MOLFETTA - «Non diamo nulla per scontato in merito alle elezioni politiche ormai alle porte. La vittoria di PD e SEL può essere fondamentale sia a livello nazionale che per le prossime amministrative a Molfetta».
Il vice segretario del Partito democratico Davide de Candia apre così l'assemblea pubblica del Partito democratico e Sinistra ecologia e libertà. Si parla di politiche ma pare quasi un pretesto. Ciò che a Molfetta interessa veramente è chi sarà il candidato sindaco delle prossime amministrative. E dopo mesi sterili tra passi avanti e dietro-front, tra i presenti c'è anche Paola Natalicchio (nella foto, il suo intervento). Il suo nome circola da qualche tempo come possibile candidato sindaco del centrosinistra, un suo intervento ufficiale pare particolarmente atteso. E lei non delude.
«Ho le mani fredde di chi è innamorato e di chi è emozionato - ha spiegato la Natalicchio -. Voglio innanzitutto dire che sono stata invitata dalle segreterie di partito di Pd e Sel e voglio rendere noto a tutti che non sono tesserata ad alcun partito. In passato lo sono stata di Rifondazione comunista». La stessa ha ribadito che la gente dovrebbecominciare ad inquadrare le campagne elettorali come un momento di festa e di crescita senza essere timidi, e consapevoli di avere un opportunità da non sprecare.
«Io sono innamorata di questa città e della parola sinistra se la associamo a quello da cui nasce. Credo che a palazzo città ci dobbiamo tornare veramente con una coalizione maggioritaria costituita da Pd e Sel, il movimento delle donne e spero anche con Rifondazione Comunista - ha aggiunto -. Mi rendo conto che forse non sarò il candidato giusto, ma vorrei premettere che ci sto solo ed esclusivamente a determinate condizioni. Io sono una militante al servizio e non voglio che un’ipotesi di una mia candidatura possa portare divisioni».
Prima tanto spazio al tema delle politiche e qualche accenno alle prossime amministrative anche negli interventi dei candidati. Spera e crede nel cambiamento Tommaso Minervini, lista SEL al Senato (nella foto da sinistra con Candia, Salvemini e Piero de Nicolo): «ognuno di noi deve sentirsi protagonista. Sicuramente c’è il problema della destra, ma non solo. Siamo ad un passo dal cambiare le condizioni di governo di questo Paese. Finalmente, si connota un popolo fuori dagli schemi. È questa la primavera che stiamo preparando». E con un occhio alle elezioni del 24 e 25 febbraio, lo stesso Minervini attacca: «in Italia deve vincere Bersani con Vendola al suo fianco perché è l’unica coalizione in grado di dare nuovi impulsi sotto più profili. Il nostro auspicio è quello di avere alla chiusura della campagna elettorale il candidato sindaco delle amministrative. Il candidato sindaco deve farsi carico con fatica e con orgoglio di rappresentare questa città».
«È chiaro che la destra è in rimonta, ma la cosa che più temo è che la gente abbia voglia di votare Grillo alle politiche - il commento di Piero Augusto de Nicolo, candidato Pd alla Camera -. Una persona su tre che ho incontrato ha detto che vuole voltare il Movimento 5 Stelle e ribadisco che questa è una scelta pericolosissima. Nell’ottica delle comunali invece abbiamo il dovere di dare risposte alla gente che noi stessi non abbiamo dato». Il binomio PD&SEL non approva lo stile grillino, perché tacciato di populismo e demagogia del peggior livello. Di contro, la maggior parte degli italiani è convinta del fatto che, una volta azzerato tutto, come vuole Grillo, l’Italia rinascerà dalle sue ceneri come la fenice.
Grillo, mescolando comicità e politica, riesce a catturare l’attenzione come un incantatore di serpenti. Grillo parla di tutto, dall’ambiente alle energie pulite, dallo scandalo Parmalat a quello del Monte dei Paschi, dai politici corrotti agli inciuci in Parlamento, dal Pd al Pdl, senza risparmiare nessuno. Insomma, conosce tutti gli ingredienti per la ricetta del successo.
