MOLFETTA – Un lettore denuncia a “Quindici” le peripezie di “Città Aperte 2010” di un turista che voleva visitare il faro. Ci auguriamo che i responsabili dell’iniziativa siano in grado di fornire giustificazioni ad un comportamento incredibile e poco corretto. L’assessore al ramo è al corrente di quello che avviene?
Ecco la lettera inviata a Quindici:
“Città Aperte 2010” le peripezie di un turista avvenute la sera 28 agosto del nei pressi del Faro di Molfetta.
In data 26 agosto vengo a conoscenza della possibilità di visitare il Faro e che per accedervi bisogna prenotarsi presso la sede della Pro Loco di Molfetta.
Lo stesso giorno mi reco presso la sede e vengo informato che è possibile visitare il Faro dalle ore 17:00 alle ore 20:00 senza obbligo di orario, nel senso che nell’arco dell’orario di apertura basta presentarsi al Faro con un documento di riconoscimento per poi a gruppi accedervi ed inoltre era possibile prenotare la visita al faro anche per un gruppo di persone lasciando un solo nominativo e un solo recapito telefonico.
Prenoto la visita per quattro persone, me compreso, lasciando solo i miei dati, così come richiesto.
Alle ore 19:15 io e mia moglie arriviamo al Faro e rimaniamo in attesa dei nostri amici.
Nel frattempo due persone senza nessun cartellino di riconoscimento, dandosi arie di responsabili e con modi di fare poco gentili invitano coloro che hanno prenotato a presentare un documento di riconoscimento per firmare una liberatoria per eventuali incidenti di cui copia era affissa su di un auto posteggiata sotto il Faro. Tale liberatoria era monca di varie elementi essenziali quali, ad esempio, la mancanza dei riferimenti agli articoli di legge che la rendevano di fatto “poco valida” dal punto di vista legale. In attesa dei nostri amici la firmiamo. Alcuni curiosi vengono allontanati con la motivazione che per visitare il faro bisogna prenotarsi
presso la Pro Loco.
Alle 19:45 arrivano i nostri due amici e, garbatamente, faccio presente al presunto e non meglio identificabile “responsabile” che, poco curato nella persona, sigaro in bocca, inviava nuvole di fumo a destra e a manca in continuazione senza nessuna considerazione né per grandi né per piccoli che bisogna aggiungere alla liberatoria altre due persone arrivate in quel momento e regolarmente prenotate. Mi risponde che queste due persone non possono entrare perché non hanno firmato la liberatoria.
Gli replico che non si capiva l’ostacolo alla firma della liberatoria visto che erano arrivati in tempo utile e che la visita del gruppo non era iniziata ed erano regolarmente prenotati.
Con atteggiamenti provocatori, indisponenti, da sovrano assoluto verso un servo della gleba, in una cortina di nebbia provocata dalle nuvole di fumo emesse sempre da quel sigaro puzzolente affermava che LUI non faceva firmare nessun’altra liberatoria, che io potevo prenotare solo per me stesso e non per altri (contrariamente a quanto affermato nella Pro Loco) che a LUI delle prenotazioni effettuate presso la sede della Pro Loco di Molfetta non interessa niente ed infine per LUI la prenotazione non aveva alcun valore al fine della visita. Non avendo nessun cartellino di riconoscimento lo invitavo a qualificarsi e in base a quale titolo prendeva una cosi netta decisione. Alle mie richieste oppone un netto rifiuto.
Scorgo, tra i presenti un giovane che da qualche mese presta servizio, a titolo oneroso per le casse comunali, presso la Pro Loco, parente di un noto dirigente del Comune di Molfetta dal sottoscritto conosciuto solo di vista che, invece di essere munito del modulo di prenotazioni compilato nella Pro Loco, si limitava a leggere solo i nomi dei visitatori che avevano firmato la liberatoria. Chiedo a lui di intervenire per chiarire la situazione visto che la Pro Loco è l’ente organizzatore.
Risponde che: “lui non sa niente e che la Pro Loco non c’entra niente con le prenotazioni e le visite al Faro”. Interviene anche all’improvviso un signore dalla sommità del Faro, che inizia a gridare intimando con autorevolezza ai due di sotto di non farmi salire perché ero …… un prepotente!!!!!!!!
In sintesi pur avendo prenotato, pur avendo firmato la liberatoria, pur essendo presente in tempo utile alla visita del faro ne ero escluso. Schifato da questo atteggiamento, io rinuncio alla visita e così i miei amici preannunciando che avrei reso noto l’accaduto.
La risposta è stata un sorriso quasi di scherno con la battuta che leggeranno attentamente quello che scriverò.
Lascio ai lettori ogni commento. Quando penso all’accoglienza ed alla gentilezza degli operatori turistici di città come Rimini e Riccione, dove sono residente, sento un senso di vergogna ad essere molfettese. Tra l’altro avevo invitato degli amici e non oso pensare quale idea si siano fatti di Molfetta e di come venga gestita la sua organizzazione turistica e, per estensione, tutta la comunità. Una piccola indagine mi ha portato alla conoscenza di altri episodi, sempre a riguardo dell’evento Città Aperte, poco edificanti riportati ultimamente dai media locali.
Mi chiedo e chiedo per il bene della Città che certe persone siano richiamate ed eventualmente anche allontanate.
Le Pro Loco hanno, tutto a spese del Comune, una sede con luce, riscaldamento, pulizia, linea telefonica, linea adsl. Inoltre vengono stipendiate, sempre a spese del Comune, delle persone e mentre nelle altre città anche limitrofe vi è una grande efficienza a Molfetta non si è in grado di gestire delle semplici prenotazioni.
Distintamente”.
Lettera firmata