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Nominati i nuovi 4 assessori (anche una donna)
29 giugno 2002

MOLFETTA – 29.6.2002 Dal primo luglio la giunta comunale cresce di altri 4 assessori: dopo mesi di trattative, soprattutto sul nome della donna che avrebbe rappresentato il gentil sesso nel governo della città, il sindaco ha deciso di assegnare le deleghe. A Sergio Azzollini di «Molfetta che vogliamo», una lista spuria, ex di centro-sinistra ma che ha sfruttato anche il simbolo dell'Ulivo pur «gareggiando» con il centro destra, è stata assegnata la delega delle Attività sportive, ricreative e turistiche. Azzollini è titolare di un'agenzia immobiliare. A Francesco Nappi, anch'egli membro della ex coalizione di centro-sinistra, è stato affidato l'assessorato all'Agricoltura e Pesca. Nappi è stato eletto nella coalizione di centro-destra con la lista dell'«Italia dei valori» di Antonio Di Pietro. Ex consigliere comunale, Nappi è impiegato della Telecom. A Luigi Panunzio, ex consigliere comunale del Ccd, poi passato al Cdu, quando Pino Amato si è insediato saldamente nel partito, è stata assegnata la delega dell'Ambiente. Panunzio è vice ragioniere capo del Comune. Infine la donna: Maria Mezzina, 31 anni (nella foto) volto nuovo della politica, alla quale è stata affidata la delega all'Innovazione tecnologica. La Mezzina, ricercatrice all'Università di Bari, sarebbe in quota alla lista civica del sindaco «Città per tutti» e sarebbe stata sponsorizzata dall'altro ex consigliere del centro-sinistra, l'ex Ds Nicola Angione (oggi eletto con la destra). Il sindaco Minervini non ha ritenuto opportuno convocare una conferenza stampa per presentare i 4 nuovi assessori e si è limitato a dichiarare: «La guida della città si rafforza nella direzione dell'operatività attraverso l'assegnazione di deleghe su settori d'intervento specifici. Politicamente abbiamo portato a compimento il rispetto di tutte le forze politiche della coalizione, dando stabilità alla coalizione per un processo di governo sempre più orientato alla risoluzione concreta delle esigenze della nostra comunità». I quattro nuovi assessori si affiancano a Mauro Magarelli, vice sindaco e assessore al bilancio, Franco Visaggio, assessore ai lavori pubblici, Mauro Brattoli assessore alla socialità e servizi socio educativi, Pietro Uva, assessore all'urbanistica, Antonio Ancona, assessore alle risorse umane e Saverio Tammacco, assessore allo sviluppo e attività produttive. Questa la notizia, alla quale il direttore Felice de Sanctis, dedica un commento che è possibile leggere nella rubrica «Dite la vostra» in questa pagina in fondo a sinistra, sotto le "lettere" e "Molfetta e dintorni". Molti lettori ci hanno chiesto di inserire anche qui il commento. Eccolo. Come previsto il sindaco ha nominato i nuovi assessori che gli consentono di accontentare tutti i partiti della coalizione. Naturalmente sono stati soddisfatti i desideri degli ultimi “voltagabbana” Nappi e Azzollini (ma anche Angione con la nomina di Mezzina) i quali erano talmente sicuri di entrare in giunta, che, pur essendo consiglieri comunali uscenti e avendo presentato una lista “personale” hanno preferito non candidarsi (anche per non rischiare brutte figure in caso di scarsi voti di preferenza) e attendere la nomina del buon Tommaso. Hanno dovuto soffrire un po', ma il bel giorno per loro, e per noi contribuenti, è arrivato. Infatti, i nuovi assessori ci costeranno circa 400 milioni. Ma la cosa più grave è che le deleghe assegnate sono perfettamente inutili, quantomeno potevano essere assemblate ad altre già esistenti: è il caso degli assessorati allo sport e all'ambiente. A cosa serve un assessore all'agricoltura a Molfetta? E uno all'innovazione tecnologica? C'è poi il discorso dell'assessore Panunzio, dimessosi da consigliere comunale per ricoprire il posto di vice ragioniere capo al Comune e poi, uscito dalla porta, rientra dalla finestra. Per mantenere calda la poltrona inserisce la moglie Carmela Minuto nel consiglio comunale, la quale a sua volta non si dimette per fare l'assessore per non perdere il posto in consiglio (nel caso il sindaco decidesse di toglierle l'assessorato). Restando consigliera comunale, inoltre, non fa spazio al primo dei non eletti, Facilone del Cdu, che resta così al palo. Poi, la bella Carmela tenta di inserire il fratello come assessore, ma la coalizione non gradisce e tutto si blocca. Nappi e Azzollini che aspettano di entrare in giunta perdono la pazienza e premono perché si faccia presto. E così la famiglia Minuto-Panunzio studia la nuova soluzione: Carmela resta consigliere, Luigi va a fare l'assessore e si mette in aspettativa dal Comune (ma non c'è incompatibilità, anche con l'aspettativa?) e conserva in caldo il posto di lavoro e tutti vissero felici e contenti. Sistemata anche la questione della donna in giunta, dopo tutto il chiasso che si era fatto sull'argomento, soprattutto da parte della sinistra, si pensa alla candidata: spunta subito il nome di Maria Antonia Lioce, figlia di quel Lioce consigliere comunale dei Ds a Bari che, scandalo unico nel suo genere del quale il partito dovrebbe vergognarsi, pur restando fra i Democratici di sinistra, avrebbe fatto la campagna elettorale per la destra e Tommaso Minervini, soprattutto con interventi da qualche tv locale. Il che la dice tutta su questo personaggio che ci sembra peggiore dei voltagabbana, perché col suo comportamento si configurerebbe una specie di gioco su due tavoli, una specie di “doppiogioco”. E quindi un premio anche a lui andava dato. Ma le voci su questa nomina, pubblicate anche su qualche giornale, vengono subito smentite per evitare situazioni imbarazzanti (a Lioce o a Tommaso Minervini?) e spunta il nome di Nicoletta De Candia. Infine, Angione scopre le carte e chiede il posto di assessore per Maria Mezzina e il gioco è fatto. Lasciamo al lettore il commento di questa vicenda degli assessori, per la quale è anche difficile trovare l'aggettivo adatto. Ci preme solo sottolineare che i cittadini hanno il diritto di non vedere i propri soldi sprecati in una gestione di questo tipo. Chi amministra non deve dimenticare che utilizza denaro pubblico che non va sprecato con stipendi ad assessori che riteniamo inutili e che servono solo a tenere compatta la coalizione. Pagare 400 milioni per questo, ci sembra eccessivo. E non vorremmo che fosse solo l'inizio. Felice de Sanctis
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