Recupero Password
Molfetta, i blog dei disperati e personaggi senza qualità che sfruttano le frustrazioni altrui a fini politici La vicenda del mancato concerto di Roy Paci a Capodanno e le denigrazioni su Facebook
06 gennaio 2014

MOLFETTA - La vicenda del mancato concerto di Capodanno di Roy Paci, programmato dall'amministrazione comunale di Molfetta in piazza Paradiso, ha sollevato le solite inutili polemiche, in una città nella quale per 12 anni non si è potuto nemmeno fiatare, specialmente in consiglio comunale. I consiglieri di maggioranza erano muti e obbedienti al padrone, l'ex sindaco di Molfetta, sen. Antonio Azzollini imponeva le sue scelte, soprattutto per quanto riguarda la realizzazione del nuovo porto commerciale, come anche le intercettazioni telefoniche della Procura hanno dimostrato. Anche alla maggioranza era negato il diritto di parola dal "tiranno" che imponeva subito il voto e tutto passava con la forza dei numeri, senza dibattito.

In città era vietato parlare, solo qualche coraggioso, e noi fra questi, si azzardava ad esprimere liberamente la propria opinione, e veniva additato al popolo dei servi come nemico e veniva cancellato anche dalla lista dei giornalisti a cui inviare i comunicati dell'ufficio propaganda dell'ex sindaco Azzollini.

La gente dimentica in fretta e soprattutto la voglia di fare polemica è più forte di quella di parlare di problemi concreti che sono altri rispetto al palco più o meno adeguato al concerto di Capodanno.

Ma in una città abituata in questi ultimi anni a demolire, piuttosto che a costruire, la denigrazione è diventata una regola, dettata dalla scarsa cultura di molti e dall'invidia di tanti, che hanno dato sfogo alle proprie frustrazioni sui Social network, ma anche sui media locali, ad opera di giornalisti improvvisati.

A questi si aggiungono i cosiddetti blogger, fra i quali vanno annoverati anche nullafacenti in cerca di visibilità o notorietà, disperati che, seppur in buona fede o spinti da altri, danno sfogo alle proprie delusioni umane e alle frustrazioni professionali e trovano nel blog e in Facebook una palestra in cui realizzarsi attraverso il conteggio dei "mi piace", delle votazioni per il sito e dal crescente numero dei contatti, direttamente proporzionale alle panzane e alle polemiche che il blogger riesce ad attivare, magari per guadagnare qualche centesimo in più grazie agli AdSense, un obiettivo non giustificabile con la rinuncia alla propria dignità, ma comprensibile per lo stato di necessità. E così si prestano inconsapevolmente alle strumentalizzazioni politiche altrui. Insomma, sono persone, magari anche capaci, che esistono solo sulla rete e trovano motivo di visibilità solo nella rete, ma finiscono col danneggiare se stesse, nell'inutile tentativo di cercare di accreditare un falso giornalismo (anche attaccando il giornalismo professionale). Ma la loro è solo una realtà virtuale: le imitazioni, a volte, generano mostri! E quando l'effimera popolarità finirà, com'è inevitabile, rischiano di ritrovarsi più soli di prima e forse con qualche problema giudiziario in più, come è già avvenuto con chi ha fatto una rapida marcia indietro di fronte a minaccia di querele e risarcimenti danni da parte di personaggi del mondo dello spettacolo, come Roy Paci, dei quali aveva messo in dubbio la serietà professionale e la credibilità personale.

Il blog, in genere, oggi è un luogo dove ognuno può esprimere liberamente il proprio pensiero, ma il più delle volte si maschera da informazione, dando notizie, interpretazioni di fatti e situazioni, di scelte politiche o aziendali che spesso non sono verificate e rischiano di influenzare molte persone inconsapevoli. Il blogging non è giornalismo, come scrive giustamente Daniele Chieffi di Repubblica: «il sistema dell’informazione digitale ha consolidato una serie di cattive pratiche, alcune imputabili a un mal interpretato ruolo di "libera voce" che si assumono i blogger e che si risolve in una sostanziale mancanza di consapevolezza e responsabilità del proprio ruolo, oltre al non rispetto delle più elementari regole deontologiche del fare informazione».

Nel blog, purtroppo, avviene che qualcuno scriva un post costruito su fonti non verificate o solo per dare sfogo alla propria idea o interpretazione dei fatti, magari anche viziata da un pregiudizio nei confronti della persona oggetto del post. Una volta fatta la "frittata", dopo è difficile rimediare. Tante persone hanno già letto e condiviso quel contenuto non corretto, e la stessa tardiva correzione della notizia, diventa insufficiente: quanti di quei lettori torneranno a vedere la notizia modificata o smentita? Ecco perché occorre responsabilità, avendo consapevolezza delle responsabilità che si hanno, quando si diffondono notizie.

