Per il depuratore Ruvo – Terlizzi - Molfetta 9 milioni di euro
MOLFETTA – 19.8.2003
“E' proprio dalle aree sottoutilizzate del Paese, soprattutto del Mezzogiorno, che può venire il massimo contributo all'aumento del potenziale di crescita”. A lanciare questa tendenza programmatica è l'ultimo Dpef 2004-2007 (Documento di programmazione economico-finanziaria) che, in un'apposita sezione (capitolo IV - “la strategia per le aree sottoutilizzate - un Mezzogiorno competitivo”), inserisce un nuovo impulso allo sviluppo e alla crescita di quelle aree ricche di risorse umane, naturali e culturali, purtroppo non sufficientemente valorizzate. Per dare attuazione, nel prossimo quadriennio, ai suddetti obiettivi programmatici, sono stati previsti alcuni interventi che, per dimensione o impatto sull'offerta di servizi a cittadini e imprese, potrebbero contribuire al migliore sfruttamento e impiego delle risorse regionali del Sud.
Ed è proprio tra i sovra citati provvedimenti, contenuti negli accordi di programma quadro, che si recupera un progetto che riguarda più da vicino il nostro territorio: l'impianto di depurazione Ruvo, Terlizzi e Molfetta. Un insieme di vasche che mediante processi fisici, chimici e biologici, consentono di ridurre le sostanze contaminanti e inquinanti presenti nelle acque reflue, domestiche e industriali. Il processo depurativo è di notevole importanza, in quanto evita pericoli per uomini, animali e piante dovuti all'alterarsi di un delicato equilibrio ecologico. Questo progetto dovrà utilizzare tra maggio 2004 e dicembre 2005, 9 milioni di euro (all'incirca 18 miliardi delle vecchie lire) stanziati per un investimento pubblico locale che aumenti la produttività e competitività della politica economica regionale. Gli strumenti di programmazione ecnomico-finanziari utilizzati (Accordi di Programma Quadro – APQ – e i Programmi operativi previsti dal Quadro Comunitario di Sostegno) sono coperti in gran parte da risorse aggiuntive nazionali o comunitarie destinate all'adeguamento delle strutture amministrative e tecniche regionali.
Non più quindi un'azione imperniata soltanto su sussidi e aiuti, ma una nuova politica incentrata allo sviluppo e alla potenzialità dei singoli territori locali. Gli ingredienti per assicurare una crescita più duratura e accelerata delle zone del Mezzogiorno sono stati individuati nel miglioramento delle infrastrutture di qualità materiali e immateriali, nell'avanzamento della capacità ed efficienza delle amministrazioni pubbliche e della rete istituzionale del Sud, e, infine, nella certezza e complementarietà degli aiuti di Stato ai progetti locali di sviluppo. Sono questi gli elementi utili per raggiungere una condizione di stabilizzazione e consolidamento di una nuova politica economica per il Mezzogiorno, lontana dagli sterili sistemi concepiti nei periodi precedenti, e sempre più vicina ad un'alta competitività dei sistemi produttivi locali in grado di promuovere il perfezionamento dell'intera rete economica nazionale.
Lucrezia Pagano