Luca Bianchini a Molfetta ha presentato il suo ultimo libro “Dimmi che credi al destino” alla libreria “Il Ghigno”
MOLFETTA - Spumeggiante, ironico, divertente, dissacrante. Tutto questo e molto altro ancora è Luca Bianchini (con Isa de Marco nella foto di Bruna Gaudio). Nel lungo incontro con i suoi lettori, presso la Libreria “Il Ghigno”, a conclusione dell’Autunno Letterario, lo scrittore, torinese di nascita, ma, come sottolineato dallo stesso, meridionale di adozione, ha intrattenuto fan e lettori, avidi di aneddoti ed episodi da cui ha preso spunto per i suoi libri. Bianchini, scrittore edito da Mondadori, giunge in libreria mettendo e mettendosi subito a suo agio, conquistando immediatamente i lettori.
Introdotto dalla padrona di casa, prof.ssa Isa De Marco, Bianchini si dimostra, da subito, anticonvenzionale. Cerca di rispondere attenendosi alle domande ma spazia, divaga piacevolmente scatenando sorrisi ed empatia. Spesso riportato “all’ordine” dal moderatore della serata Tommaso Amato, Bianchini, invitato per la presentazione dell’ultimo libro “Dimmi che credi al destino” proprio non riesce a stare “nelle righe”. Parla della sua famiglia, della sua infanzia, delle sue amicizie, della sua esperienza di conduttore radiofonico e della regione verso la quale sente più trasporto.
La Puglia, infatti, è la location ove sono ambientati due dei suoi romanzi “Io che amo solo te” e il sequel “La cena di Natale di Io che amo solo te”, dal primo dei quali è stato tratto un film campione di incassi girato interamente a Polignano a Mare. Luca è profondo conoscitore della cucina pugliese, delle tradizioni, dei riti da rispettare per convolare a nozze e soprattutto di una razza umana tanto generosa quanto espansiva: i Pugliesi.
Riportato al tema della sua ultima opera, Luca ammette che “Dimmi che credi al destino” è nato dalla telefonata allarmata di una sua amica italiana residente a Londra ove gestisce una libreria. Ornella, persona reale, è in cerca di un’idea che eviti la chiusura della libreria. Luca pensa di aiutarla scrivendo un libro sulla storia della libreria e sulle storie, realmente vissute dalla protagonista e da altri personaggi che la animano. Grazie all’interesse suscitato dal grande successo del libro, e dall’affascinante anima di Ornella, per la libreria è stato scongiurato il pericolo di chiusura.
Dialogando amabilmente con le lettrici, Luca Bianchini dichiara di aver un personalissimo concetto di destino. Come forma di gratificazione ammette di attribuire al destino solo eventi della vita positivi. E’ molto grato al destino che gli ha permesso di spaziare in vari ambiti, dalla radio, al giornalismo, alla scrittura. Scoperto nel 2007 da Fiorello, Bianchini ammette di essere molto riconoscente verso il pubblico e afferma che il modo migliore per rispettarlo è di non pensare a cosa possa piacere al pubblico pur di poter vendere un libro.
Sicuramente una presentazione non convenzionale quella di “Dimmi che credi nel destino” come unconventional person è Luca, un eterno ragazzo ancora stupito di tanto meritato successo.
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