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Michele Emiliano incontra Molfetta Affollatissimo convegno di Politica nuova “Dalla parte dei cittadini”
15 dicembre 2003

C'eravamo tutti, o quasi. In verità non ricordo se c'erano pure i “comunisti” e i rifondaroli, ma la maggior parte dell'opposizione comunale era presente, compresa la nuova opposizione di centro che era schierata al completo, anche perché l'incontro con Michele Emiliano era stato organizzato da “Politica Nuova” neo formazione politica schierata appunto con l'opposizione. L'aula consiliare era gremitissima di gente accorsa lì per ascoltare il procuratore candidato sindaco di Bari, figura nuova del panorama politico pugliese, e mi sembrava di essere tornato indietro di qualche anno allorchè, al posto di Emiliano sedeva Guglielmo, in verità più volte citato dallo stesso relatore. Eravamo lì per ascoltare le motivazioni che spingono un magistrato a chiedere l'aspettativa per candidarsi a sindaco di una grande città, accettare la sfida, quasi impossibile, di diventare sindaco di una città che da diversi lustri è una roccaforte della destra, e capire anche che cosa avesse a che fare con Molfetta. Eravamo lì, insomma per Emiliano e non per ascoltare l'introduzione di Pino de Candia anche se, essendo il padrone di casa, qualcosa è giusto che la dicesse, né l'intervento dell'avvocato Giacomo Ragno la cui funzione, a mio avviso, è stata solo quella di deprimere a tal punto l'uditorio per predisporlo ad accettare qualsiasi discorso da parte del magistrato-candidato e, in verità, se era questo il suo ruolo, ha raggiunto perfettamente lo scopo. La vera sorpresa è stato proprio Emiliano, specialmente per chi come me non è avvezzo a frequentare le aule giudiziarie e che, in questi anni, si è spesso trovato a dover aiutare i figli di coloro che giustamente il procuratore aveva contribuito a condannare. In verità avrei voluto chiedergli cosa ne pensasse delle tante persone fra mogli, figli o genitori che si sono trovati implicati, innocenti, in un meccanismo perverso per cui, venuta meno l'unica, seppure illecita, forma di sostentamento, si erano trovati da un giorno all'altro senza possibilità di sopravvivere. Quasi mi avesse letto nel pensiero, Emiliano ha raccontato le vicende dell'operazione “Reset”, le sue implicazioni sociali, del ruolo che ha avuto come giudice e di quello che adesso si pone come politico perché, se è giusto applicare la legge, e questo è il compito del magistrato, è altrettanto doveroso, per un politico, andare incontro ai bisogni della gente, specialmente dei più bisognosi, capire che spesso l'attività criminale è conseguenza di una malessere sociale ed economico al quale la politica, intesa come governo della cosa pubblica, deve dare soluzione. E' questo ciò che il candidato sindaco di Bari si prefigge: dare delle soluzioni partendo innanzitutto dal sociale. Non a caso i primi sostenitori alla sua candidatura sono stati i movimenti, le associazioni di volontariato, larga parte del mondo cattolico e diversi comitati di quartiere che hanno visto in lui il volto nuovo della politica in grado di affrontare e risolvere i problemi di Bari e poi, speriamo, con un effetto valanga, faccia sentire la sua efficacia anche in questa sonnolente Molfetta dove i servizi sociali sono ridotti alla mera assistenza (quando ci sono i fondi) o all'organizzazione di seminari, convegni, forum che servono soltanto a pagare lo psicologo e il sociologo di turno senza elaborare il benché minimo progetto. Ben vengano allora figure come Emiliano che, consapevoli del proprio ruolo e della propria funzione, contribuiscano a risolvere i problemi di quella parte della popolazione troppo spesso ingannata da politici che, (rispondo a Lillino), trova comodo risolvere i piccoli problemi che il disperato di turno, come un “cliens” dell'antica Roma gli pone, purché per le grandi questioni e per i grandi appalti non rompa le scatole. Pietro Capurso
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