Alla fine, questa libertà di espressione, straordinario risultato del progresso tecnologico, rischia di danneggiare la stessa libertà dalla quale ha avuto origine e, a lungo andare di perdere credibilità, vanificandola. Ed è quello che temiamo avverrà fra qualche tempo. La libertà quando degenera, crea sempre spazio alla tirannia di un possibile "grande fratello".

Ma la cosa più grave è che oggi di questa situazione in buona fede  e di necessità di qualche blogger locale, approfittano personaggi politici del centrodestra, a corto di idee, di argomenti e di capacità politica, dopo essere stati narcotizzati per 12 anni dal senatore. Oggi essi rilanciano le note scritte sul blog dei disperati, sfruttano e usano la loro disperazione (non rischiando di persona, ma nascondendosi dietro questi utili provocatori) per trarne argomento per la loro opposizione al governo di centrosinistra guidato da Paola Natalicchio, verso la quale viene alimentata non una critica costruttiva, ma un odio e un dileggio continuo e soprattutto immotivato, che non costituisce nemmeno un buon esempio per i loro elettori e per cittadini facilmente influenzabili dalla propaganda, soprattutto in tempi di crisi nei quali si tende ad attribuire a chi governa, tutti i mali. Il proverbiale "piove governo ladro", per intenderci.

Il cattivo uso del web, della libertà e dei blog, rischiano di portare acqua al mulino di coloro che vogliono il bavaglio all’informazione on line e “si può ben dire – sostiene sempre Chieffi – il principale nemico dell’informazione on line italiana (ma anche di quella off) sia la scarsa qualità, la superficialità, la cialtroneria e scarsa professionalità, intesa come consapevolezza del proprio ruolo e delle proprie responsabilità”.

E questo riguarda i blogger e i navigatori del web. Del concerto e delle polemiche per nascondere i problemi reali e i guasti dell’amministrazione Azzollini, parleremo in un’altra nota.

© Riproduzione riservata

Autore: Felice de Sanctis
Nominativo
Email
Messaggio
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
“………Il blogger è già una fonte perché raccoglie l'umore della gente e può diventare addirittura motore di rivoluzione, come ha dimostrato Grillo. E questo porterà alla liberazione dei popoli, guidati da un blogger che sarà il nuovo profeta libero da partiti e quindi da imbrogli, corruzioni e quant'altro a favore di posti di lavoro per meritevoli e distribuzione della ricchezza più giusta.” – Il fanatismo sta alla superstizione come il delirio sta alla febbre e il furore alla collera. Colui che ha delle estasi, delle visioni, e scambia i suoi sogni con la realtà e prende le sue fantasie per profezie, è un entusiasta; colui che sostiene questa follia col delitto, è un fanatico. Ma il fatto è che, quando il fanatismo ha contagiato un cervello, il male è quasi incurabile. Il solo rimedio a questa malattia epidermica è lo spirito filosofico, il quale, diffuso pazientemente da uomo a uomo, finirà per addolcire i costumi dell'umanità, e per prevenire gli eccessi del male. Perché, una volta che il male ha preso piede, non c'è altro che mettersi in salvo e aspettare che l'atmosfera si purifichi. Le leggi dello stato attuale sono impotenti contro questi eccessi di rabbia. Di solito i fanatici sono manovrati dai furfanti, che metton lo0ro il pugnale in mano e fanno come quel Vecchio della montagna, il quale a quanto si dice faceva gustare le gioie del Paradiso a degli imbecilli, e prometteva loro per l'eternità quei piaceri di cui aveva dato loro un saggio, a condizione che se ne andassero ad assassinare tutti quelli che lui avrebbe indicato.

