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Lavoro marittimo, questo sconosciuto Convegno per spiegare le norme del codice della navigazione
15 novembre 2003

Il lavoro marittimo è stato al centro dell'incontro-dibattito, organizzato dal CE.DI.M (Centro Difesa Marittimi), con il patrocinio del Comune di Molfetta, nella sala consiliare della nostra città. L'iniziativa si è posta l'obiettivo di far conoscere i diritti ed i doveri dei marittimi in una realtà come la nostra, dove il mare ha da sempre rappresentato una grande risorsa. Il presidente del CE.DI.M, Mauro Brattoli, ha spiegato cosa siano il contratto d'arruolamento, il rapporto di lavoro nautico, la nave della navigazione marittima, l'equipaggio della nave mercantile, il comandante della nave mercantile e l'armatore. A disciplinare i principi del lavoro marittimo il codice della navigazione, ma spesso vi è una violazione delle norme e il marittimo è trattato come uno schiavo, piuttosto che come un lavoratore come gli altri che, anzi, corre più rischi e per questo dovrebbe essere più tutelato. Il contratto di lavoro che firma il marittimo si chiama “contratto d'arruolamento” ed è un atto amministrativo stipulato davanti all'autorità marittima. La convenzione marittima non va fatta davanti al notaio, ma davanti all'autorità marittima. Il contratto d'arruolamento è stipulato perché la nave deve poter navigare nell'ambito delle leggi predisposte dallo Stato. La nave è costituita da un equipaggio nella quale ci sono sia il comandante sia l'armatore. L'armatore rappresenta la nave. L'equipaggio deve essere formato da marittimi iscritti nell'agenzia. Il comandante ha il potere a bordo ed è un normale dipendente, ma rappresenta legalmente l'armatore quando non c'è. L'armatore, invece, è colui che attrezza la nave, arruola l'equipaggio che è formato dal comandante, da tutte le persone arruolate, ed assume l'esercizio della nave, impiegandola al proprio servizio o al servizio di altri. Una chiarificazione di termini di cui c'è bisogno perché c'è molta ignoranza in merito, accade che spesso si confonda il comandante con l'armatore o viceversa, mentre sono due figure distinte. L'articolo 603 del codice della navigazione sancisce il rapporto di lavoro nautico. Anche il personale navigante ha diritto ad avere contributi accumulati durante gli anni di navigazione. Purtroppo sono tanti i marittimi che non vedono calcolati i contributi ai fini della pensione d'anzianità e che perciò non riescono a recepire la pensione d'invalidità in caso d'infortuni. Il CE.DI.M è nato anche per questo, come associazione senza fini di lucro che offre assistenza legale ai marittimi che hanno visto violati i loro diritti. Il CE.DI.M nacque nel 1984 come “Centro difesa degli interessi marittimi”, ma fallì a causa delle scarse adesioni, poi è rinato nel 2001 come “Centro difesa marittimi”. E' un'associazione di volontari rappresentata da quattro dirigenti: il presidente Mauro Brattoli, Felice Spadavecchia, Luigi Cinardi e Pietro De Santis. Il CE.DI.M, dichiara il presidente Brattoli: “Vuole essere una porta dove bussare per guardare al passato ed avere risposte per guardare al futuro”. Fra le finalità dell'associazione anche quella di valorizzare un mestiere così antico affinché sia apprezzato dai giovani. Alessandra Palmiotto
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INVALIDO MARITTIMO LAVORO PER DARE UN IMMAGINE ALLA CATEGORIA CON LA COSTITUENDA “PRO VOLONTARIATO MARITTIMI” ALLEGO ALLA PRESENTE CONSIDERAZIONI PERSONALI CON RIF ALLA CIRCOLARE INAL DEL 15 APRILE 2004 NR 25 INVIATA A TUTTE LE SEDI INAIL e A TESTATE GIORNALISTICHE NAZIONALI.Distinti saluti Leggo che l'INAIL, con circolare 15 Aprile 2004 n 25, conclude un periodo di osservazione delle patologie che interessano quei lavoratori che, per incarico o mansione professionale, sopportano quotidianamente carichi che interessano, appunto, la regione del rachide. Il quadro di riferimento per la trattazione delle pratiche, dato dall'Inail nella circolare n.25 del 15 aprile 2004, è frutto del lavoro svolto negli ultimi tre anni nell'esame di oltre 1000 pratiche riguardanti queste patologie.L'altro ente parallelo