MOLFETTA – 10.11.2003
Incredibile decisione dell'amministrazione comunale a favore di un progetto redatto dal WWF e finanziato con i fondi Por Puglia per un totale di 110.000 euro, al quale il Comune partecipa con 8.000 euro per “monitorare il traffico, individuare le zone a rischio e predisporre gli strumenti che dovrebbero evitare – secondo il progetto – gli incidenti automobilistici”. Insomma, il famoso telecontrollo del traffico con l'obiettivo di ridurre del 40% il numero dei feriti e dei morti a causa di incidenti stradali.
Sulle famose telecamere abbiamo già espresso la nostra opinione negativa, perché di un tale controllo non se ne sente la necessità, anche perché il numero degli incidenti stradali mortali a Molfetta è assolutamente insignificante, anche se è difficile avere dati in materia (ma basta la cronaca a confermare la scarsità di sinistri mortali o con feriti gravi).
Diventerà un grande fratello per controllare i cittadini e servirà solo ad incrementare le multe per infrazioni al codice della strada.
Per questo era necessario spendere 110mila euro, anche se si tratta in buona parte di fondi regionali? Potevano essere destinati sicuramente in modo migliore.
Ma quello che ci lascia perplessi è il ruolo del WWF in questa vicenda. Si ha l'impressione che l'associazione ormai ex ambientalista locale, si sia lanciata nel business abbandonando la propria vocazione al volontariato. Ricordate la prima cala, dove sembra che lo stesso WWF debba gestire un punto di ristori per i bagnanti. Ora presenta un progetto per il controllo del traffico giustificato dalla necessità di ridurre le emissioni sonore e atmosferiche. Con le telecamere? Siamo alla follia.
Ci piacerebbe sapere dall'amministrazione di centrodestra quanti soldi andranno al WWF per quest'iniziativa, perché comunque si tratta di denaro pubblico del quale occorre dare contro all'opinione pubblica che paga le tasse.
Il “fumus persecutionis” del WWF
Riceviamo e pubblichiamo una precisazione del WWF di Molfetta su un articolo pubblicato il 10 novembre scorso sul sito “Quindici on line” e che riguardava un progetto, redatto dallo stesso WWF e finanziato con fondi Por e comunali. In coda aggiungiamo il nostro commento.
Oggetto: Risposta a Quindici
“E' ormai evidente a tutti, anche ai lettori più distratti, della particolare “attenzione” che la redazione di Quindici e del suo direttore presta sempre più di frequente alla nostra Associazione. Spesso decidiamo di non cadere nella tentazione della facile ed inutile polemica astenendoci dal rispondere ad accuse che nel migliore dei casi sono semplicemente infamanti e volte a screditare la figura della nostra sezione in modo del tutto gratuito. Ma questa volta, abbiamo deciso di non lasciar correre e di contrastare con gli opportuni provvedimenti legali l'atteggiamento persecutorio perpetrato ai nostri danni, nonché di smentire con la presente, le menzogne pubblicate.
Al contrario d'altri, non siamo un'Associazione a matrice politica, ma ogni tanto qualche precisazione è doverosa, se non altro per “dovere di cronaca”, poiché questo concetto non sembra appartenere appieno al bagaglio professionale dei collaboratori della succitata redazione.
E' il caso dell'articolo apparso su Quindici on line, relativo al progetto sul monitoraggio del traffico del WWF. E' evidente come la redazione non si sia preoccupata di leggere attentamente il progetto approvato dalla Regione, prima d'esprimere un tale giudizio negativo sull'argomento, vista la serie di “imprecisioni” per non dire falsità che sono state scritte.
Innanzitutto si è confuso totalmente, il progetto di “Telecontrollo del traffico” già precedentemente approvato, con quello proposto dalla nostra Associazione (del tutto diverso) che non prevede alcuna telecamera, come erroneamente riporta l'articolo. Si tratta, invece, di un progetto pilota, che, applicato sperimentalmente alla nostra città, potrebbe poi essere esteso ai comuni limitrofi della provincia di Bari, come già accaduto nella provincia di Milano. Esso prevede il monitoraggio dei flussi stradali e la registrazione puntuale di tutti gli incidenti (ad opera dei vigili urbani che saranno formati per tale scopo), al fine di individuare
quelli che sono i punti critici, per quanto riguarda la viabilità, l'inquinamento, e le emissioni acustiche.
