La Festa dei Popoli a Molfetta
MOLFETTA - “Quando ne parlo coi miei figli, sentano a crederci. Ho sei fratelli, quattro di noi sono a Molfetta e ricordo che quando andavamo dal panettiere, non ci veniva consegnato il pane in quantità ma un pezzo per ciascuno che doveva bastare per giorni. Ci aggiravamo per la casa, a piedi nudi in inverno, senza riscaldamento, senza indumenti caldi, alla ricerca del cibo. Siamo scappati per la fame, non sapevamo cosa succedesse nel mondo, perché questo è il comunismo in Albania”.
Testimonianze ed orgoglio di quella che oggi definiremmo resilienza, la capacità di sopportare ed adattarsi.
Tutto è sempre meglio che meglio di soccombere non solo alla fame ma anche alla mancanza di diritti, dell’istruzione, della liberà di professare una fede religiosa.
E tanto altro ancora è quello che è emerso durante la Festa dei Popoli 2023, un appuntamento che si ripete a cura di enti ed associazioni. Panathlon Club, Rete dei Popoli e InCo confermano la necessità di tenere sempre viva l’attenzione su cittadini di altre nazionalità che operano e si integrano nel nostro tessuto cittadino, creando ricchezza di condivisioni. I racconti popolari interpretati dal prof. Pietro Capurso hanno reso ancora più piacevole lo scambio tra culture.
E la guerra è solo lontana fisicamente nella studentessa che vede i genitori ucraina e russo, vivere dolorosamente una separazione dettata da strategie belliche alle quali si oppongono congiuntamente.
L’escursione nella Lama Martina in una domenica di autunno che sembra estate, predispone ad un ascolto attento, a condividere emozioni e ricordi di chi ha lasciato la propria terra per un futuro migliore.
Non ci distraggano i sorrisi di chi racconta la propria vita; sono sorrisi di chi ha camminato a fianco con la sofferenza, non la combatte ma ci convive.
E la Festa dei Popoli è la loro festa, la festa di chi può raccontare perché siamo tutti emigranti in un mondo, alla ricerca di una serenità che troppo spesso viene sottratta.
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Autore: Beatrice Trogu