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Il sindacato “Gente di Mare” di Molfetta contesta le mancate promesse del governo e l'inerzia dei sindacati Dura reazione del segretario De Bari che partendo dal caso Tirrenia analizza una situazione che si sta allargando ad ogni settore del mercato del lavoro: licenziamenti e casa integrazione senza nessuna tutela dei lavoratori favorendo solo il gioco dei privati
22 novembre 2010

MOLFETTA - Il sindacato “Gente di Mare” (Confederazione Unitaria di Base) attraverso le parole del segretario, Sabino de Bari, contesta duramente, partendo dal caso Tirrenia ( i cui lavoratori oggi scioperano), l’operato scellerato del ministro alle Infrastrutture ed ai Trasporti, Altero Matteoli, e le divisioni dei sindacati per interessi spesso anche personali e dovuti spesso a ‘rendite di posizione’. Il tutto a beneficio degli armatori privati che assumono extra-comunitari più facili da ‘sfruttare’ in funzione dei propri utili.

 Ecco la lettera
 
 
 'Tirrenia-Bis!
 Tutte le organizzazioni sindacali del settore trasporti hanno proclamato oggi uno sciopero dei lavoratori della Tirrenia, per protestare contro il Ministro Matteoli che ha disatteso gli impegni assunti, perché - ad onta delle promesse “da marinaio” autentico - alcune linee saranno dismesse, le navi vendute ed i marittimi licenziati.
Se si riuscisse un attimo a superare gli sterili contrasti, a volte anche personali e dovuti alla difesa di rendite di posizione che oggi non hanno più senso, fra i rappresentanti sindacali, il primo quesito che si dovrebbe porre riguarda la gestione trentennale lasciata a degli amministratori incapaci, o forse capaci di effettuare interventi “a pioggia” per accontentare tutti:
solo così si spiegano decenni di sperperi e navi comprate con denaro dei contribuenti e lasciate alla fonda per anni, delle quali nessuno - significativamente - oggi parla (Aries, Taurus, Scorpio, Capricorn, Scatto e Guizzo), nemmeno quei sindacalisti che rilasciano un comunicato stampa al giorno.
Un altro quesito importante riguarda i lavoratori.
Si è aperta la procedura di cassa integrazione per i marittimi imbarcati sulla Flaminia e sulla Domiziana: ma ciò contrasta con il fatto che tutti sanno e dicono che le navi saranno vendute ai privati i quali a loro volta le passeranno sotto registro-bis e faranno imbarcare gli extracomunitari.
I marittimi della Bithia hanno parlato -a ragione- di “truffa di Stato”.
Orbene, precisiamo anzitutto che da tempo stiamo cercando di contrastare gli effetti deleteri del registro internazionale, nel senso che nel settore dell’armamento privato oramai i marittimi italiani imbarcati sono quasi ridotti a zero, tant’è che uno sciopero del settore vedrebbe la partecipazione di moltissimi…filippini.
Sosteniamo che una adeguata turnazione fra comunitari ed extracomunitari è possibile, ma il problema è che gli accordi che Cgil-Cisl-Uil hanno fatto con la Confitarma  o con le singole aziende armatoriali (art. 2.2, legge 30/1998) per la nazionalità dei marittimi da imbarcare, in deroga all’art. 318 del Codice della Navigazione, hanno sbilanciato l’occupazione.
Orbene, i sindacati che oggi stanno a fianco dei lavoratori nei cortei di protesta debbono questa volta loro assumere un impegno preciso e tassativo: il posto di lavoro deve essere difeso sino in fondo, anche attraverso la denuncia di quegli accordi già stipulati o in ipotesi da stipulare per l’ imbarco sulle navi del registro-bis.'
 
                                         Il Segretario Sabino De Bari 
Autore: Q
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