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Nuovo scempio in vista: la distruzione di Corso Umberto
15 aprile 2010

Nuovo scempio in vista per Molfetta: la distruzione di Corso Umberto, propagandato come un nuovo look per il boulevard cittadino dall’amministrazione comunale poco prima delle elezioni regionali, per catturare consensi, ma senza ascoltare il parere dei molfettesi che vivono la città. Ma in questo caso, per fortuna, sembra che i consensi siano stati veramente pochi. Anzi! La maggioranza dei cittadini è in rivolta contro questa ipotesi di ristrutturazione del “salotto” cittadino ed è nato anche un gruppo, “Non massacrate Corso Umberto”, su Facebook ispirato da Antonello Mastantuoni (Per quelli che pensano che trasformare Corso Umberto in una imitazione dell’Outlet sia una stupidaggine colossale e che degradare una strada storica in un anonimo vialone di periferia sia l’ennesima sciagurata operazione di cui fra qualche anno ci pentiremo), che ha raccolto quasi mille adesioni e si prepara a scendere in piazza contro questa soluzione decisa a tavolino, destinata a stravolgere la principale arteria cittadina. Quindici per primo, mesi fa, dette la notizia della ristrutturazione, strappando l’indiscrezione al vice sindaco Pietro Uva, che, mezz’ora dopo si pentì e rifiutò di fornirci il rendering del nuovo Corso, per timore reverenziale verso il sindaco Antonio Azzollini, che lo avrebbe “bastonato” per aver rivelato il “grande” progetto che doveva essere già speso nella campagna elettorale delle amministrative, ma che, prudentemente, fu accantonato. Quindici, oggi come allora, resta fortemente critico verso questa soluzione che servirà a tacitare un po’ di commercianti ignoranti che si fanno male da soli e credono, con questa soluzione, di evitare che i cittadini si trasferiscano ai centri commerciali, magari anche al prezzo di ritrovarsi i negozi allagati alla prima abbondante pioggia. Ma il Comune promette di far scorrere le acque meteoriche in sistemi di raccolta sotto il pavimento stradale (un film già visto, con relativi allagamenti in altre zone della città, ndr). Infatti il progetto del dirigente del settore tecnico ing. Rocco Altomare e dell’arch. Orazio Lisena, prevede l’eliminazione dei marciapiedi e degli oleandri e la sostituzione delle storiche basole (le uniche non sconnesse in tutta la città) per far posto ad un’anonima, e già vista, concezione di strada da passeggio e intrattenimento, con piante e aiuole (lasciate marcire e appassire come le precedenti?). E che fi ne faranno le basole di pietra lavica? Questo progetto prenderà forma dal quadrilatero che comprende Corso Umberto I, Piazza Principe di Napoli, via Margherita di Savoia, via Vittorio Emanuele, via Baccarini, via de Luca, via XX Settembre e via Bari. È proprio il centro della nostra città che sarà riqualificata secondo questo progetto “bandiera” (di che?). T tratterà una superficie di circa 150 metri quadrati, ma non saranno trascurate le periferie e le zone limitrofe – assicura l’amministrazione comunale – al contrario dei passati interventi sporadici nell’urbanistica, che magari hanno peggiorato la situazione. In un secondo momento verranno riqualificate zone come via Annunziata e Piazza Paradiso (nuova ristrutturazione, nuovo spreco di soldi?). Verranno anche chiuse al traffico veicolare le strade laterali, lasciando solo 4 punti di attraversamento, replicando così l’errore commesso a suo tempo con l’orrida Piazza Principe di Napoli (ribattezzata da Quindici, “Principe dei puffi” per quelle ridicole “casette” colorate) con la fontana-orinatoio: una schifezza, di cui si vergognano gli stessi amministrato-ri comunali che ora vogliono correre ai ripari, progettando al suo posto un “palazzo di vetro” (!?). Altro sperpero di denaro pubblico, dopo aver buttato soldi dalla finestra per piazza principe dei puffi? Il dirigente del settore tecnico comunale definisce con ridicola enfasi questo progetto: “Il Comune portato al centro”, col trasferimento di alcuni uffici comunali, fra cui l’Urp (Ufficio relazioni con il pubblico). L’eliminazione della strada all’epoca fu un favore concesso a qualche commerciante o bar che si affacciava sulla piazza? Certo, che fu una soluzione sbagliata che oggi costringe le auto a lunghi caroselli, intasando ancora di più il centro. Ma dove li studiano i nostri tecnici comunali i loro progetti di piazze una più brutta dell’altra e tutte poco funzionali? Ci vuole un’abilità anche nel concepire brutture e di questo non si può non riconoscere loro un vero merito. A completamento dello scempio sono previsti alcuni interventi kitsch: due portali all’inizio e alla fine del corso cittadino, probabilmente arricchiti da bassorilievi o da altre opere artistiche da parte di artisti locali o scuole. Su via Maranta, poi, due panche coperte filtreranno l’area pedonale con il parcheggio retrostante. Verrà realizzato un sagrato con fontana per la chiesa del Sacro Cuore che in origine fu ideata come “una chiesa sulla strada”. Largo Sant’Angelo sarà riqualificato con luci e ridefiniti gli spazi adibiti a parcheggio. La prima pietra verrà rimossa a Natale e il progetto sarà completato entro il 2013, in tempo per le elezioni amministrative. Questi i progetti, la realtà, invece, ci offre l’immagine di una città che risente di problemi e necessità più urgenti come il traffico congestionato, le rovinose strade piene di buche, la sicurezza e la mancanza di civiltà che hanno imbarbarito spazi verdi e di tutti, come quello del parco di ponente. La città sarà divisa in due da un corso, che invece di unire separerà imponendo un traffico obbligatorio per raggiungere la parte opposta, con ovvi problemi di caos e inquinamento, alla faccia della rotatoria di via Terlizzi. Per non parlare del problema sosta. E la memoria storica? Insomma, ancora una volta, invece di pensare ai problemi seri (buche, parcheggi, traffico caos, ecc.) si fanno progetti campati in aria in periodo elettorale, magari per dimostrare che qualche assessore inutile esiste (leggi marketing territoriale), illudendo i cittadini, che però, a differenza dell’amministrazione comunale, conoscono bene i problemi della città e le sue esigenze, che non sono quelle del nuovo look di Corso Umberto.

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