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Pronti 6 miliardi per il Duomo e i Cappuccini Intervento del sen. Azzollini per attivare i finanziamenti
15 gennaio 2000

L’inizio dell’anno è sempre momento di bilanci, figuriamoci l’inizio di un millennio. Anche il senatore Antonio Azzollini di “Forza Italia” ha sentito la necessità tirare le somme della sua attività passata e di annunciare quanto intende fare fino alla fine della legislatura, prevista per il prossimo anno. Questo l’iggetto della conferenza stampa del 7 gennaio scorso sul tema: Inizia il 2000. Ciò che si è fatto e che ci si propone”. L’esordio del senatore, affiancato dal prof. Camporeale e dell’avv. Fata, coordinatori rispettivamente della sezione di Molfetta e Bisceglie, concerne i risultati del suo lavoro da parlamentare e presso l’Ente Regione. Due i provvedimenti a favore delle città che, fra le altre, gli hanno permesso l’ascesa a Palazzo Madama. Il primo riguarda Bisceglie. Con delibera numero 1868 del 28/12/99, la giunta regionale ha scelto le località destinatarie dei finanziamenti per i porti turistici: tra queste, appunto, la cittadina biscegliese. Il sen. Azzollini definisce il suo operato di promozione di Bisceglie a porto turistico “paragonabile a quello di un parlamentare anglosassone, che con perseverante attenzione e costante pressione ha seguito la causa e portato a termine il suo compito”. Ribadisce, dunque: “Il mio attaccamento al territorio è ben noto, e ho ritenuto in questo caso che il porto di Bisceglie rivestisse caratteristiche ben più idonee di quello di Molfetta sul piano turistico”. Considerazione che non si può definire oggettiva, dal momento che, se è vero che il nostro porto è storicamente più peschereccio e commerciale che turistico, ciò non significa che questa sua “vocazione” debba diventare un limite ad eventuali sbocchi alternativi. La vicina Trani, oltretutto, insegna quanta rilevanza sul piano economico possa avere un porto turistico, per i riverberi sul settore alberghiero e della ristorazione e in generale sulla rivalutazione globale di una località. Molfetta, obiettivamente non proprio al centro di flussi turistici rispetto alla stessa Bisceglie e proprio per questo più bisognosa d’interventi in questa direzione. Tuttavia Azzollini precisa subito di avere lasciato il suo regalo sotto l’albero anche per noi. Erano, infatti, stati precedentemente annunciati finanziamenti pari a 6 miliardi, fatti stanziare nell’ultima Finanziaria a favore del restauro del Duomo e della Chiesa dei Cappuccini, per il triennio 1999-2000-2001. Com’è noto, tuttavia, la Finanziaria non è sufficiente ad attivare i finanziamenti, che partono solo con legge a hoc. La notizia è che quest’ultima (titolata “Interventi straordinari nel settore dei beni culturali”), è stata finalmente approvata a fine dicembre e quindi “l’attingibilità dei fondi è da considerarsi attivabile nell’ordine di qualche mese”. Si passa quindi al secondo provvedimento. Tuttavia il suo contenuto non è per niente nuovo ed è stato peraltro oggetto di un articolo di QUINDICI del marzo 1997, rispetto ai cui contenuti non sono riscontrabili grandi novità. L’intenzione è quella di creare nella nostra area una “zona franca” o “zona speciale”, sul modello che “ha fatto la fortuna di intere zone come il Galles, l’Irlanda e la Spagna”, ossia un’area nella quale chi opera è esonerato dal pagamento dei diritti doganali e gode di particolari agevolazioni fiscali. Le merci da esportare sarebbero favorite da tali facilitazioni, divenendo più concorrenziali. L’ipotesi è che “alle imprese vanno date due cose perché possano scegliere di investire in un territorio: il sito con le adeguate infrastrutture e un quadro di convenienze”. Il cavallo di battaglia per avvalorarla è che “accanto a noi c’è già una zona speciale da privilegiare: la zona Asi. A progetto approvato, grazie alle sue infrastrutture primarie, potrebbe diventare immediatamente operativa”. Lo scopo è di creare un distretto finanziario o high-tech che possa canalizzare investimenti esteri e “agganciare il sud d’Italia all’Europa”, nonché creare occupazione. Questo il progetto di cui la sinistra al governo non sembra cogliere il valore. “Il ministro Visco a riguardo ha un atteggiamento assai tentennante (…); si tratta di una tendenza antitetica a quella Governativa(…) dei patti territoriali, fatta di procedure lunghe e farraginose”. Dulcis in fundo, a chi sottolinea che questa storia delle zone speciali come panacea risolutiva di tutti i mali del Mezzogiorno è una canzone già sentita, si risponde: “Sono un solo parlamentare, peraltro di opposizione e va da sé che la mia idea non trova ancora una breccia.” E si aggiunge subito, pleonasticamente: “Ma io non mi arrendo”. Cosa fin troppo nota a ogni schieramento politico. Paola Natalicchio
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