Quando la scuola sa fare la differenza. Presentato a Molfetta il libro di Agrisocialschool
MOLFETTA - Un percorso lungo due anni, conclusosi in bellezza. Agrisocialschool, iniziativa promossa dall’associazione Eco@alfa su input del Gal Ponte Lama, ha vissuto martedì sera nella location d’eccezione della trattoria Buen Vivir, uno dei suoi momenti di più grande intensità. Parliamo della presentazione del libro di questo progetto, scritto di fatto a più mani, con il contributo dei bambini e la mano meravigliosa dell’illustratrice Vittoria Facchini.
Il progetto Agrisocialschool ha posto la sua attenzione su un modo alternativo di fare scuola. Gli studenti dell’istituto comprensivo Scardigno-Savio di Molfetta, seguiti dalle loro insegnanti, hanno imparato a conoscere le virtù della coltivazione della terra, mettendo anima e cuore in questa attività, guidati dall’entusiasmante competenza del team di Masseria Colicello, partner dell’iniziativa.
Una forma di didattica alternativa, coinvolgente e stimolante, e un concetto espresso con fermezza: la formazione non si fa solo sui banchi di scuola, ma anche e soprattutto con iniziative curriculari capaci di trascinare empaticamente i piccoli verso un mondo tutto da scoprire.
“Siamo orgogliosi di questo percorso – afferma Grazia Abbascià, presidente dell’associazione Eco@lfa – Abbiamo voluto proporre qualcosa di diverso ma di enormemente stimolante, ed è stato bello cogliere la partecipazione dei ragazzi. Conoscere la nostra storia, il nostro vissuto, la nostra terra vuol dire crescere e carpire il senso delle cose. Un grazie di cuore a chi ha creduto in Agrisocialschool, a partire dal Comune di Molfetta, dagli assessori Roselli e Capurso, per arrivare ai partner e all’istituto comprensivo Scardigno-Savio. E ovviamente il Gal Ponte Lama, che ha sostenuto il progetto”.
Nel libro, realizzato dalla società di comunicazione Studio360, ci sono filastrocche e disegni realizzati dai ragazzi, illustrazioni di Vittoria Facchini, relazioni e descrizioni. La narrazione di un progetto che ha lasciato il segno. E non si ferma qui.