Come lo stesso articolista osserva, non ci sono oggi a Molfetta validi studi sul numero, tipologia ed ubicazione degli incidenti e più in generale su tutti quei processi d'interazione dei flussi stradali. I dati disponibili (Profilo di Salute di Molfetta 2003) riferiscono che nel periodo 97'- 01' si è registrato un aumento pari al 65%, in riferimento al numero d'incidenti avvenuti su strade urbane ed extra-urbane, passando da 163 nel 97' a 228 nel 2001 e il trend è in crescita.
Forse la vita dei cittadini e la sicurezza stradale non riguardono l'ambiente in cui viviamo? Forse strade fluide e decongestionate non sono un toccasana per le emissioni inquinanti e quelle sonore? Non mettiamo in dubbio che ci sia qualcuno che non la pensi così, ma quel qualcuno non può avere l'arroganza di pretendere di essere il solo a conoscere il “vero modo” di far ambientalismo. Bollare come “affarista” o “ex ambientalista” chiunque la pensi diversamente è sintomo di grettezza culturale.
Quali sono le alternative, le contro proposte? In che modo, si cita testualmente, “si poteva far di meglio”? Forse si predilige la strada facile dell'immobilismo, “lasciamo tutto com'è”,….. vorremo tanto saperlo!
Ma la poca imparzialità e la malignità della redazione diventa ancora più evidente quando riferisce riguardo ai presunti soldi che la nostra Associazione dovrebbe “intascare”, chiedendo quindi chiarimenti al Comune; come mai Quindici non si è posto lo stesso problema allorquando qualche anno fa un'altra associazione ambientalista di Molfetta (Legambiente) propose un altro progetto POR, poi approvato ed ora concluso, stimato intorno a 70.000.000 di lire? Quelli non erano forse sempre soldi dei contribuenti? Non ci risulta che i componenti di quell'associazione abbiano fornito le loro prestazioni a titolo “gratuito”?; il “volontariato”, in quel caso dov'era?
Ad ogni modo e a scanso d'equivoci, l'associazione WWF Molfetta precisa che non ha ricevuto e non riceverà alcun compenso per questo progetto. Se mai, abbiamo gratuitamente prestato alla cittadinanza, le nostre competenze e professionalità per l'attività di progettazione che ha permesso l'arrivo di ben più di 100mila euro, per un opera che noi riteniamo di pubblica utilità. Le altre speculazioni le lasciamo a chi piace far dietrologia.
Noi riteniamo che un'Amministrazione comunale di qualunque orientamento politico, sia l'ente preposto istituzionalmente ad accogliere in primis le istanze dei cittadini. Simili progetti sono stati attuati anche con le precedenti amministrazioni (chi ha memoria lo ricorderà, persino il progetto tanto contestato da Quindici, ma tanto apprezzato dai cittadini, della Prima Cala è partito con il precedente Sindaco, però a quel tempo la stessa redazione ne parlava in modo molto favorevole…. )
Ciò che più ci rammarica è che risentimenti personali di pochi individui, che nulla hanno a che fare con l'ambiente, possano ogni volta far cadere la nostra Associazione in giochetti d'accuse infondate e diffamanti che riteniamo non giovino né alla città né tanto meno all'ambiente.
Pertanto la sezione del WWF di Molfetta non intende più tollerare la diffusione di notizie false e tendenziose che discreditano l'operato dell'Associazione stessa nonché di coloro che del tutto gratuitamente e per mero servizio di volontariato operano all'interno della stessa.
Tanto premesso diffida la redazione di Quindici dal compiere azioni e dal diffondere notizie che riguardano l'Associazione non corrispondenti a verità e che integrano estremi di reato e inoltre vi invitiamo a pubblicare integralmente sul prossimo numero cartaceo per la legge sulla stampa questa nostra replica; ed inoltre la previene che, in difetto, procederà nella maniera più drastica prevista dall'ordinamento. Con le più ampie riserve”.
