo Polizia Tributaria di Bari, coordinata dal sostituto procuratore dott. Michele Ruggiero. L’indagine era stata avviata dopo gli esposti delle associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori nei confronti di analisti finanziari della Standard & Poor’s per gli attacchi speculativi al mercato finanziario italiano conseguenti alla diffusione, a mercati aperti, di una “nota” in cui si criticava la manovra finanziaria del governo italiano prima della sua pubblicazione ufficiale.
Insomma, un procedimento inedito nel panorama investigativo nazionale ed internazionale. Infatti, le agenzie di Rating devono rispettare rigorose normative europee emanate a livello di regolamenti quando esprimono valutazioni sul rischio di credito di un soggetto (privato/pubblico) che emette obbligazioni.
Di contro, i giudizi negativi della Standard & Poor’s (tra il maggio 2011 ed il gennaio 2012) «ponevano in essere una serie di artifici» nell’elaborazione e nella «ddiffusione» dei rating sul debito sovrano italiano «concretamente idonei a provocare una destabilizzazione dell’immagine, prestigio e affidamento creditizi dell’Italia sui mercati finanziari, una sensibile alterazione del valore dei titoli di Stato italiani, segnatamente un loro deprezzamento, un indebolimento dell’ Euro».
Secondo la Magistratura, «fornivano intenzionalmente ai mercati finanziari un’informazione tendenziosa e distorta (come tale, anche falsata) in merito all’affidabilità creditizia italiana ed alle iniziative di risanamento e rilancio economico adottate dal Governo italiano, in modo da disincentivare l’acquisto di titoli del debito pubblico italiano e deprezzarne, così, il loro valore».
Invece, gli analisti dell’Agenzia Fitch, «attraverso l’artificio informativo di estemporanee, tendenziose e ripetute anticipazioni pubbliche dell’imminente declassamento dell’Italia, anticipazioni reiteratamente effettuate in violazione palese e consapevole delle norme del Regolamento europeo 1060/09 sull’attività di rating (gennaio 2012, ndr)», avrebbero realizzato «atti concretamente idonei a generare un deprezzamento dei titoli azionari e obbligazionari italiani a causa delle informazioni tendenziose, distorte e falsate fornite ai Mercati finanziari». La diffusione di questi «indebiti» preavvisi di declassamento avrebbe poi determinato sui mercati finanziari effetti di turbolenza, volatilità e negatività verso i titoli italiani.
Mentre per la Moody’s la Procura di Trani non ha rilevato l’«intenzione degli autori dell’“announcement” di fornire ai mercati finanziari informazioni tendenziose ed idonee a provocare una manipolazione del mercato».
La Magistratura tranese ha assicurato il massimo impegno per l’ulteriore prosieguo del procedimento e per l'accertamento delle responsabilità degli imputati dinanzi ai giudici competenti. Analizzando a fondo la vicenda, potrebbe essere difficile accertare il nesso causale tra l'attività delle agenzie di rating e la crisi finanziaria, perché il procedimento non potrà sempre fondarsi sulle disquisizioni di macroeconomia, finanza, immoralità ed emozionalità. Potrebbe essere un buco nell’acqua oppure, in caso di condanna, dovranno trascorrere molti anni.
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