MOLFETTA - C’e anche Molfetta, tra le sette località individuate dallo stato come possibili siti di trivellazione per estrarre petrolio.
La notizia arriva stamane tramite le pagine della Gazzetta del Mezzogiorno e già fa discutere in città.
Secondo quanto riportato dalle pagine del quotidiano pugliese, sui tavoli delle Capitanerie di porto competenti sono arrivate richieste per l’avvio di attività in mare (le cosiddette prospezioni petrolifere, ndr) per la ricerca di possibili giacimenti con colpi di proiettili ad aria, tecnicamente “air gun” e potenti sonar (secondo alcuni causa del disorientamento dei sette capodogli spiaggiati a Foce Varano e poi morti per aver ingerito i rifiuti presenti nel nostro mare, ndr).
I siti pugliesi individuati dal governo per l’estrazione del petrolio sarebbero al momento sette, ma potrebbero salire addirittura a quindici.
Queste le aree individuate: isole Tremiti (sede di una delle più estese riserve marine di Puglia, e sito di rilevanza turistica), Taranto, Gallipoli, Carovigno, Torre Egnazia, Monopoli e Molfetta.
La ricerca del petrolio si sta concentrando sui fondali del litorale pugliese, e il numero dei siti individuati è destinato a salire. Una ricerca quella dell’oro nero che promette di portare solo danni, sia per l’esiguità dei possibili giacimenti, la cui portata si esaurirebbe, secondo alcuni, in poco più di un anno e mezzo, sia per l’ingente danno ambientale che metterebbe in ginocchio in Puglia, il turismo, e a Molfetta, l’ecosistema marino compromettendo per sempre le attività legate al settore della pesca.
Di tutta questa manovra sembra però che Regione e Comuni non ne siano al corrente, o meglio hanno saputo di questa campagna di ricerca del petrolio ormai a cose fatte, quando cioè non era più possibile esprimere alcun parere.
Lo scorso gennaio però, fanno sapere dal ministero dell’Ambiente, è stata inviata una lettera alle amministrazioni delle città costiere interessate, lettera che sembrerebbe non essere mai arrivata agli uffici dei Comuni interessati, che si difendono dicendo di aver saputo delle prospezioni petrolifere in mare quando ormai in corso e già disposte dal ministero.
Una situazione questa che fa discutere, sia sotto il punto di vista ambientale, sia sotto il punto di vista economico. Molfetta dall’estrazione del petrolio ne trarrà ben pochi benefici se non quelli di avere un mare più inquinato, un ecosistema marino distrutto e un economia che non trarrà alcun aiuto, perché se il petrolio arricchirà qualcuno di certo non saranno i molfettesi, ma lo Stato che ricaverà gli introiti derivanti dall’estrazione. E tra i più, c’è già a chi pensa alle conseguenze ambientali che dovrà sopportare la città, con pozzi di petrolio sparsi su tutto il territorio tra colture inquinate e possibili aumenti di patologie tumorali.
Insomma, un altro scempio ambientale è in arrivo per Molfetta, a cui speriamo il nostro sindaco Antonio Azzollini vorrà opporsi per tempo e non quando sarà troppo tardi (vedi caserma della capitaneria, ndr) insieme all’assessore all’Ecologia della regione Puglia, Onofrio Introna, che ha già dichiarato guerra al governo. «Si tratta di scelte scellerate. Appena arriveranno i decreti, stia pur sicura il ministro - dice Introna rivolgendosi al ministro Stefania Prestigiacomo - che saranno impugnati dalla Regione».
E così, per Natale si pensa già al regalo per la città, una bella piattaforma per l’estrazione di petrolio, per far sentire tutti i molfettesi un po’ sceicchi e un po’ nababbi.