L'assessore regionale Minervini riallaccia il dialogo con i giovani della sua città
Dall'incontro alla sala Turtur è stata ribadita la necessità che il partito democratico sia pronto ad ascoltare e la voglia dei giovani di partecipare alle scelte
MOLFETTA - Il Partito Democratico chiama, i giovani rispondono. Non ci si poteva aspettare che partecipassero tutti i giovani di Molfetta, sarebbe stata una pretesa esagerata, anche considerando l'attuale fase di antipolitica; l'intento di Guglielmo Minervini, Assessore regionale alla trasparenza e capolista dei Democratici per Veltroni alle primarie del 14 ottobre nel collegio Molfetta-Bisceglie, non era quello di guardare al numero di partecipanti ma creare le condizioni per riallacciare un dialogo con una categoria sociale verso la quale la classe politica, fino ad ora, ha creato un solco insormontabile che ha portato i giovani a non partecipare.
I giovani di Molfetta ci sono e sono pieni di energie e capacità, pronti a moltiplicare idee e a moltiplicarsi, con una forza di aggregazione che inizia a preoccupare non pochi politici. Chi pensava che i giovani fossero un semplice pacchetto di voti da utilizzare solo nelle tornate elettorali, svendendo la loro dignità per una cena, per un reggiseno o per un buono benzina dovrebbe ricredersi, o meglio dovrebbe farsi da parte.
È stata una discussione di alta qualità quella che si è svolta ieri sera nella sala Turtur; un momento di aggregazione tra giovani di cui a Molfetta, ormai, si era persa traccia da molti anni. I partecipanti hanno potuto esprimersi liberamente, senza misurare le parole, e senza aver timore di parlare, partendo dal motivo per cui la politica ai giovani fa schifo, per arrivare a cosa si potrebbe fare per migliorarla. Con questo non si vuole elogiare l'organizzazione del costituendo Partito Democratico, anzi l'auspicio e che queste discussioni possano riguardare tutto il bacino politico, dall'estrema sinistra all'estrema destra.
Tra le diverse manifestazioni organizzate dal costituendo Partito Democratico, questa è stata una delle poche in cui si è incominciato ad intravedere qualche elemento di novità. A partire dalla convocazione, non più con i classici manifesti, ma dei banner pubblicati nei siti internet d'informazione locale, strumento di comunicazione preferito dai giovani. Anche lo svolgimento del dibattito è stato nuovo. Non il classico banco dei relatori che parla dall'alto sulla platea, ma un cerchio di sedie, con i giovani posti sullo stesso livello, in cui l'Assessore aveva solo il compito di stimolare una libera discussione con brevi domande. Quelli che invece sono stati definiti i “vecchi politici” erano in seconda fila ad ascoltare. L'Assessore, in questo modo, ha voluto dare un segnale forte di quello che dovrebbe essere il nuovo Partito Democratico, un luogo in cui i giovani dovranno essere in primo piano sulla scena, con gli esperti dietro le quinte ad ascoltarli, consigliarli e formarli.
Alla prima domanda “Perché la politica fa schifo ai giovani”, i partecipanti si sono scatenati:« perché chi dovrebbe rispettare le regole è il primo a non farlo; le promesse non vengono mai mantenute e sono solo un pretesto per raccogliere i voti nelle tornate elettorali; mancanza di politici carismatici, anzi al contrario pronti a mettere in discussione i propri valori per cambiare facilmente la casacca politica; perché la politica è scollata dalla realtà e non è pronta ad aprirsi alle critiche dei cittadini e dei giovani in particolare». Alla seconda domanda, “perché è importante la politica”, è emerso come i giovani sono attenti al proprio futuro e vogliono migliorarlo: «è importante per risolvere i problemi, per decidere; è il sale della democrazia che permette di confrontarsi, senza la quale non ci sarebbe stabilità; la politica è uno spazio collettivo per la partecipazione di tutti; la politica è come un cantiere edile senza la quale non potremmo costruire».
L'Assessore Minervini ha incalzato ancora, “cosa potremmo fare per migliorare la politica”, qui i giovani sono apparsi un pò disorientati, proprio a sottolineare come i politici attuali non hanno consentito loro di partecipare al miglioramento della realtà, ma non sono mancate le buone idee:«creare costume civico, anche rivendicando lo scontrino al commerciante; non vendere il voto, informandosi sul candidato e non facendo riferimento solo agli ideali del partito per cui si schiera; non intimorirsi davanti ai politici, mantenendo un atteggiamento critico». E infine, “cosa dovrebbe essere il nuovo Partito Democratico”: «un partito di onesti cittadini che sappia rendersi conto delle vere esigenze, decidendo con competenza; che sappia informare con dei linguaggi semplici, senza teatrini; un partito che lasci il passo ai giovani, formandoli e determinando un adeguato cambio generazionale».
Al termine del dibattito nessuno ha avuto il compito di trarre delle conclusioni. Alcuni hanno ritenuto che è il momento di schierarsi e provare a cambiare le cose, altri hanno ribadito che la politica si fa tutti i giorni con le nostre azioni, anche senza tessere di partito. Su questo l'Assessore, ricordando la sua esperienza di scout, di professore, di sindaco, ed ora di Assessore, ha affermato, che questi non sono altro che differenti modi di partecipare come cittadino alla vita di tutti i giorni, cercando di contribuire al suo miglioramento. Ciò che è emerso con forza è di rivedersi con maggiore frequenza e di trasformare questo strumento di partecipazione pubblica in una fabbrica di idee, da cui i delegati politici potranno attingere, riportando la voce dei giovani nelle sedi decisionali. Il messaggio, ovviamente, è rivolto anche ai delegati all'Assemblea Costituente del nuovo Partito Democratico che saranno eletti Domenica 14 ottobre, a cui si chiede di ascoltare i cittadini prima di fissare le regole d funzionamento del nuovo soggetto politico.
Autore: Roberto Spadavecchia