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Modugno, “università” per operatori di bar e pub: presentazione domani con grandi bevute di birra
11 giugno 2003

MODUGNO – 11.6.2003 Nasce a Modugno «l'Amerigo Vespucci» dei gestori horeca. Come farebbe una nave scuola in mare, Be-Club è una specialissima “Università” per la formazione degli operatori che operano nel variegato mondo dei pub dei bar e dei locali serali. Una struttura didattica, come già ne esistono in altre parti d'Europa, che punta ad essere centro e volano per la professionalizzazione e lo sviluppo del comparto Horeca e superhoreca. Il centro di formazione ha un logo emblematico: Be-Club (il club del beverage), la scuola è un “classico locale” corredato di tutto punto, con banconi, sedie, tavoli e con un “ma”: senza clienti. Perché qui non si vende nulla. Ma ugualmente si spilla, si mixa, si mesce, si beve, come in pieno centro a Rimini, Roma, Rovigo, Rodi, Bari. Perché a Be-Club si formano i publican (gestori di pub) di oggi e di domani, oltre che a barman e ogni tipo di figura che opera nel mondo dei locali e degli esercizi per i consumi fuori casa. È nella sede di Partner spa, azienda di distribuzione di bevande aderente al gruppo distributori indipendenti Intesa che ha sede a Roma. Be-Club è un banco di prova, un luogo in cui specializzare ulteriormente, formare gli attori del mondo del beverage. Un centro di formazione innovativo dove si apprende l'ABC della gestione dei locali grazie ad esperti di settore provenienti da tutta Italia. Per la birra Bir-laden (al secolo Franco Re, giornalista e rettore dell'Università della Birra di Azzate Varese), per la sezione spirits e cocktail Gionni Gabriele (bartender e trainer della Worl Tenders di Viterbo) e per il vino (non più cenerentola dei locali notturni) la sommelier prof.Ais Teresa Ciccarone di Gioia del Colle. Ci saranno anche loro alla giornata inaugurale di Be-Club, domani giovedì 12 alle 10, per presentare l'iniziativa insieme ai tre azionisti di Partner Spa, Salvatore Divella (vicepresidente di Italgrob, associazione italiana grossisti bevande, presidente di Assocobe e amministratore delegato di Intesa gdi), Andrea Brandonisio e Francesco Trizio, rispettivamente responsabile acquisti e formazione, e responsabile delle vendite e del settore tecnico. «In un mercato moderno ed evoluto il valore professionale è il vantaggio competitivo» sottolinea Divella. «Nel settore horeca (hotel restaurant cafeterie, ndr) in cui noi come tantissime altre aziende siamo presenti, il fattore vincente può essere proprio la valorizzazione e il completamento delle proprie competenze professionali, per questo abbiamo pensato ad allestire una scuola di pub» rincalza Brandonisio. «Ma Be-Club è anche di più – aggiunge Trizio -, inteso non solo come formazione, ma anche un utile supporto in termini di marketing, di consulenza esterna, forti di una esperienza ultradecennale nel settore beverage, horeca e superhoreca in particolare che negli ultimi anni ha avuto un rilancio eccezionale sulla scia del cambiamento nello stile di vita degli italiani e dell'allargamento dell'assortimento dei prodotti offerti al cliente. Spirits, succhi, birra, vino, spumanti e prodotti food. Ogni categoria merceologica in Be-Club viene argomentata e studiata approfonditamente. Come si farebbe con il mare su una nave scuola. Qui l'argomento di esame è il beverage, con la penna in una mano e il bicchiere (o un boccale) nell'altra. Perché gli avventori, al bar come al pub, non si accontentano più soltanto di bere, ma anche di sapere con che cosa e come soddisfare pienamente il gargarozzo. In una parola degustare e far degustare, ma con efficaci microstrategie di marketing e comunicazione. E il migliore aiuto viene proprio da chi sta dietro il bancone. Per questo non mancano percorsi formativi inerenti le problematiche economico-finanziarie e quelle per la corretta gestione dell'esercizio. Anche saper spillare e presentare nella maniera giusta una semplice birra, può essere l'argomento del giorno, il role playing come tecnica comunicazionale di base, per porre i primi giusti passi e cominciare ad avviare il proprio locale, per far fruttare realmente investimenti solitamente dai 50mila euro in su, in una regione come la Puglia, in crescita esponenziale sotto questo punto di vista e prossima a divenire il secondo polo, dopo Rimini, del beverage nazionale.
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