La Società di Mutuo Soccorso fra Marinai: I Figli del Mare
Appunti di storia
Nella seconda metà del XX secolo, dopo l’Unità d’Italia, le classi dei lavoratori, per affrontare diverse crisi economiche con l’aiuto di personaggi influenti, si associarono per categorie. Nella nostra città il fervore patriottico e sociale aveva lo scopo di favorire lo sviluppo e il benessere sia comunitario che individuale. A Molfetta nel 1859 alcuni padroni marittimi e marinai promossero la costituzione di una società di mutuo soccorso, ma inspiegabilmente dopo alcuni anni fu sciolta. Nell’agosto del 1882 alcuni marinai, per far fronte a diverse crisi costituirono una società: I Figli del Mare. Aveva la sede sociale in Via S. Domenico, n. 7. Nel 1885 erano iscritti 276 soci. Questi versavano una quota mensile, e lo scopo principale della società era ricavare da un lavoro collettivo degli utili per poi investirli nel Debito Pubblico; ogni anno gli interessi maturati servivano a sostenere i vari obblighi verso i soci. La Società svolgeva il compito di carico e scarico delle merci da sottobordo dai velieri e dai piroscafi alla spiaggia per questo si era fornito di diverse chiatte e lance. Dei proventi di questo lavoro una parte andava alla Società e, poi si pagavano i lavoratori. Prestava anche delle somme dietro il pagamento degli interessi. Il 13 dicembre 1883, un veliero francese entrò nel nostro porto e per il mare tempestoso fu spinto sulla Secca delle Monacelle rompendo la chiglia affondando; la società “I Figli del Mare” allestì in soccorso diverse lance a remi salvando l’equipaggio. Il Consiglio Comunale di Molfetta per l’atto altruistico dei soci decise di dare alla società una medaglia d’onore del valore di £.100. All’occorrente svolgevano altri compiti: per esempio nel 1910 in occasione dell’epidemia del colera ebbe l’incarico dal Comune di provvedere con le proprie imbarcazioni a rifornire la città di acqua di mare, prelevandola a 200 m dalla costa e versarla nelle botti situate sulla banchina. Col tempo la Società accumulò un modesto capitale e nel 1901 lo investì acquistando la licenza per una farmacia; la stessa era a Via Borgo 62 e gerente era Nicolò Candida. Nel 1911, acquistò un locale sotto la muraglia, accanto alla porta principale del Borgo Antico, precisamente al n. civico 78, trasferendovi la farmacia che era amministrata dal farmacista Graziano Candida di Nicolò, laureatosi a Napoli il 3-7-1889. La Società con la propria bandiera partecipava a tutte le manifestazioni pubbliche. Inoltre nella propria sede, a seconda della circostanza, teneva delle conferenze pubbliche: nell’anniversario del XX Settembre l’avv. Mauro Sorgente di Bari il 23 settembre del 1901 tenne una conferenza. Nel 1902 Gioacchino Poli commemorò Imbriani. Nel 1907 Raffaele Cotugno di Trani trattenne i soci su: “la scienza, l’ignoranza e sui progressi della chimica, della fisica dell’elettricità e della meccanica”. La Società partecipò con 500 lire al soccorso per i terremotati di Messina. L’11 maggio del 1911, ci fu una festa alla Società I Figli del Mare con la partecipazione al pranzo sociale di oltre 100 soci; il presidente onorario avv. Domenico de Ruvo rivol- L’Ermitage a Mosca se parole di ringraziamento per essere la Società una delle prime a pensare alla vecchiaia dei marinai. Nello stesso anno le società I Figli del Mare e quella dei Lavoratori del Mare sollecitarono l’installazione di una fontana al Porto. Il volume Le Condizioni della Marina Mercantile del 1928 riporta: Nel 1928 i lavoratori del porto di Molfetta erano divisi in stivatori e braccianti, i primi appartenevano alla Coop. I Figli del Mare ed i secondi alla Coop. Caricatori e Scaricatori del Porto Il Leone. La Coop. I Figli del Mare è sorta 44 anni or sono, come società di fatto per i lavori marinareschi, per lo stivaggio e distivaggio delle merci e per esercitare il mutuo soccorso fra i soci. Da alcuni anni è legalmente costituita con apposito statuto e regolamento. Tale associazione è composta da marittimi, i quali salvo un piccolo gruppo che vi ha da tempo rinunciato, esercitano, come principale mestiere, la navigazione, imbarcando su piroscafi e velieri al traffico e solo nell’intervallo fra un imbarco e l’altro lavorano, a turno, in porto allo stivaggio e al distivaggio delle merci. Gli introiti della Coop. nel 1928 ammontano a £.95.112,70 con una media di giornate lavorative di 180 ed un guadagno medio per ciascun operaio di £.16 per giornata lavorativa e di £.6 per giornata vissuta; inoltre corrisponde a ciascuno dei lavoratori vecchi ed invalidi £.20 al mese, oltre 1/3 dell’importo delle giornate lavorative fatte dai soci mensilmente. In caso di malattia, le spese di cura sono a carico della Coop. che corrisponde, inoltre, un sussidio di £.0,60 al giorno. Se la malattia è contratta dal socio nel periodo in cui egli è di turno di lavoro, gli viene corrisposto per tre mesi un terzo della paga dei compagni. In caso di infortunio, metà paga è corrisposta dall’Assicurazione e metà dalla Coop. Il R. Decreto del 24 gennaio 1929 mise ordine alle Società che operavano nei porti: tutti gli operai vennero inquadrati nelle Compagnie Portuali con a capo un console. Per quanto riguarda la Coop. “I Figli del Mare” (vi erano 13 operai permanenti e 33 avventizi) questa abbandonò il servizio di carico e scarico nel Porto. Nel 1940, diminuirono la contribuzioni dei soci e pure gli interessi ricavati dalle cartelle del Debito Pubblico per cui per dare ancora un sussidio ai soci pensionati nello stesso anno si vendettero sia la licenza farmaceutica che il locale al farmacista Francesco Lovero (nel 1975 si trasferì in Piazza Garibaldi ex Palazzo Cappelluti). Con atto del 1 ottobre 1950 del notaio Domenico Colella di Molfetta, la Società Anonima di Mutuo Soccorso e Cooperativa di Lavoro “I Figli del Mare” fu prorogata per 5 anni dal 1° gennaio 1951 al 31-12- 1955 con un nuovo statuto sociale e con un capitale illimitato diviso in azioni da £.500 ciascuna. L’1-6-1951, Anselmo Amato in rappresentanza della Società Coop. “I Figli del Mare” e del Circolo Marittimo stipulò con Giuseppe Salvemini in rappresentanza della FILM (Federazione Italiana Lavoratori del Mare) un contratto di locazione della propria sede per 5 anni dietro il pagamento di £.12.000 mensili più £.500 destinate al fondo cassa del Circolo Marittimo, quindi tutti i soci effettivi della società “I Figli del Mare” diventavano soci effettivi del Circolo Marittimo. Al 4-11-1956 erano 22 i soci rimasti dell’antica società “I Figli del Mare” e furono tutti liquidati delle loro spettanze. L’ultimo presidente della Società I Figli del Mare fu Giuseppe Mezzina fu Vincenzo, classe 1888. © Riproduzione riservata