MOLFETTA – L’amministrazione comunale di Molfetta continua a tollerare l’abusivismo e, in pratica, a favorire il proliferare di questo fenomeno che ormai va assumendo proporzioni incredibili, grazie alla certezza dell’impunità.
A Molfetta l’amministrazione comunale fa passare l’idea che tutto è permesso, tutti possono fare quello che gli pare e non esistono regole, se non quella del più forte. Siamo in pieno far west, ma la cosa più grave è che tutto ciò viene “indirettamente” avvallato dal chi governa la città. L’amministrazione di centrodestra guidata dal sindaco-senatore-presidente Antonio Azzollini non solo tollera abusivismi e quant’altro, ma cancella l’operato della magistratura concedendo concessioni e legalizzando lo stesso abusivismo. Insomma, l’illegalità è stata legalizzata. Uno scempio della legge, delle regole, della giustizia, in una città ormai abbandonata a se stessa.
I cittadini non ne possono più di questo andazzo, di questa Molfetta sempre più sporca, sempre più incivile, sempre più senza regole, mentre l’amministrazione comunale, come fa il governo Berlusconi, si serve della propaganda per dichiarare che questa è una città pulita e dove vige il rispetto delle regole, prendendo così in giro e offendendo la gente. La protesta cresce e i cittadini si lamentano di questo andazzo, come questa famiglia che ha inviato a “Quindici”, che con il quotidiano on line e il mensile in edicola, continua da anni la sua battaglia civile quasi solitaria contro l’illegalità, una lettera con le foto allegate, che denunciano un’altra situazione di abusivismo.
Anche in questo caso non accadrà nulla: il sindaco continuerà ad ignorare e avvallare questa situazione (probabilmente sanerà l’abusivismo, con una rapida concessione) e gli abusivi prolifereranno. Fino a quando?
Ecco il testo della lettera firmata (per ovvi motivi, manteniamo l’anonimato) inviata a “Quindici”:
«Da anni ormai, la nostra famiglia frequenta la spiaggia libera, in particolare il tratto su cui si affaccia l’ex Park Club, dove il mare si presenta abbastanza pulito e bello.
Non si può dire lo stesso della spiaggia, alla quale è difficile accedere, anche se basterebbero semplici passerelle di legno per evitare di arrampicarsi sul terreno franoso o di camminare a lungo sulle pietre. Tuttavia quello è il luogo che ci permette di trascorrere l’estate al mare in modo sereno e poco dispendioso. Fino a quest’anno.
All’indomani della retata anti-abusivi a Molfetta, questa zona di spiaggia “libera” è stata totalmente occupata. Un gruppo di abusivi ben organizzati ha aperto (ogni giorno un po’, fino a sventrare del tutto), un varco nel cancello e nel muro adiacenti la piscina comunale e completato l’abbattimento del muro opposto, che dà l’accesso alla spiaggia, in modo da favorire smercio e rifornimenti vari, senza fare tragitti lunghi e faticosi. Gli abusivi hanno poi sgombrato dai ciottoli la vecchia piattaforma di cemento prospiciente la spiaggia e, pian piano, l’hanno occupata del tutto, montandovi al centro un grande gazebo, circondato da panche, tavolini, sedie, tende, tutti ogni giorno più distribuiti sull’intera piattaforma. I nostri “amici” usufruiscono dei servizi igienici del vecchio lido, da cui vanno e vengono senza problemi. Si sono così super attrezzati per vendere a nero bibite, patatine e chissà cos’altro, visto che stazionano lì notte e giorno e considerato che, in fondo, vendono ben poco della loro merce “ufficiale” ai bagnanti. Tra l’altro, si propongono come difensori dell’ordine pubblico: vigilano sulla spiaggia, danno ghiaccio a chi lo richiede, spazzano il “loro” tratto con aria da proprietari. Del resto, non è nata così, con questa forma rassicurante di “stato” che sostituisce lo Stato, anche la mafia?
Da qualche tempo, oltre a tutti i pomeriggi e le sere, anche in tarda mattinata gli abusivi allietano i bagnanti “sparando a palla” – gratuitamente – la loro musica preferita che, ovviamente tutti sono costretti a gradire. In questo clima assolutamente irrispettoso dei diritti di tutti e di ciascuno, noi trascorriamo la nostra estate, in ostaggio della prepotenza di pochi e del “silenzio” delle istituzioni che dovrebbero vigilare e non tollerare.
Qualche pio benpensante ci dirà che, poverini, anche loro devono lavorare. Facciamo presente che tutti noi lavoriamo onestamente, dopo anni di sacrifici, pagando fior di tasse».
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