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Quarant'anni di sacerdozio del vescovo Cornacchia
15 maggio 2016

Le mie origini sono molto umili, provengo da una famiglia numerosa, eravamo otto, ora siamo in sette, ho undici nipoti diretti, tre pronipoti e grazie al Signore ho fatto sempre ciò che ho potuto, ciò che ho voluto perché sin da bambino e da ragazzo, sono entrato presso il Seminario arcivescovile di Bari, poi ho fatto teologia a Roma. Quando sono entrato in seminario morì papà, mentre quando sono entrato a Roma morì mamma, entrambi avevano quarantanove anni. A quel punto sarei potuto tornare indietro per aiutare fratellini più piccoli, per lavorare, ma il Signore mi ha fatto intendere, tramite i miei superiori: “Mimmo tu prega e studia al resto ci pensa il Signore” e questo posso garantirlo si è realizzato tante e tante volte nella mia vita. Non rinnego le mie radici e non riuscirei ad essere diverso da come sono mi sento una persona molto modesta e umile anche di origini, non saprei vedermi calato in un altro livello sociale. Ciò che ho fatto in questi quarant’anni che sono prete, me lo conferma. Ci piace ricordare così, con una significativa frase dell’intervista rilasciata a “Quindici” in anteprima il 24 aprile scorso, i quarant’anni di sacerdozio, del nostro Vescovo Mons. Domenico Cornacchia, dal 20 febbraio scorso alla guida della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi. Era il 24 aprile 1976 quando, a 26 anni, il giovane Domenico Cornacchia ricevette l’Ordine Sacro per le mani di S.E. Mons. Salvatore Isgrò (1930-2004), nella Cattedrale di Altamura, dopo gli studi compiuti presso il Seminario Arcivescovile di Bari, il Pontificio Seminario Regionale Pio XI di Molfetta, il Seminario Romano Maggiore, la Pontificia Università Lateranense e la Pontificia Università Gregoriana. Diversi gli incarichi pastorali ricoperti: vicario cooperatore della parrocchia Sacro Cuore di Gesù di Altamura (1976-1984), parroco della stessa parrocchia (1984-1993), insegnante di religione presso il locale Liceo Scientifico Federico II (1977-1995), assistente diocesano dei giovani di Azione cattolica (1977-1982), padre spirituale presso il Pontificio Seminario Regionale Pio XI di Molfetta (1993- 2005), docente di Teologia Spirituale presso la Facoltà Teologica Pugliese (1984-2007); parroco della Parrocchia Santissimo Redentore di Altamura (2005-2007). Il 30 giugno 2007 è stato nominato Vescovo di Lucera-Troia da Papa Benedetto XVI; è stato consacrato il 22 settembre 2007 dall’Arcivescovo Giacinto Berloco, il 14 ottobre 2007 ha fatto il suo ingresso in Diocesi e, dal 15 gennaio, eletto alla sede della sua attuale Diocesi. «Come un fratello maggiore nel sacerdozio – ha scritto Mons. Ignazio de Gioia sul settimanale “Luce e Vita” – voglio esprimerle, a nome di tutta la Diocesi, gli auguri più sinceri per il suo quarantesimo anniversario di sacerdozio e invito tutti i fedeli a unirsi in preghiera di ringraziamento al Signore per la sua squisita presenza di Padre e Pastore. In questo breve tempo trascorso tra noi, come Vescovo, sta dimostrando saggezza, prudenza e paternità pastorale, che suscitano in tutti gratitudine al Signore per il grande dono del suo essere tra noi. Ciascuna persona che l’ha conosciuta ha modo di esprimere un grazie per il suo sorriso e sottolinea il suo grande amore nel vederla presente in varie realtà come un padre che soffre e sorride con il suo popolo. Grazie Eccellenza, che il Signore La accompagni sempre nel suo cammino». Domenica 24 aprile, nella Cattedrale di Molfetta, il Vescovo la presieduto la celebrazione eucaristica, mentre i giovani della Diocesi hanno lanciato l’hashtag #augurivescovodomenico per inviare gli “auguri social” al Vescovo. Al vescovo don Mimmo, giungano gli auguri più affettuosi del direttore Felice de Sanctis e di tutti i redattori e collaboratori della rivista mensile “Quindici” e del quotidiano “Quindici on line”. 

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