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Liberty e Molfetta convivenza finita
15 giugno 2010

Nel raccontare l’annata calcistica 2009-10, abbiamo dato conto principalmente delle vicende del Liberty, formalmente prima squadra cittadina. Con qualche riserva mentale, abbiamo dato credito alla promessa del presidente Nicola Canonico d’impiantare a Molfetta una nuova realtà calcistica, con lo sguardo oltre la dimensione regionale. Come temevamo, Nicola Canonico, dopo un anno di convivenza con la nostra città, si sta confermando un personaggio errante. Dopo aver seminato il nulla prima a Bari e poi a Molfetta, pare abbia ora stia guardando altrove. La cosa non ci sorprende, solo i meno avveduti potevano credere che un mecenate, senza nessun legame con la città e la sua storia, potesse rinverdire la nobile tradizione calcistica molfettese. Lo abbiamo scritto sin dall’inizio: il Liberty in stile molfettese era solo un’incontro di due debolezze, tra una società senza storia, stadio e senza seguito e una città, o meglio uno spezzone rappresentato dalla tifoseria organizzata, con una tradizione e un campo, senza però una squadra. Nicola Canonico grazie alle sue cospicue sostanze ha venduto agli ultrà molfettesi un’illusione, oltre ai biglietti e alle trasferte gratis, addirittura si è inventato il nome di “Liberty Molfetta” che non risultava da nessuna parte. Ultimo “capolavoro” la sede sociale, aperta giusto per la campagna elettorale per le regionali, in cui Canonico si è rivelato gran collettore di preferenza, il più suff ragato nel Pd barese. Alle pretese di Canonico, ha risposto Mauro Lanza con l’acquisto del titolo di Promozione dell’Atletico Soccer, categoria mantenuta poi ai playout. A rendere caotica e ridicola la situazione le voci che un’altra società minore, il Milan Club, che avrebbe acquistato una società di Promozione. Se la notizia sarà confermata, l’anno prossimo nella cadetteria regionale ci saranno due squadre locali. Anche se di questi tempi è più facile acquistare un titolo sportivo che vincere un campionato, riteniamo che la rinascita del calcio a Molfetta non può passare attraverso scorciatoie che poi inevitabilmente conducono al nulla. Un titolo sportivo anche se importante, se non ha alle spalle una solida storia, crea solo un calcio geneticamente modifi cato o plastifi cato che non mette radici. Una squadra di calcio rappresentativa di una città è espressione di tradizione, storia e di stile, senso di appartenenza, di un movimento sportivo di base, tutte componenti accumunate dalla passione per uno sport che nonostante tutto ha ancora il suo fascino. Guardandoci attorno c’è una società con le suddette caratteristiche: la “Molfetta sportiva” (1ª Categoria) del mitico Carlino Tattoli. Questa società ha avviato un progetto ambizioso: divenire nel prossimo futuro la prima squadra cittadina, sulla scia della migliore tradizione calcistica locale, per la storia dei suoi uomini, per tradizione di stile e senso di appartenenza. Il progetto si basa su due aspetti, la prima squadra e il settore giovanile. “La prima squadra – ha detto il responsabile del settore giovanile Nico Altini – deve essere espressione del vivaio, solo così si potrà avere un futuro. Noi ci stiamo provando”. I risultati sono interessanti: la squadra Juniores e Allievi hanno vinto i rispettivi campionati, mentre i Giovanissimi si sono piazzati al secondo posto”. Il progetto poteva avere un’accelerazione se la prima squadra avesse sfruttato l’occasione dei playoff . Invece nella prima gara contro il Carapelle, tra le mura amiche e la curiosità di molti spettatori, i biancorossi hanno collezionato una fi guraccia: 2-7 per gli ospiti, decisamente superiori sul piano fi sico e della consistenza tecnica. L’epilogo ha off uscato una stagione che ad un certo punto si era connotata di riscossa. Infatti, dopo il cambio di boa (19 punti in virtù di 5 vittorie, 4 pareggi e 6 sconfi tte, 23 reti fatte e 21 subite punti, il ritorno era una cavalcata: 11 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfi tte, 35 reti segnate e 14 subite, una marcia che consentiva di chiudere al 4° con 54 punti. I playoff si caricavano di aspettative positive che però alla fi ne si sono trasformante in una cocente delusione. “Sapevamo – ci ha detto il dirigente Antonio Campo - che sarebbe stato diffi cile, ma l’uscita dai playoff in questo modo non c’è l’aspettavamo. Comunque la società lo aveva già dichiarato: il progetto della “Molfetta sportiva” sarebbe andato avanti indipendentemente dall’esito dei playoff e così sarà. Ci riproveremo l’anno prossimo”. Per capire che calcio ci sarà a Molfetta nella prossima stagione, bisognerà aspettare quando scatteranno i termini delle iscrizioni ai campionati. Chissà se ci saranno altre sorprese. Per ora: buona estate.

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