MOLFETTA - Un lettore scrive a “Quindici” sulla sporcizia di Molfetta.
Ecco la sua lettera:
«Gent.mo Direttore De Sanctis, leggo spesso Quindici per tenermi aggiornato sui fatti di Molfetta. Ultimamente la solita solfa la vecchia Amm/ne qua la vecchia Amm/ne la il precedente sindaco mai presente ecc.ecc. e la nuova Amm/ne - dopo tanti mesi di amministrazione cosa sta facendo? Premetto che il mio non è un fatto politico (destra o sinistra) ma denuncio sonoramente che con la nuova amm/ne la nostra Città è diventata una vera pattumiera. Le strade non vengono pulite da giorni e giorni. Un vero porcile, mi scusi per l'espressione poco felice.
In questa Città non si rispettano più neanche i defunti. L'altra settimana mi sono recato al cimitero: mucchi di immondizie dappertutto, i marciapiedi pieni di foglie, mai visto una cosa del genere. Ho chiesto lumi in genere, qualcuno mi ha detto che mancano soldi per altri netturbini. Ma quelli che c'erano prima che fine hanno fatto?
Direttore, scusami per lo sfogo, a questo punto mi chiedo: era il caso di cambiare Amm/ne. Quello che ho notato in questa Amm/ne è la continua elargizione di ogni sorta assistenziale (.....). Con quei soldi, che sono di tutti, bisogna prima provvedere ai servizi della Città.
Mi auguro che non faremo la fine di Napoli.
Ti ringrazio e ti saluto Cordialmente
P.S.».
Gentile Lettore,
dovrei girare la lettera all’amministrazione comunale. Non è mio compito rispondere a problemi gestionali, altrimenti rischio di sembrare il difensore di ufficio dell’amministrazione e così non è. Ma io faccio il giornalista e quindi osservo i fatti ed esprimo opinioni. La sua lettera mi ha fatto pensare a un paio di considerazioni che propongo all’attenzione dei lettori, proprio come osservatore dei problemi della città.
1) Come mai tutti si lamentano oggi mentre hanno taciuto in questi 10 anni in cui la città era sporca ed anche di più, al punto da far intervenire autorevoli personaggi di Molfetta che vivono fuori città a criticare questo stato di cose? Certo i molfettesi hanno la memoria corta, ma basta sfogliare le pagine di “Quindici” per vedere in quale stato di degrado si trovasse la città sotto l’amministrazione di centrodestra di Azzollini. E questa non è una mia opinione, ma si tratta di fatti da “Quindici” regolarmente documentati. Un amico l’altro giorno, mi ha detto che forse con questa amministrazione c’è un eccesso di democrazia e di trasparenza, per cui tutti oggi hanno il coraggio di parlare, mentre ieri si nascondevano forse per paura. E questo è il primo dato di fatto. Anche lei dov’era ieri?
