Molfetta, celebrato il 25 Aprile. Il sindaco Natalicchio: dobbiamo essere partigiani di cose buone ogni giorno
MOLFETTA - Una festa che unisce, che risveglia le coscienze, che ricorda uno dei momenti più alti ed edificanti della nostra storia nazionale ma anche uno dei più drammatici e difficili: è il 25 aprile, giorno della liberazione del nazi-fascismo che questa mattina è stato celebrato a Molfetta da un corteo capeggiato da tutte le istituzioni cittadine e seguito da associazioni combattentistiche e comuni cittadini.
Vibrante e commosso è stato il discorso del sindaco Paola Natalicchio che ha ricordato l'impegno e il tributo di sangue versato dalla nostra città per l'abbattimento del regime fascista e la costruzione di una Repubblica Democratica. Obbligato quindi, il pensiero a Manfredi Azzarita, coraggioso capo partigiano fucilato dai nazisti alle Fosse Ardeatine e il cui coraggio è stato premiato con il conferimento postumo della medaglia d'oro al valor militare e Pietro Terracina, nostro neo-concittadino(a dicembre il Consiglio comunale gli ha conferito la cittadinanza onoraria) , internato nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau e quindi testimone diretto della folle e criminale barbarie nazi-fascista. Ma sono stati anche ricordati, tutti quei concittadini che si sono distinti per spirito democratico e senza calcoli si sono schierati dalla parte della difesa delle libertà.
Il sindaco ha manifestato l'auspicio che il 25 aprile possa esprimere un significato universale che superi i valichi del tempo e arrivi sino ai giorni nostri e a quelli a venire con immutata forza simbolica:
“ Siamo i partigiani della legalità dello stato sociale, della difesa a denti stretti della scuola pubblica e della sanità pubblica. Siamo gli amici del sindacato e delle lotte per i diritti dei lavoratori ad avere un lavoro e a non morire per questo. Siamo i partigiani della sostenibilità ambientale , perché nessuno sviluppo economico può giustificare l'uso irresponsabile e indiscriminato dei beni comuni.”
Il sindaco è poi intervenuto nella polemica innestata in questi giorni dal prefetto di Pordenone che ha vietato di suonare l'inno della resistenza partigiana, Bella Ciao per evitare turbamento all'ordine pubblico:
“ anche a Molfetta qualcuno mi ha avvicinato e mi ha detto: sindaco ma sei sicura che Bella Ciao la dobbiamo suonare?Cari cittadini della nostra Molfetta piena di storia e storie luminose sono sicura che la dobbiamo suonare Bella Ciao. Sono sicura che dobbiamo restare antifascisti e partigiani di cose buone e sono sicura he il 25 aprile dobbiamo portarcelo addosso 365 giorni all'anno”
Il corteo partito dal comando della polizia municipale ha percorso Via S. Angelo, Corso Dante ed è arrivato in Villa Comunale dove è stata deposta una corona d'alloro al Monumento ai Caduti. Qui c' è stato il saluto istituzionale del sindaco ed' è stato suonato appunto il canto simbolo della Resistenza, Bella Ciao. Al corteo, negli anni scorsi, scosso da polemiche e divisioni politiche, hanno partecipato anche esponenti del centrodestra cittadino come Antonello Pisani di Siamo Molfetta e Giacomo Rossiello dirigente provinciale dei Forza Italia.
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Autore: Onofrio Bellifemine