Il ricordo dell’arte libera di Ninnì Vernola, attore e artista di Molfetta
MOLFETTA - L’ultima fiera delle autoproduzioni, a Molfetta, è stata dedicata a Ninnì Vernola, storico attore molfettese, venuto a mancare circa un mese fa. All’interno della Fiera delle autoproduzioni, alla villa comunale di Molfetta, si è svolto l’evento “Ritorno a Itaca”, un racconto collettivo sul viaggio artistico ed umano di Ninnì, attore ed artista poliedrico molfettese. Musica, immagini e parole hanno composto un ricordo plurale, ravvivato dalle testimonianze di artisti/e, amici ed amiche, compagni e compagne di strada. Dopo le 20.30 l’incontro è proseguito presso il vicino circolo Arci Envy, dove ulteriori testimonianze hanno contribuito a omaggiare il ricordo dell’artista.
Ninnì Vernola è stato un artista originale, oltre che politico. La sua produzione artistica, svoltasi per lo più nell’ambito del teatro, si è intrecciata con le vicende dei movimenti sociali e politici molfettesi. Eppure, l’approccio di Ninnì alla militanza è stato peculiare, anch’esso profondamente permeato dalla sua vena artistica e teatrale. La biografia di Ninnì testimonia una fuoriuscita dai canoni della militanza rigida, tradizionale, verso la ricerca di spazi di creatività, in cui potessero esprimersi, al di fuori di gabbie normalizzanti, i desideri, l’immaginario, la sessualità, relazioni “fuori misura”.
Il teatro di Ninnì poggiava sull’uso di linguaggi e forme non convenzionali, che Ninnì attingeva innanzitutto alla sua vita fuori dal palco: l’approccio estetico, creativo, desiderante, era un continuum che teneva insieme le performance di Ninnì alla sua esistenza in generale. Alla base, l’idea che il potere non si combatte semplicemente attraverso il conflitto e la militanza strutturata, ma innanzitutto a livello di soggettività: ci si libera dall’alienazione praticando uno stile di vita diverso, facendo spazio, dentro di sé, alla libertà, alla creatività e al desiderio. In altri termini, non è possibile opporsi al potere se prima non agiamo su ciò che il potere produce dentro di noi.
Da ciò la vita creativa di Ninnì, ben oltre i ruoli del teatro: nelle strade, nei luoghi di socialità, nella sua casa al centro storico, talvolta adibita a bottega per la creazione di borse che dovevano rappresentare la personalità di colui o colei che le indossava. In un momento in cui codici, modelli di consumo e canoni estetici sembrano uniformare la città, il ricordo di Ninnì è una via di fuga, che ci ricorda che la libertà è possibile in ogni momento e in ogni spazio, costi quel che costi.
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Autore: Giacomo Pisani