2) La seconda considerazione, sempre basata sui fatti, riguarda lo stato dell’Asm. Anche qui devo rimandare agli articoli pubblicati da “Quindici” in questi 10 anni (li metteremo in bella mostra nel corso delle celebrazioni ufficiali dei 20 anni della rivista, che ricorrono proprio quest’anno). Ricordate le battaglie condotte da “Quindici” sull’Asm, sulla gestione dell’azienda municipalizzata? Abbiamo parlato di bilanci disastrosi e di mezzi vecchi e usurati. Bene, ora arriva la nuova amministrazione di centrosinistra e con un colpo di bacchetta magica, cancella tutti i debiti, rottama tutti i mezzi obsoleti e rende la città pulita grazie all’acquisto di nuovi mezzi e all’assunzione di nuovo personale all’Asm. Ma con quali soldi? Con i debiti lasciati da Azzollini? Il mio giudizio fortemente critico sulla gestione dell’Asm di questi anni non è cambiato, oggi c’è un nuovo presidente, al quale, credo, si debba dare il tempo di capire in quale manicomio è capitato e soprattutto dove trovare i soldi per far fronte alle reali necessità del paese. Come? Con nuove tasse? Ma se appena appena fai un ritocco, subito il centrodestra epilettico ha una delle sue crisi e si scatena con volantinaggi di vario tipo, accusando la nuova amministrazione di aumentare le tasse. Ma loro in questi 10 anni di città lurida, dove stavano? In silenzio, obbedienti e allineati e coperti dietro il senatore Azzollini, altrimenti perdevano le poltrone lautamente retribuite con i soldi dei contribuenti, ma senza delega. Quindi soldi, senza responsabilità. Se i soldi inutilmente elargiti a quelli assessori che oggi hanno ritrovato la voce, e per la felicità cantano in consiglio comunale, fossero stati risparmiati (visto che non avevano delega perché faceva tutto il ras), si sarebbero potuti comprare nuovi mezzi. Se i soldi del porto fossero stati utilizzati per rendere la città più vivibile, oggi non ci troveremmo in questa situazione. Io, al posto del nuovo sindaco, avrei sostituito la dirigenza dell’Asm: non credo che il fallimento dell’Azienda sia solo opera degli improvvisati presidenti imposti da Azzollini al vertice della municipalizzata. Non capisco perché non l’abbiano fatto. In una squadra di calcio che non funziona, si cambia l’allenatore. Ma a Molfetta l’allenatore cambia solo la maglia. Forse avrebbero potuto fare un po’ di “ammuina” (io forse, conoscendo i miei concittadini amanti delle apparenze, l’avrei fatto), con pochi giorni di pulizia della città, magari pagando gli straordinari al personale (e i debiti? Ma quelli la gente non li considera, come non li ha considerati in passato). Così si dava l’idea dell’efficienza, per poi tornare alla routine, quando la gente ha dimenticato.
E ora provate a smentire questi fatti, con altri fatti, non con le chiacchiere da caffè.
La ringrazio della lettera, ma credo che in questa città si debba riflettere e non dimenticare: forse dovremmo istituire anche a Molfetta una giornata della memoria dei disastri del passato. Diamo anche un po’ di tempo a questi nuovi amministratori: sono tutti in campo ogni giorno per 12-14 ore (e non solo il week end come il senatore che era sempre a Roma e non vedeva i problemi e la sporcizia della città) e tutti con delega, quindi in una situazione più democratica. Non come il regime precedente, dove il duce decideva tutto e guai perfino a parlare: pena un’aggressione.
Dopo 10 anni di inefficienza amministrativa, le aspettative di cambiamento erano e sono tante. Ma non si possono fare cambiamenti rapidi violando le leggi e non rispettando le regole, altrimenti si finisce per comportarsi come in passato, almeno a giudicare dalle inchieste della magistratura. Costruire richiede tempo e anni, distruggere è più facile: si fa in pochi minuti e rimettere insieme i cocci non è semplice. Fare le gare di appalto, i concorsi, selezionare il personale, affidare gli incarichi, sono atti che richiedono procedure lunghe in un sistema burocratico borbonico come quello italiano. E poi tutto è più difficile con una macchina burocratico-amministrativa arrugginita. Certo sarebbe più facile dare consulenze dirette. Ma la differenza col passato, deve stare tutta qua.
Concediamo, infine, agli amministratori anche il beneficio dell’inesperienza, poi saremo i primi a criticarli: è indispensabile dare la possibilità ai giovani di crescere, se si vogliono svecchiare le istituzioni, altrimenti teniamoci i vecchi volponi, che conoscono bene la macchina amministrativa, ma anche il modo di eludere le regole e le leggi. Vogliamo questo? Ma poi non lamentiamoci che finiamo sempre sulle pagine dei giornali nazionali e sulle tv italiane per fatti negativi che hanno compromesso l’immagine di Molfetta.
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