Bersani si prepara al rush finale della campagna elettorale senza cambiare registro, deciso a «non raccontare favole», annunciando quel che sicuramente farà una volta a Palazzo Chigi in caso di vittoria. Diritti civili, norme su lavoro e occupazione, misure per la legalità sono i tasti su cui il leader Pd continuerà a battere nei prossimi giorni. Come denuncia de Nicolo, la nuova croce di Bersani, dopo la discesa in campo di Monti e la pur prevedibile e prevista rimonta di Berlusconi, ha il volto di Beppe Grillo.
I sondaggisti sono concordi sul fatto che il Movimento 5 Stelle stia pescando soprattutto nel bacino degli elettori delusi del centrosinistra, rosicchiando solo qualcosa allo zoccolo duro del Pd.
Significativo è quanto affermato da Rino Gigante: «parlo da comune cittadino e purtroppo, la gente delusa dalla politica è tentata dal votare Beppe Grillo. Adesso, però ciò che è importante è il recupero della trasparenza, il recupero delle figure di Gaetano Salvemini e don Tonino Bello. Questa città ha bisogno di trasparenza e non solo di programmi perché questi si copiano anche da internet».
È noto a tutti come anni di governo della destra populista abbiano messo in ginocchio l’Italia. Distrutto legami sociali, impoverito le persone, rapinato le risorse economiche e naturali, garantito i grandi poteri, cercando di imbavagliare e depotenziare ogni forma di opposizione democratica. Per questo, c’è bisogno di un cambiamento deciso, che rimetta al centro dell’agenda politica i diritti fondamentali garantiti a tutti e tutte dalla nostra Costituzione, che vincola qualunque Governo a garantire: l’uguaglianza, il lavoro, il reddito, la sicurezza sociale, i diritti sociali, civili e culturali, la responsabilità sociale delle imprese, la difesa dell’ambiente, l’equità e la partecipazione attiva dei cittadini.
Sempre in riferimento al movimento di Beppe Grillo (e non solo), l’intervento di Giovanni Abbattista, ormai ex candidato sindaco: «credo che oltre al pericolo Grillo ci sarà il pericolo assenteismo. Ma non va tralasciato che gli ultimi 5 anni di amministrazione Azzollini sono fatti di perle dove si è sancito un consumo enorme del territorio. Il prossimo candidato sindaco di Molfetta deve produrre una città alternativa a quella del senatore Azzollini».
Quest’anno doveva essere l’anno del cambiamento, della ventata di giovinezza. Tre per ora i candidati: Ninnì Camporeale (centrodestra), Bepi Maralfa (Movimento Indipendente Linea Diritta) e Sergio Maragarelli (IdV). Per il centrosinistra potrebbe essere davvero Paola Natalicchio? Si attendono conferme ufficiali e soprattutto la reazione di Rifondazione comunista sull'ipotesi di una coalizione così ben definita e una candidatura di questo profilo civico ma non lontano dai partiti.
Sul piano nazionale il cambiamento sembrava dovesse arrivare da Renzi che ha perso le primarie e tutta l’energia “democratica” che Bersani poteva avere è stata sprecata, favorendo così il ritorno di Berlusconi. Molti si chiedono come poter mettere la croce su un partito immobile, che non osa, si addormenta sugli allori della vittoria e che, nonostante i rari scatti d’orgoglio di Bersani, rimane ancorato su posizioni vecchie e obsolete, con una classe dirigente che, in fondo, a un ragazzo di vent’anni non dice nulla se non le solite vecchie cose che sente ripetere da quando è nato.
Poi Grillo da una parte, la lista arancione di Ingroia dall'altra. Una presenza, quella di Rivoluzione Civile che testimonia in qualche modo il fallimento dell'operazione Vendola fatta dal Pd. La volontà testarda di Bersani di coinvolgere il popolare governatore della Puglia nella coalizione di centrosinistra anche contro il parere di molti dirigenti del Pd era dovuta alla giusta intuizione di non lasciare nemici a sinistra. Ma quel vuoto è stato riempito dall'inedito partito arancione e a nulla sono valsi i tentativi democratici di accordo. I nemici a sinistra, purtroppo, ci sono. Da qui il fastidio con cui Bersani negli ultimi giorni cerca di ridimensionare il "caso Vendola" tirato continuamente in ballo dal competitor Monti.
Con le truppe grilline e ingroiane pronte all'attacco al Parlamento, a Vendola non resta alternativa alla scelta della governabilità. E per ora, a Bersani, non resta che insistere sul tasto del voto utile. Si spera che non accada qualcosa di simile tra qualche mese a Molfetta.
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