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L'opposizione prova a far sentire le sue voci Manifestazione organizzata dal Movimento del Buongoverno
15 maggio 2003

Annunciata da tempo come una manifestazione unitaria delle opposizioni sulla vicenda del ridimensionamento dell'ospedale, quella che si è svolta al cinema Odeon nella mattinata del 4 maggio si è rivelata un'occasione mancata o una commedia degli equivoci. Anche se l'evento era stato pubblicizzato come una manifestazione del “Movimento del Buongoverno”, con un manifesto dal titolo battagliero “Amministrazione scellerata, città allo sbando”, quindi non solo il tema dell'ospedale, gli annunciati interventi del segretario di Rifondazione Comunista Vito Copertivo, di Gianfranco Pretruzzella segretario dei Ds e Nino Sallustio (Margherita-Ulivo), avevano alimentato l'idea che si andasse oltre una semplice manifestazione di un movimento politico, e che magari fosse l'inizio di un percorso comune per dar vita ad un progetto alternativo. Invece tutto si è complicato con l'assenza per motivi di salute dell'ex sindaco socialista Beniamino Finocchiaro: anche i tentativi degli organizzatori di garantire un suo intervento telefonico, non sono andati a buon fine, per motivi tecnici. Così davanti ad una platea di circa 300 persone, l'assenza dell'atteso protagonista, ha costretto gli annunciati ospiti comprimari (Copertino, Petruzzella e Sallustio) ad occupare la scena, modificando il significato della manifestazione e deludendo i curiosi. Ad aprire gli interventi è stato Vito Copertino che ha contestualizzato la situazione politica generale sostenendo come le politiche neoliberiste producono un senso di insicurezza e toccando tematiche generali come la pace, i diritti, la privatizzazione delle risorse naturali. Per Copertino queste politiche sono devastanti soprattutto nelle piccole comunità dove cresce l'insicurezza per la salute, per il federalismo fiscale, la casa e il lavoro. Da ciò ne deriva una città allo sbando, con un Consiglio comunale retto da una maggioranza silente e senza valori. Stilettate al sindaco Tommaso Minervini per non aver difeso l'ospedale prima e rivendicato poi le promesse agostane di Fitto, con l'accusa di aver barattato tutto in cambio del privilegio di un incarico nell'Ato (Ambito territoriale ottimale, una società che gestirà le risorse idriche). Dopo aver tracciato un giudizio negativo sul Bilancio 2003 perché, superficiale, inefficace e pieno di contributi e omaggi vari, Copertino senza azzardare una vera proposta politica, ha parlato di un'opposizione diversificata in cui sono presenti le ragioni della buona amministrazione, del cambiamento e della sinistra antagonista, inserendo tutto l'universo movimentista, definito insieme di soggetti sociali nuovi e liberi: dal volontariato, al Social forum ai dissubidienti. Francamente non c'eravamo mai accorti che a Molfetta ci fossero tutti questi soggetti. Insomma un intervento teso ad esaltare le voglie di egemonia del proprio partito, con l'immancabile invito elettorale a votare Sì al referendum sull'art. 18 e a leggere “Le passioni di sinistra”. Provocatorio, sofisticato, o semplicemente incomprensivo l'intervento con toni dimessi a tratti intimistici di Gianfranco Petruzzella. Il segretario dei Ds ha esordito con una domanda: “Quanto vale il nostro voto?” senza però spigarne il senso. Forse un invito alla riflessione e del perché di fronte alla povertà politica di chi ci governa non c'è un minimo di indignazione. E' un'accusa sottile alla ricchezza civile della città che appare distratta di fronte all'agire irragionevole, alle distorsioni dei meccanismi decisionali che ormai sembrano normali. Petruzzella ha detto che la sinistra sta pagando una serie di errori ed illusioni, di sentirsi con le spalle al muro e provocatoriamente ha affermato che l'Amministrazione comunale se cadrà sarà perché al suo interno sta emergendo un'opposizione sulle cose e sui fatti. L'intervento è terminato con un'altra domanda enigmatica: “Vi rendete conto”? Mah! Di fronte a questi quesiti è facile dire che Marzullo avrebbe fatto meglio. A tirare su il morale della platea ci ha pensato Nino Sallustio (nella foto) che ha accusato la triade Minervini- Azzollini-Amoruso di aver sottoscritto non un'alleanza politica, ma una sorta di patto societario del 33% a testa e che il l'Amministrazione comunale in due anni ha badato soprattutto a saldare i debiti elettorali. Sallustio ha sottolineato che il sindaco, ostaggio dei due parlamentari, si è insediato in una condizione eccellente creata grazie al lavoro dell'amministrazione di centrosinistra guidata da Guglielmo Minervini: Prg, Piano “ex art. 51”, Piano 167, Pip, zona Asi rivitalizzata dopo decenni di abbandono, Patto territoriale “Conca barese”, opere in realizzazione come Piscina, Palazzetto 167, San Domenico, Ospedaletto dei Crociati, Torrione Passari. L'attacco al sindaco è stato frontale e a tutto campo: la mancata indignazione sulle false promesse di Fitto sul destino dell'Ospedale e il Preventorio, i ritardi nell'attuazione del Piano Regolatore, la logica delle varianti in barba ai vincoli dello stesso Prg e soprattutto la violazione costante delle regole ormai divenute prassi. Sulla correttezza e trasparenza Sallustio non si è risparmiato ed ha accusato la maggioranza di portare la città allo sbando, senza una idea di identità, negando la politica, e ha denunciato deficit di legalità, questione morale e partecipazione. Sallustio ha terminato con un accorato appello ali cittadini democratici e liberi di tornare al coraggio della partecipazione politica, per un progetto alternativo che deve essere possibile, per portare la città fuori dal buio della democrazia. Di fronte a queste parole è scoppiato un applauso quasi liberatorio del pubblico. Uscendo dall'Odeon abbiamo sentito vari commenti sull'esito della manifestazione: molte insoddisfazioni e pochissime note positive, legate soprattutto alla voglia di essere presenti, di dimostrare che centro sinistra ancora c'è, con la certezza, però, che un progetto alternativo alla maggioranza di centrodestra, è ancora tutta da inventare. Francesco del Rosso
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