intanto,L'IPSEMA, tacita forse per tenersi in vita ancora. Come sempre , in una Nazione dove il cemento e la pseudoindustria predominano, POLITICI , TECNICI, AMMINISTRATIVISTI DIMENTICANO CHE L' ITALIA HA RISORSE socioeconomiche UNICAMENTE SUL/DAL MARE E PER IL TURISMO E PER LA PESCA E PER I TRASPORTI ( le autostrade veloci nord-sud lato tirrenico e adriatico esistono e sono parallele alla struttura morfologica longitudinale della ns penisola) E UNA CATEGORIA OCCULTA E POCO PROTETTA MA FORTISSIMAMENTE NECESSARIA QUALE I MARITTIMI E' MESSA AL BANDO Si legge che tali patologie dipendono tuttavia sia dall'uso di strumenti vibranti sia da altre fonti quali, ad esempio, la movimentazione di carichi notevoli. Più vibrante dello scafo di una nave sotto propulsione meccanica delle macchine,di caldaie, di generatori di corrente, di estrattori, di pompe e massimamente della “rotta” (esposizione agli agenti atmosferici) sfido trovare studiosi e tecnici capaci di smontare studi e esperienze del sottoscritto oltretutto rapportate a 24 ore di presenza al giorno sul mezzo. Le vibrazioni trasmesse al corpo intero (W.B.V.) Le più comuni attività lavorative che comportano il rischio da esposizione a W.B.V. sono quelle connesse alla guida dei mezzi di trasporto e delle macchine semoventi, industriali e agricole. E' utile ricordare che, rispetto ai valori di vibrazioni raggiunti dai mezzi su rotaia , che risultano i più bassi, quelli prodotti dagli altri mezzi di trasporto sono: • duplicati, per la guida di autobus di linea e autocarri di recente progettazione (valori più alti riguardano invece gli autocarri utilizzati prima della metà degli anni settanta) • triplicati, nella conduzione di trattori agricoli • quadruplicati, nell'uso di carrelli elevatori o di macchine semoventi a motore diesel • aumentati sino a nove volte, nella conduzione di pale meccaniche e di mezzi cingolati. Quanto sopra descritto deve essere inteso come un orientamento di massima, dato che l'accelerazione lungo l'asse verticale non è l'unica grandezza descrittiva dell'esposizione a W.B.V.. MEDICINA E LETTERATURA DIMENTICANO CHE IL PERSONALE NAVIGANTE E' SOGGETTO ANCHE DURANTE IL RIPOSO A LIVELLI DI ESPOSIZIONE ALLE VIBRAZIONI, A MAGGIOR RAGIONE OGGI CON SCAFI ESAGERATAMENTE SOLLECITI A LEGGERI MOTI ONDOSI; E CHE DIRE CON MARE TEMPESTOSO E IN CONDIZIONI DI TURNI CADENZATI MA SENZA IL GIUSTO E SANO RISTORO DEL SONNO E SENZA RIPOSO SETTIMANALE E ANCHE MENSILE. Voi Enti certificatori e promotori di studi sulla sicurezza, sulla salute proponete all'esecutivo gli aggiustamenti mirati a norme e massime.Cominciamo a proteggere i naviganti dai rischi di uso di apparecchiature e macchinari da ufficio, all'esposizione ai videoterminal ( scusate il calcolo matematico: Sotto il profilo qualitativo la flotta mercantile italiana è individuata come flotta giovane ed a tecnologia avanzata per cui la superautomazione anche sulle navi ha portato a operare esclusivamente tramite monitor e tastiera, le tabelle del personale sono vincolate al CCNL e per tanto ogni singolo operatore effettua 8 ore al giorno (turno 4+4) davanti ai schermi più eventuali straordinari: Il tutto per sette giorni alla settimana, il tutto per 30/31 giorni al mese.Il tutto per un periodo di 3,4,5,6 mesi che si possono navigare. In barba ad ogni norma tutti non vedono, non sanno, non parlano per cui urlo “OMERTOSI” INFINE LA PRESENTE A DENUNCIARE CHE IL PERSONALE NAVIGANTE DI PETROLCHIMICHIERE A TRAFFICO DI CABOTAGGIO ( i cui Armatori godono di sgravi contributivi particolari) OGGIGIORNO DOVREBBE ESSERE INTEGRATO NEL CCNL DEI CHIMICI E NON DEI TRASPORTI DOVE LE ORE DI ESPOSIZIONE AL MANEGGIO, ALLA CUSTODIA DEI CARICHI, AI CAMPIONAMENTI, AI VAPORI, SONO PREVALENTI RISPETTO AL TRASPORTO IN SE STESSO. SE TECNICI QUALI IL RINA POTESSERO ESTRAPOLARE DATI E TEMPI DI OPERATIVITA' NAVE PER CARICAZIONE E DISCARICHE SI RILEVEREBBE CHE L'UFFICIALE DI ROTTA E/O IL MARINAIO ALTRO NON E' CHE UN ESPOSTO AI PRODOTTI PETROLCHIMICI CON UNA CULTURA E UNA FORMAZIONE APPROSSIMATA ALLE ESPERIENZE TANTO DOVEVO. CLC-PERITO e ESPERTO NAVALE e PETROLCHIMICO Viola Salvino
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