Mezzogiorno e programmazione (I parte)
NAPOLI - 15.12.2007
La legge 634 del 1957 segna una svolta profonda non solo degli indirizzi guida dell'azione meridionalista, ma anche delle modalità attraverso le quali realizzarle. Oramai, lo Stato si pose esplicitamente l'obiettivo di favorire la piena industrializzazione delle regioni meridionali attraverso una serie di opere, di trasformazioni ambientali, di incentivi ed interventi diretti da parte dell'ordinamento pubblico in attività economiche, per condizionare il funzionamento del mercato fino a sostituirsi alla carente iniziativa dei privati.
Da una valutazione dei risultati conseguiti entro il primo ventennio di intervento, emerse che il decollo industriale del Mezzogiorno non poteva essere favorito esclusivamente da una programmazione svincolata da una profonda revisione delle linee guida della politica economica generale.
Rispetto a questa critica di fondo, il governo di Centro-sinistra ripose con la legge 26 giugno 1965, grazie alla quale l'intervento straordinario venne collocato in una più organica politica di piano.
Tuttavia, nonostante l'inversione di tendenza di alcuni indicatori economici particolarmente significativi come il reddito pro capite, sia il fallimento della politica di piano sia il permanere di varie forme di incentivazione fiscale per le aree depresse del Centro-Nord contribuirono a vanificare le nuove linee di politica economica per il Sud d'Italia.
Salvatore Lucchese