MOLFETTA – In questa città ormai anche l’annullamento di un concerto, o meglio il suo rinvio a causa del maltempo, diventa motivo di scontro e di polemiche pretestuose per attaccare l’amministrazione comunale di centrosinistra di Molfetta. Obiettivo di chi non ha accettato la sconfitta elettorale, è quello di minarne la credibilità approfittando del memoria corta dei molfettesi sugli scempi compiuti in oltre 10 anni dal centrodestra.
L’annullamento del concerto di Roy Paci (che si terrà questa sera nella villa comunale) avvenuto per la pioggia, quindi un evento di ordinaria amministrazione e imprevedibile al momento del contratto, è assurto a catastrofe cittadina, con l’accusa di imperizia agli organizzatori, con l'impresa che ha realizzato il palco sotto processo e con gli amministratori trasformati in dilettanti allo sbaraglio.
E i veri problemi, dei quali gli ex amministratori di centrodestra sono responsabili, finiscono in secondo piano. Non si deve parlare dei debiti fuori bilancio lasciati in eredità da Azzollini, non si deve parlare delle strade ridotte a gruviera da un lavoro costato 3 milioni di euro, solo per motivi elettorali e realizzato in modo raffazzonato, tant'è che alle prime piogge l'asfalto posticcio si scioglie come neve al sole, mettendo a rischio l'incolumità dei pedoni e i semiasse delle vetture. Non si parla del caos generato nelle mense scolastiche, dove è stato necessario ripristinare le regole e la funzionalità. Si strumentalizza perfino l'aumento della Tares, dovuto anch'esso ad una politica finanziaria sbagliata e a imposizioni nazionali, la cui responsabilità ricade anche sul presidente della commissione bilancio del Senato che, guarda caso si chiama Antonio Azzollini, il quale ha un comportamento a Roma e un altro a Molfetta, aizzando i suoi contro gli stessi provvedimenti da lui avvallati in Parlamento. Non si parla dell'evasione fiscale tollerata che spinge oggi chi governa la città a ristabilire le regole e soprattutto l'equità fiscale. Perfino sui semafori che non funzionano, grava l'ipoteca di errori gestionali del passato che ricadono oggi su chi si è trovato ad ereditare una città disastrata.
E il consiglio comunale, visto dalla parte del centrodestra sconfitto, sembra una replica dei blog e dei post su Facebook, con ex assessori ridotti al silenzio per anni, come quel Mariano Caputo, che ritrova misteriosamente la voce, al punto di riuscire a cantare per la gioia di chi gli riconosce il diritto al contraddittorio, anche per discutere sul vuoto pneumatico.
In questo caos mediatico si lasciano coinvolgere anche i media locali: c'è chi, per compiacere il proprio committente elettorale di centrodestra, arriva perfino a inventare le notizie pubblicando foto di alcuni anni fa di piazza Paradiso devastata dai vandali con i botti, facendole passare per attuali. Un comportamento inqualificabile e censurabile dal punto di vista dell’etica professionale che conferma il livello di decadimento di certa informazione locale, da quella che largheggia in nudi femminili per farsi leggere, all'altra di famiglia (Azzollini) a quella di partito del Pdl o del nuovo centrodestra sempre azzolliniano che con un foglio che si proclama liberal, scritto male e dai contenuti peggiori della grafica, si propone di gettare fango e veleni su tutti, creando un clima di odio e divisione. Lo stesso che ha caratterizzato tutta la campagna elettorale del centrodestra e che continua tuttora, complici mestieranti del giornalismo. In questo circo mediatico non mancano altri frustrati storici della carta stampata, probabilmente affetti da demenza senile progressiva, determinata da una cosciente e sofferta incapacità professionale, alla quale rimediano con la diffusione di falsità nei confronti dei concorrenti, spargendo veleni a larghe mani. Insomma, un'informazione servile di bassa qualità, alimentata anche a fini politici.
