Molfetta dice “no” a Salvini e alla xenofobia
Gabriele Vilardi parla in piazza Municipio
MOLFETTA - Anche Molfetta non è rimasta immune alla propaganda di Salvini, giocata sulla pelle delle persone, a suon di odio, razzismo e mistificazione della realtà. Anche a Molfetta, infatti, cominciano ad essere organizzate - seppur con scarsi risultati - le manifestazioni pro-Salvini, mentre la chiusura e l’odio verso l’alterità hanno già da tempo raggiunto livelli preoccupanti.
In questi ultimi mesi la campagna di Salvini si è fatta sempre più aggressiva e violenta: le Ong equiparate agli scafisti, senza alcuna prova a proprio supporto, la chiusura dei porti, la guerra contro l’Europa giocata sui corpi delle persone, con la presunzione di poter decidere sulla vita e sulla morte. Ma l’Europa sembra in realtà solo un pretesto, visto come il leader della Lega ha ritrattato sul deficit di bilancio (passato dal 2,4 al 2,04) e, quindi, sulla manovra finanziaria, che ha assunto ben altre forme rispetto a quelle iniziali.
L’obiettivo è, chiaramente, quello della costruzione del consenso. Salvini ha individuato nei migranti il nemico contro il quale compattare il proprio popolo, costruito sull’odio e sulla discriminazione. Oltre a chiudere i porti, allora, è necessario bloccare tutte le politiche di accoglienza, eliminare tutti i progetti di integrazione che abbiano avuto esito positivo - guai a far credere che un altro modello di relazione è possibile - e alimentare una spirale di rabbia contro un nemico comune.
Eppure anche a Molfetta, come in tutta Italia, i presidi di solidarietà si stanno moltiplicando. Sabato pomeriggio, alle 14, un nutrito gruppo di cittadini si è trovato in Piazza Municipio per dire “no” a razzismo e xenofobia. “L’Italia che resiste”, è stato il titolo della manifestazione, che ha avuto luogo anche in molte città limitrofe.
“La Manifestazione del 2 febbraio nasce come reazione spontanea di un gruppo di cittadini impegnati nel sociale davanti al quotidiano sfoggio di xenofobia, egoismo e mancanza di empatia. Non vogliamo essere come quelli che in tempo di guerra hanno fatto finta di non vedere quello che stava accadendo, questa piazza autoconvocata vuole essere la scintilla di una nuova resistenza”, recita il comunicato diffuso in tutta Italia, letto per l’occasione, in piazza, da Gabriele Vilardi e Luisa Gissi.
“Quella di l'Italia che resiste e` una piazza libera, plurale, autonoma. La presenza di bandiere e simboli di partiti e movimenti e` un invito ad un'assunzione di impegno e responsabilita` di fronte alla collettivita`: chi sara` in piazza sabato dovra` poi dar seguito alla propria presenza anche nelle opportune sedi istituzionali. Nessuno puo` mettere il cappello o strumentalizzare questa piazza senza venir chiamato col nome di chi si appropria di cosa non sua L’Italia che resiste sostiene l'illegittimita` umana e morale dei provvedimenti in materia di sicurezza”.
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Autore: Giacomo Pisani