WWF Sezione di Molfetta
Rispondiamo alla comunicazione pervenutaci dalla sezione Wwf di Molfetta, precisando, innanzitutto, che, stando alle vigenti norme che regolano gli adempimenti della stampa in materia di rettifica (art. 42, legge 416/81), eventuali repliche o precisazioni vanno pubblicate sull'organo di informazione che ha diffuso la notizia cui si intende replicare.
In altre parole: la richiesta avanzata dai responsabili del Wwf, che la loro comunicazione sia pubblicata sul numero cartaceo di “Quindici” (e non sull'edizione on-line su cui è apparsa la notizia alla quale il Wwf si riferisce), è del tutto arbitraria, né esiste obbligo alcuno di legge perché la si adempia, come invece, erroneamente, lasciano intendere gli estensori di questa missiva. Né abbiamo l'abitudine, mantenendo sempre una rigorosa correttezza professionale, di pubblicare smentite di articoli pubblicati su altri giornali (come fanno abitualmente altri e come fate anche voi in questa occasione, inviando inspiegabilmente per conoscenza la vostra lettera a soggetti non coinvolti in questa vicenda, forse con segreto e inutile intento di denigrare giornale e giornalisti con dolo evidente o gusto becero del pettegolezzo).
Quanto ai contenuti sollevati dalla presente comunicazione, a cominciare dalle “imprecisioni” cui fa riferimento l'associazione, la redazione ammette, certo, l'avvenuto equivoco (la sovrapposizione tra due progetti, differenti negli strumenti previsti, ma dagli scopi assai simili), sottolineando, tuttavia, come il senso dell'articolo, al di là dei dettagli tecnici, non ne sia affatto inficiato.
Intanto non è casuale il fatto che si sia ingenerata confusione tra due progetti comunali (ripetiamo: diversi nella strumentazione che si intende adoperare – in uno è previsto l'uso delle telecamere, assente, invece, nell'altro – ma con finalità per molti aspetti equivalenti): al di là del difetto di comunicazione che ormai da mesi (per non dire da anni) pare aver avvolto l'attività amministrativa (ma il Comune di Molfetta non si era dotato di un portavoce della “Casa municipale”?), è evidente che si è in presenza di due progetti simil-cloni che, viaggiando su binari paralleli nella stessa direzione, comportano un dispendio di risorse (non solo economiche) quanto meno discutibile.
Dunque la questione dei costi non è un fatto di cui deve sentirsi investito il solo Wwf (che, come dice, non percepirà alcunché da questo progetto): trattasi di un problema di assai più vasta e importante portata che va sotto il nome di “priorità delle voci di spesa”. Il controllo e il monitoraggio dei flussi automobilistici a mezzo dei vigili urbani (già pochi) è davvero una delle urgenti priorità della città di Molfetta? Una priorità tale da giustificare l'impegno del Comune “duplicato” in due corposi progetti? La sezione del Wwf ci lascerà almeno la libertà di porre in discussione questi interrogativi che riguardano denaro pubblico e quindi soldi di tutti: del resto chi si espone in un'iniziativa pubblica non può poi sottrarsi alle legittime critiche dell'opinione pubblica, o si vogliono ascoltare solo voci favorevoli? Inoltre non esiste nessuna “particolare attenzione della redazione e del direttore di Quindici al Wwf, ma solo alle sue iniziative pubbliche, esprimendo opinioni e valutazioni e ponendosi interrogativi come tutti i cittadini: o forse ai giornalisti non è consentito ciò che è permesso ad altri? Siamo e intendiamo restare liberi. Non era nostra intenzione offendere alcuno, ma esercitare il legittimo diritto di cronaca, pertanto la diffida del WWF di Molfetta (che pur pubblichiamo non in quanto diffida, ma come diritto di replica e anche perché riteniamo che tutti abbiano diritto ad esprimere anche il proprio dissenso sui nostri articoli e non neghiamo il diritto di parola ad alcuno) non ci tocca, anche perché non riteniamo ci siano “estremi di reato”
Quanto poi alle valutazioni da noi espresse in merito al rapporto tra volontariato e sostegno economico fornito dalle casse comunali, si intende precisare che non era assolutamente nelle intenzioni dell'articolo porre in discussione il meccanismo secondo cui qualsiasi associazione di volontariato, sulla base di esigenze reali, pienamente rispondenti alle proprie finalità e soprattutto convergenti con l'interesse della comunità, può richiedere finanziamenti, rimborsi, contributi al Comune (ente preposto ad assicurare l'interesse collettivo, appunto). Il problema, per dirla in una, non sono i soldi ma a cosa servono.