Nessuno nega che i media debbano avere un’opinione, anzi, per onestà intellettuale, dovrebbero dichiararla, senza ingannare il lettore attribuendosi false patenti di obiettività. Non è un male credere in un’idea o in un progetto che viene ritenuto utile alla città e condiviso dai lettori: una cosa diversa dall'essere servi che politico che ti gratifica. E’ giusto e necessario avere delle opinioni, anche diverse fra loro, altrimenti si farebbero solo giornali veline (come purtroppo avviene) o gazzette ufficiali. Le opinioni possono essere condivisibili o meno, ma vanno rispettate, come accade con quelle dei giornali nazionali che siano di Travaglio o di Veneziani. Ma i dilettanti allo sbaraglio del giornalismo locale riescono perfino a non pubblicare le notizie di cronaca che riguardano, in negativo, il sen. Antonio Azzollini quando è indagato. Ci chiediamo: ma quest’ultimo controlla tutta la stampa locale, tranne Quindici, come Berlusconi controlla buona parte dell’informazione televisiva nazionale?
In questo bailamme di stupidaggini, in questo sciocchezzaio virtuale, alcuni si chiedono come mai "Quindici" e il suo direttore non siano intervenuti per commentare l'annullamento del concerto, quasi fosse avvenuto il diluvio universale con pochi coraggiosi sopravvissuti su un palco zattera in piazza Paradiso. Elementare, direbbe Sherlock Holmes: non scendiamo al livello del dibattito idiota e preconcetto prodotto dall'imbecillità collettiva dei perdigiorno su problemi che esistono e possono essere liquidati in due battute: Roy Paci non poteva essere contemporaneamente in più posti differenti, quindi la notizia era falsa e non documentata, come il blogger di turno è stato costretto ad ammettere rimangiandosi il suo scritto; è normale nelle clausole contrattuali di un concerto all'aperto, prevedere date alternative in caso di maltempo; e poi chi avrebbe pagato i danni per eventuali danni alla strumentazione elettronica? il Comune e quindi i cittadini? Il resto sono chiacchiere degli "esperti di tutto" dal calcio, alla politica, dalla musica all'organizzazione di concerti.
Per noi i problemi sono altri, quelli veri, più seri: il lavoro, la salute, la qualità della vita, il ripristino delle regole e della legalità per la quale ci battiamo da sempre e che in questa città sono stati un carnevale continuo negli ultimi 10 anni, come hanno dimostrato anche gli elettori votando per il cambiamento.
Oggi diamo fiducia e tempo a questa amministrazione comunale di centrosinistra e al sindaco Paola Natalicchio, a cui riconosciamo un coraggio e una tenacia delle quali forse anche noi non saremmo stati capaci. Accettare di guidare una città disamministrata da anni e tentare un'inversione di tendenza, scaricando illegalità diffuse, non è facile e richiede tempo.
In periodi di crisi galoppante, la gente sembra non avere pazienza, né voglia di aspettare. Ma, realisticamente, in pochi mesi non si possono ribaltare abitudini consolidate in anni di malgoverno e, in molti casi, di non governo, con il sindaco Azzollini che risiedeva a Roma, tornando a svolgere il suo secondo incarico a Molfetta, solo nel week end.
Noi continuiamo a tenere la schiena dritta e a dare fiducia a quest'amministrazione, perché non ragioniamo con la pancia e con le emozioni del momento, ma facciamo della razionalità una regola di vita e di lavoro anche nel nostro mestiere di giornalisti, un lavoro che oggi più che mai richiede responsabilità ed equilibrio per contribuire a salvare e rilanciare la nostra cara Molfetta, unico motivo dell'esistenza di "Quindici" da vent'anni a questa parte.
In conclusione, finiamola con le polemiche infantili e strumentali, ma collaboriamo tutti a far crescere questa città. Il sen. Azzollini sembra aver imboccato la parabola discendente ed è stato abbandonato perfino da molti suoi ex sostenitori, il centrodestra abbia il coraggio di essere propositivo, di far avanzare le forze nuove e giovani con idee proprie e non indotte, senza pagliacciate in consiglio comunale, complice la diretta televisiva, che fa sentire tanti protagonisti inconsapevoli dell'avanspettacolo.
Lavoriamo per il cambiamento, quello vero, non quello virtuale dei blog e di Facebook.
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Autore: Felice de Sanctis