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Incuria e superficialità nella gestione pubblica a Molfetta: dall’asilo al cimitero. Un cittadino scrive a “Quindici”
28 febbraio 2025

 MOLFETTA – Come per le due mattonelle ancora rotte all’asilo, che restano ad eterno esempio di inerzia e sciatteria pubblica, oltre al rischio per i bambini (ne abbiamo parlato già due volte, ma ci scontriamo col muro di gomma, forse qualche genitore provvederà a mettere un po’ di cemento per chiudere almeno il buco, non sarà esteticamente bello, ma almeno eviterà il rischio di cadute, oppure, come sempre, bisogna aspettare l’incidente?) nella città della cementizzazione selvaggia (ma non dove serve), un’amministrazione comunale si giudica dalla capacità di gestione quotidiana delle opere pubbliche.
Intanto ai bambini che chiedono ai genitori e soprattutto ai nonni, perché nessuno chiuda il buco, rispondiamo che il sindaco è impegnato nelle grandi opere pubbliche e non ha tempo nelle piccole cose che non lo consegneranno alla storia, la Multiservizi è… distratta, i vigili sono impegnati a fare cassa con multe a raffica ai genitori che sostano per qualche minuto per prelevare i piccoli dall’asilo e basta una sediolina a coprire la vergogna del buco.

Le opere comunali realizzate con grande spreco di denaro pubblico (le tasse dei cittadini) vengono poi abbandonate al loro destino di incuria e vandalismo. A Molfetta sembra essere la regola: finito l’appalto, magari con una bella inaugurazione, tutto poi è affidato al… destino e alla buona volontà e al civismo dei cittadini, a cui si raccomanda sempre il sindaco.

Lo stesso Minervini e gli assessori sono sempre pronti, attraverso l’ufficio propaganda del Comune, a vantare la bellezza di opere non ancora terminate, vedi la cosiddetta “riqualificazione” di via Don Minzoni, dove la presunta nuova area verde, non proprio bella per la verità, viene vantata prima della conclusione dei lavori, facendo parlare l’architetto in una specie di autointervista celebrativa, che non abbiamo preferito non pubblicare, per rispetto a noi stessi.

“Quindici”, unico media cittadino non adorante, continua in piena libertà nel suo dovere di controllo dell’amministrazione e dei dipendenti comunali a nome dell’opinione pubblica, ricordando ai vari assessori che non sono le grandi opere pubbliche, gli appalti milionari, a rendere vivibile una città che non lo è più da tempo, ma il decoro che manca per la sporcizia, l’inefficienza delle strutture comunali, vedi i semafori malfunzionanti e le strade piene di buche, mentre i giardini sono abbandonati a se stessi, pronti per una nuova ristrutturazione, magari con fondi PNRR. Senza parlare degli edifici costruiti sulla spiaggia del lungomare.

A Molfetta per parlare con il personale degli uffici comunali occorre prenotarsi almeno un a settimana prima, mentre nei centro vicini, ad esempio Bisceglie, si viene ricevuti subito e il problema risolto all’istante.

Fotografata con questa istantanea reale, la “città delle meraviglie”, provvediamo a segnalare un’altra… “piccola” disfunzione a danno dei cittadini. Si tratta della manutenzione del cimitero, molto amato dai molfettesi e molto trascurato dall’amministrazione, soprattutto nell’ordinaria amministrazione, il tallone d’Achille.

Scale mobili rotte e personale (non solo cimiteriale) introvabile, sono alcuni dei rilievi presenti in una lettera pubblicata anche sui social, da un cittadino zelante (non ce ne sono tanti, per la verità), Tommaso Gaudio, redattore di “Quindici”, che, a differenza di altri, si prende la cura (inutile, visti i risultati) di mettere in evidenza come una delle scale mobili (a palchetto o a castello, non conosciamo la denominazione precisa di questi “trabiccoli” malandati) del cimitero sia rotta e, quindi, pericolosa, ma anche di difficile manovrabilità.
Ecco la sua lettera che racconta la sua avventura contro il muro di gomma e l’inefficienza del personale comunale a tutti i livelli.

«Sono andato al cimitero per portare dei fiori sulla tomba di mia moglie. 'Riposa' in un loculo nella zona occidentale per cui, arrivo e parcheggio l'auto, nella zona ovest.

Arrivato alla tomba, vedo una scala pochi metri più in là. La raggiungo e mi accorgo che una delle 'stanghe' (non so come si chiamano, le aste afferrando le quali, è possibile spostare il trabiccolo) pende per terra (inutile, quindi) perché il bullone che la assicura alla struttura a scalini, si è sfilato. Con fatica (non sono più un... 'giovane virgulto': ho i miei anni e mi muovo anche con un po' di difficoltà!) riesco a posizionarla, sistemare i fiori nel portafiori e poi spostarla perché non ingombri il marciapiede.

Mi dirigo all'uscita per segnalare l'inconveniente al custode, all'ingresso; nessuna traccia.

Cerco sul cellulare il telefono del Cimitero e chiamo. La comunicazione non si aggancia. Decido di chiedere... 'aiuto!' al Comando di Polizia municipale. Mi risponde il Piantone che mi mette in contatto con l'Operativa, dove una gentile vigilessa mi... suggerisce di rivolgermi ai custodi - inesistenti e/o introvabili. Poi mi invita ad andare a segnalare in Direzione. Ringrazio e chiudo la comunicazione.

Il problema è che, per raggiungere la direzione, dovrei fare un lungo giro, a causa del 'senso unico di via del Cimitero.

Piuttosto deluso/contrariato - dopotutto, il mio intento era di evitare problemi a utenti che potevano avere più difficoltà di me, nell'utilizzo della scala... avariata.
Torno verso la città; ad un semaforo, ...combinazione, mi si affianca un'auto di servizio dell'Ufficio tecnico comunale; ne approfitto e chiedo se possono darmi un telefono della direzione cimiteriale; risposta: 'NO, IL TELEFONO FISSO NON FUNZIONA!!!'.

Che dire???».

Che dire? Che al Comune di Molfetta non funziona nulla, dalle strutture al personale, ma non è una scoperta di oggi: parlano i fatti reali, non la propaganda. E i cittadini se ne accorgono giorno per giorno.
Ma siamo a Carnevale e ogni scherzo vale!

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