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Pesca, sicurezza del trasporto marittimo, immigrazione e ambiente: il 2013 della Direzione marittima di Puglia e Basilicata
06 gennaio 2014
BARI
- Era pronto a finire sulle tavole degli italiani per il classico "cenone" di Natale il cibo sequestrato dalla Direzione marittima della Capitaneria di porto di Puglia e Basilicata. Proprio quello dei prodotti ittici è il settore che ha visto nell’ultimo anno una crescita esponenziale. Infatti dalle 190 tonnellate del 2012 si è passati alle 642 del 2013. Ormai i prodotti scaduti, contraffatti, in cattivo stato di conservazione e di origine incerta fanno sì che il comparto alimentare possa essere definito un comparto senza scrupoli. La filiera del cibo costringe a tenere sotto controllo la tavola degli italiani. Il quadro offerto dalla Capitaneria di porto di Puglia e Basilicata e in particolar modo dal contrammiraglio
Giovanni De Tullio
, (al centro, nella foto) conferma il persistere di preoccupanti aree di illegalità che vanno dalla sofisticazione dei prodotti a marchio protetto al commercio criminale di prodotti pericolosi per la salute. I controlli da parte degli organismi che presiedono alla sicurezza alimentare sono però numerosi e puntuali. Ma oltre alla questione dell’illegalità dei prodotti ittici scaduti, secondo il contrammiraglio Giovanni De Tullio, il primo elemento “nobile” che vede impegnate le forze della Capitaneria di porto di Puglia e Basilicata è legato all’immigrazione clandestina. Lo stesso contrammiraglio ha dichiarato: «
pesca, ambiente e sicurezza del trasporto marittimo sono i tre campi fondamentali d’azione della direzione marittima. Importantissima è anche l’immigrazione clandestina che vede la fase del salvataggio preceduta dalla localizzazione
». I naufragi avvenuto nei mesi scorsi al largo di Lampedusa, che è costata la vita a moltissime persone, è solo l’ultima di una serie di tragedie del mare che hanno assunto la natura di vera e propria emergenza. Uomini in fuga da situazioni di guerra e disordine cercano un approdo più sicuro verso le coste più vicine, trovando spesso sofferenza e morte. Diventa sempre più evidente, dunque, come l’approccio basato sulla mera gestione dell’emergenza non sia più sufficiente a fare fronte a una situazione sempre più problematica. Come ribadito dal contrammiraglio De Tullio, la frequente situazione che vede sotto i riflettori Lampedusa non è l’unica. Infatti di recente l’altra località oggetto di immigrazione è stata Crotone. Mezzi aerei e navali della guardia costiera hanno soccorso un barcone alla deriva, con 121 migranti a bordo, a 70 miglia da Crotone. Nella zona le condizioni meteo marine erano pessime: il mare forza 7 e il vento a 50 nodi hanno reso difficile l'avvicinamento al peschereccio, avvistato nella notte tra il primo e il 2 di dicembre. Nell’anno 2013 i militari della Guardia costiera hanno eseguito 579 controlli su navi di bandiera italiana e 189 su unità straniere, prestando soccorso a 170 unità, di cui 28 barconi con a bordo migranti non regolari. Oggetto d’indagine dell’anno 2013 è stata la questione ambientale connessa alla disastrosa situazione dei depuratoti in Puglia. Come noto sei sono stati gli impianti di depurazione posti sottosequestro preventivo. Tra questi troviamo appunto quello di Molfetta, Bisceglie, Corato, Andria, Barletta e Bari. Da troppo tempo la gestione del trattamento acque reflue dei depuratori è assolutamente critica e instabile e mette a rischio l’incolumità di intere città. Una questione spinosa che va avanti da molto tempo e che ad oggi non pare potersi risolvere in tempi celeri. Infatti in sostanza più della metà dei depuratori gestiti dall’Acquedotto Pugliese rischiano di non essere conformi con la legge. È quanto emerge da analisi poste recentemente da un “Report di Legambiente” che mette in evidenza le pesanti conseguenze del problema in termini di impatto ambientale e penale per aver infranto le procedure. Ora a finire sotto la lente d’ingrandimento ci sono anche gli impianti di depurazione dei territori di Foggia, Lecce e Matera a conferma di come la “mala depurazione” sia un fenomeno irrisolto.
© Riproduzione riservata
Autore:
Andrea Saverio Teofrasto
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M.A.M.O.S. (che non è amos)
06 Gennaio 2014 alle ore 07:47:00
In poche parole, siamo messi male, ma proprio male. Dove ci porterà tutto questo "malessere"? m.a.m.o.s.= manc'a maronna ossape!
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