Conosciamo le malattie del corpo, con qualche difficoltà le malattie dell'anima, quasi per nulla le malattie della mente. Eppure, anche le idee della mente si ammalano, talvolta si irrigidiscono, talvolta si assopiscono, talvolta, come le stelle, si spengono. E siccome la nostra vita è regolata delle idee, di loro dobbiamo avere cura, non tanto per accrescere il nostro sapere, quanto piuttosto per metterlo in ordine. Lo studio più approfondito sulla trasformazione che i nuovi mezzi di comunicazione di massa stanno determinando è stato co0ndotto da Raffaele Simone secondo il quale: prima la televisione e poi il computer, questi “elettrodomestico gentili”, come vuole la loro iniziale reputazione, oggi hanno gettato la maschera rivelandosi per quel che sono: i più formidabili condizionatori di pensiero, non nel senso che modificano cosa dobbiamo pensare, ma nel senso che modificano in modo radicale il nostro modo di pensare, trasformandolo da analitico, strutturato, sequenziale e referenziale, in generico, vago, globale, olistico. Le conseguenze sono già visibili nella nostra scuola, che nessuna riforma può migliorare se prima non ci si rende conto di questa trasformazione che pone in conflitto la cultura della scuola con la cultura dei giovani…………. Ma in un mondo in cui da New York a Pechino, da Londra a Città del Capo non c'è persona più sospettabile di chi si permette critiche o anche semplici osservazioni nei confronti di questa rivoluzione tecnologica, allora, come è stato obiettato a Gunther Anders: “Chi critica deve sapere che disturba tutto il corso dell'industria, quanto lo smercio del prodotto, o per lo meno ha l'ingenua intenzione di tentare una tale azione di disturbo. Ma poiché il corso dell'industria e lo smercio devono progredire in ogni caso (non è forse così?), la critica è “eo ipso” sabotaggio del progresso e quindi appunto reazionaria.” E così l'idea illuministica di “progresso” che ha in vista un fine da realizzare (e che i fautori entusiasti delle nuove tecnologie confondono con lo “sviluppo”, che non ha in vista un fine ma solo l'autopotenziamento tecnologico) risorge, con questo fraintendimento, nei paludamenti più modesti, ma non meno insidiosi, che vanno sotto il nome di “nuovo”, mettendo così in scena un teatro da cui sono esclusi i “critici” che, per il solo fatto di volersi sottrarre al successo dell'applausometro che misura i consensi al “nuovo”, per ciò stesso sono “reazionari”. In realtà la loro critica non ha il sapore reazionario del rifiuto, se è vero, come scrive Furio Colombo, che “il progresso tecnico non sempre è il meglio, anche se è inevitabile”. E, di fronte all'inevitabile, rifiutare è patetico, ma sorvegliare è necessario. Ma con il futuro, non dobbiamo, come sempre abbiamo fatto, dividerci tra fautori me denigratori delle nuove tecnologie, ma tutti insieme divenire attenti osservatori, almeno per evitare che la storia, che noi uomini abbiamo inventato, d'ora innanzi accada a nostra insaputa. – (tratto da: I miti del nostro tempo – Umberto Galimberti)

Caro speriamo bene, mi spiace di avere cattivi lettori, o lettori che non vogliono leggere. Sono d'accordo con lei sulle critiche costruttive, ma preferirei farle su argomenti di peso, piuttosto che sulle scempiaggini dell'annullamento di un concerto o delle dimensioni di un palco. Mi scusi, queste cose preferisco lasciarle ai blogger e ai perditempo su Facebook, per quello che valgono. Noi facciamo informazione e non pettegolezzo. E' vero che altri si mascherano da giornalisti per fare pettegolezzo, ma per noi di “Quindici” la trasparenza è una regola, anche quando decidiamo di sostenere qualcuno, non perché amico, ma perché riteniamo possa essere utile alla città. Infine la invito a leggere quello che abbiamo scritto sull'asfalto davanti al Duomo, che abbiamo criticato come imbecillità, pur non considerando questo il problema dei problemi come faceva il centrodestra e qualche altro imbecille su Facebook. Tra l'altro avevamo scritto che l'errore era rimediabile, come è avvenuto. Non sono invece rimediabili gli “errori” (uso un eufemismo) del centrodestra, come il porto e lo scempio edilizio e finanziario. Nessuno, tranne noi, ha dato notizia del fatto che il sen. Azzollini è indagato in più vicende? Nessuno, tranne noi, si è chiesto come mai, dopo aver speso 3 milioni di euro per rifare le strade, ora sono tutte piene di buche? Sono più importanti questi argomenti o la dimensione di un palco per un concerto? Se lei la pensa diversamente, rispetto la sua opinione, ma mi sembra che sia un modo per nascondere i veri problemi che sono altri ed enormi. Comunque, scusi se insisto, noi le opinioni le esprimiamo con nome e cognome e non in forma anonima e mi auguro che la trasparenza e il coraggio delle proprie idee rappresenti un vero fattore di confronto democratico fra persone e non fra nick name. Noi diamo spazio a tutti, ma recentemente stiamo ricevendo alcuni post dai contenuti falsi o offensivi e, a differenza di altri siti sprovveduti e senza regole deontologiche, noi non li pubblichiamo, per rispetto prima per noi stessi e poi per gli altri.



Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2025
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet