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Oggi consiglio comunale a Molfetta per l'istituzione del vigile-sceriffo Per fronteggiare la criminalità, previsto all'ordine del giorno il nuovo regolamento del corpo con la dotazione di armi per la polizia municipale. L'opposizione di centrosinistra, contraria, promette battaglia
23 novembre 2009

MOLFETTA - Seduta calda del consiglio comunale di Molfetta prevista per oggi alle 16.30 a Palazzo Giovene. In discussione un unico punto all’ordine del giorno: regolamento per la polizia municipale, che prevede l’uso delle armi per i vigili urbani.Un provvedimento pericoloso e inutile, soprattutto demagogico, col quale, attraverso la “tentazione dello sceriffo” (vedi articolo pubblicato sulla rivista mensile “Quindici” in edicola), si vuole affrontare il problema della sicurezza a Molfetta.Di fronte ad un organico ridotto, cosa pensa di fare il sindaco Antonio Azzollini? Armare i vigili, facendoli diventare sceriffi: così si pensa di risolvere il problema della sicurezza. Una logica da far west che non può essere accettata da una società civile.
La stessa logica che ha portato all’istituzione delle ronde nelle città, un provvedimento miseramente fallito.Non si può continuare a prendere in giro l’opinione pubblica in questo modo. Non è con le armi che si reagisce alla morte dell’anziana donna in seguito allo scippo, dando l’impressione di voler instaurare la “tolleranza zero”: è solo populismo da quattro soldi. Anche perchè questo è il modo di eludere la vera lotta alla criminalità locale, contro la quale si fa poco o nulla.Trasformando in sceriffi i vigili urbani di Molfetta, che temono anche di sanzionare qualcuno per timore di una sua reazione, rischia di esporli ad un pericolo reale.Le pistole in dotazione dovrebbero essere le semi automatiche, calibro 9,21 e 7,65.
Al corpo dei vigili verranno anche fornite 7 sciabole. Un’arma bianca per la quale si richiederà uno specifico addestramento, come per l’uso dei revolver?Probabilmente il vero motivo di questo cambio di regolamento potrebbe essere quello di fare qualche promozione, anche se non si comprende per quali meriti.Comunque, la città della pace, di don Tonino, dovrebbe bandire perfino dal proprio vocabolario la parola “arma”.

Autore: Paolo Marzocca
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2))) Sia chiaro, non parlo della sinistra di base, quella dei lavoratori (laureati e non che stanno perdendo il lavoro ed occupando GIUSTAMENTE le fabbriche), ma parlo della “sinistra professionale ambientale soft & glamour”. Che credibilità hanno questi personaggi, della “sinistra salottiera” a tutti i livelli? Nessuna!!! Questa è la stessa sinistra che è troppo identificabile con i potenti, è compromessa con i poteri forti, dalle banche ai grandi industriali via cooperative varie; questa è la stessa sinistra che finisce per essere essa stessa potere forte, egemone nell'imporre i propri candidati o le società di consulenza amiche, che non necessariamente sono caratterizzate dal merito professionale effettivo. Anche a sinistra, dalla "mia" sinistra, ho visto all'ordine del giorno assumere o promuovere mogli, parenti, amici degli amici e anche semplici conoscenti, nonché emeriti coglioni!!! Questa sinistra scende in campo per gridare “al lupo, al lupo”, sulle cose più disparate, ma per non battersi realmente su niente. Fanno fumo, e solo a fini pubblicitari o, come si direbbe oggi, solo per fare audience!!! Il loro obiettivo, sono solo i media, e l'attenzione degli stessi, su tutte le inconcludenti casinate. Ecco, dunque, per tornare al tema che ci vede oggi occupati, la sarabanda contro LO SCERIFFO. E chi se ne frega, dello sceriffo,verrebbe voglia di rispondere, anzi, meglio, che dico, peggio, dovrebbe rispondere quello che non può più pagare l'affitto e che oramai, è sul lastrico causa la crisi economica.


In chiusura, il bravo Paolo evoca il don Tonino pensiero. Io credo che anche se fosse ancora fra noi, sarebbe stata una una lotta impari, la sua, quella di contrastare e stigmatizzare tante manifestazioni della nostra vita, il cui esempio ci viene anche da sedicenti ferventi cattolici. Armare i vigili urbani: un'idea che mi fa rabbrividire, non tanto per l'immagine in sé dei nostri...tutori dell'ordine... con l'arma al fianco, ma per come muterebbe lo scenario cittadino. Degli esempi?, eccoli. Il vigile armato anche in condizioni di inferiorità, si sentirebbe "cautelato" dalla presenza dell'arma? E se tale presenza non scoraggiasse il malintenzionato, che succede? FAR WEST all'amatriciana? Chi dovrebbe sparare per primo fra il vigile ed il delinquente che, viste le premesse, girerebbe armato, accome, anche lui. E se ciò accadesse, i Cittadini che si trovassero in zona come la sfangherebbero?. I "DANNI COLLATERALI" dove li mettiamo? Non si riesce a capire se armare i vigili è una forma di aumento delle tutele agli stessi oppure si intende così proteggere di più i Cittadini. Senza tema di sbagliare, secondo me, sembrano due giganteschi BUCHI NELL'ACQUA, che potranno solo provocare situazioni inimmaginabili. Qualcuno obietterà: ma, ad esempio a Giovinazzo ci sono dei vigili muniti di pistola, perché non a Molfetta? La ragione dell'avversione all'idea per Molfetta, dal mio punto di vista può essere la seguente: A Giovinazzo l'adozione delle armi è stata fatta in tempi remoti, quando non c'era una malavita consolidata, e in più, la presenza delle forze di polizia nel territorio, è molto più diffusa e consistente. Un'ultima considerazione: Il S.S.P. non ha mai ammesso che a Molfetta ci siano situazioni di allarme, anzi, il contrario! Allora, perché adesso è necessario armarsi????

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