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“Progetto Comunista” contesta le scelte di Rifondazione
20 novembre 2005

MOLFETTA – 21.11.2005 Un'altra voce critica si registra all'interno della locale sezione di Rifondazione Comunista. Questa volta ad essere contestata dalla componente di minoranza interna del partito è addirittura la scelta, operata dal gruppo dirigente, di far parte della coalizione di centrosinistra e di ricorrere alle primarie per la individuazione del candidato sindaco. E così dopo la decisione di Vito Copertino di correre da solo alle consultazioni primarie del prossimo 4 dicembre, in aperta polemica con il partito che ha contribuito a fondare che invece sostiene la candidatura di Mino Salvemini, ecco la presa di posizione di “Progetto Comunista”, sigla che rappresenta la minoranza interna di Rifondazione, quella che, all'ultimo congresso, ha sostenuto la mozione presentata da Marco Ferrando. Ebbene “Progetto Comunista” (l'ala più oltranzista di questa forza politica, la “sinistra della sinistra”, potremmo dire) ha diffuso un comunicato in cui sostiene di non condividere nè il sostegno dato dal partito alla coalizione di centrosinistra, né tanto meno il ricorso alle primarie per l'individuazione del candidato sindaco. “Le primarie – si legge nel comunicato – rispondono al modello americano presidenzialista e plebiscitario, nonché ad una personalizzazione ed accentuazione in senso leaderistico dell' agire politico. In questo modo si antepone la scelta di designare il candidato sindaco di una coalizione, prima ancora che questa possa essere definita tale, in forza di un programma condiviso. Progetto Comunista è totalmente estraneo al coro, pressoché unanime, che considerano le primarie un trionfo di partecipazione e democrazia”. Ma i sostenitori di questa posizione (“assolutamente minoritaria”, sostengono dalla segreteria di Rifondazione) contestano anche l'adesione del Prc all'Unione: “Si sta concretizzando l'alternativa al centrodestra in città con una coalizione dai confini abbastanza larghi e caratterizzata da interessi contrapposti. La strada da percorrere è esattamente opposta: non c'è alternativa vera senza rompere con il centrosinistra. Solo fuori dallo schema di accordo politico con l'Unione – si legge nel documento diffuso – si può dare respiro ad un'ipotesi di vera alternativa. L'alternativa, per essere tale, deve esserlo anche sul piano politico e elettorale, con programmi alternativi alle politiche liberiste in cui i nostri soggetti sociali di riferimento si possano riconoscere”. Giu. Cal.
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