E, a dimostrazione della qualità non persecutoria della nostra informazione (da cui, invece, il Wwf si sente gravemente leso), cogliamo soltanto ora l'occasione per girare ai lettori alcune recenti iniziative promosse dallo stesso Wwf e sostenute finanziariamente dal Comune di Molfetta.
Che giudichino i lettori se si tratta di iniziative pertinenti o meno alle finalità ambientaliste precipue di questa associazione:
1. Estate 2002: Prima edizione di Triathlon “1° Trofeo G. Carnicella”, euro 1.000,00 imputati al cap. 24050 “Spese per iniziative sportive e diffusione dello sport” del bilancio 2002;
2. Estate 2003: Manifestazione sportiva Triathlon Nazionale - Trofeo “Gianni Carnicella”, euro 1.000,00 imputati al Cap. 24050 “ Spese per iniziative sportive e diffusione dello sport” del bilancio 2003;
3. Estate 2003: Manifestazione sportiva Triathlon Nazionale - Trofeo “Gianni Carnicella”, ulteriori euro 1.000,00 imputati al Cap. 24050 “ Spese per iniziative sportive e diffusione dello sport” del bilancio 2003 (la giunta comunale si “corregge”, precisando che “era intenzione della Amministrazione Comunale assegnare un contributo di euro 2.000,00”).
Lasciando infine a menti meno occupate delle nostre i poco edificanti commenti (meglio si dovrebbe dire “pettegolezzi” che non interessano nessuno: ognuno si esprime come può) sui presunti “risentimenti personali di pochi individui” (torna il fumus persecutionis), concludiamo sulla nostra tanto discussa posizione in merito alle iniziative di “riqualificazione” della Prima Cala. Già altrove abbiamo espresso, con dovizia di particolari (tecnici e politici) le ragioni del nostro dissenso (rimandiamo i membri del Wwf alla mole di articoli prodotti, che certamente i nostri lettori già conoscono).
Solo una precisazione: il riferimento (presente nel nostro articolo contestato dal Wwf) alla ventilata possibilità che questa associazione assuma la gestione di un punto ristoro per i bagnanti presso la prima Cala (possibilità, peraltro, non smentita nella missiva giuntaci dallo stesso Wwf), non ci sembra qualifichi in senso ambientalista e disinteressato l'operato di questa associazione (che, i responsabili ci insegneranno, nasce con finalità che nulla hanno a che fare con la gestione di chioschi o con la somministrazione di bevande). Ma anche su questo, il dibattito è aperto.
In ultimo, sul silenzio o sul favore (ancora una volta presunto) con cui in passato il nostro giornale avrebbe accolto attività, svolte dalla passata amministrazione, simili ad alcune altre oggi condotte dalla presente giunta, si fa presente che la vecchia amministrazione è stata ripetutamente contestata (come oggi accade con la giunta guidata da Tommaso Minervini) su singoli provvedimenti a nostro parere divergenti dall'interesse della comunità.
I lettori ricorderanno, per fermarci alla Prima Cala, la gestione (da noi giudicata assolutamente irresponsabile) dei fatti che portarono alla nascita in pianta stabile del lido Scoglio d'Inghilterra a partire dal 1998. Quanto alle presenti iniziative realizzate su quel tratto di costa, se il Wwf si riferisce alla nostra battaglia (impopolare, ma non per questo ingiusta) contro il muro di cemento armato spuntato su quella spiaggia, beh, trattasi di “originale pensata” di questa amministrazione e dell'Ufficio Tecnico che a questa amministrazione fa capo.
Sui riferimenti ai contributi percepiti da altre associazioni, nel ribadire che non il fatto che associazioni di volontariato utilizzino pubbliche risorse costituisca per noi un problema, ma gli scopi (talora discutibili) cui queste risorse sono orientate, lasciamo ai responsabili delle associazioni citate la possibilità di ulteriori chiarimenti.
Quindici Molfetta