Il Pulo? Solita “vecchia” storia di colpevoli ritardi
Il Pulo è caratterizzato da un'interessantissima commistione tra vegetazione spontanea e piante introdotte dall'uomo nel corso dei millenni. La trasformazione della vegetazione originaria ha avuto infatti inizio già nel Neolitico, in seguito all'avvento dell'agricoltura primitiva, caratterizzata dalla preparazione del terreno mediante il fuoco e la successiva semina. Le colture dapprima erbacee (leguminose e cereali) e solo in un secondo momento arboree (vite, mandorlo, olivo, melograno, fico d'india, etc.), hanno profondamente e soprattutto progressivamente mutato l'aspetto vegetazionale originario. Questo fino a quando non è diventato terra di nessuno e ovviamente i più “furbi” si sono sentiti in diritto di deturpare devastare questo prezioso documento storico che la città di Molfetta ha nelle sue mani. Ma procediamo con ordine. Gennaio 2007: sei associazioni molfettesi (Archeoclub, Ictiùs, Legambiente, ProLoco, Terrae, WWF) proponevano a gran voce la riapertura del sito dopo che i lavori terminati nel 2003 non avevano prodotto nulla. O meglio, erano stati spesi 5 miliardi delle vecchie lire per i lavori di “ristrutturazione”, se così si può chiamare, da atti vandalici, ma il sito archeologico non era stato aperto. Anzi, rimasto chiuso era diventato preda di vandali, ladri che ne avevano approfittato rubando e rompendo qualsiasi cosa. Veri atti vandalici a opera di sconosciuti che hanno riportato lo stato del Pulo ad un cumulo di rottami tra le erbacce che nel tempo hanno preso il posto di sentieri appositamente costruiti per il passaggio turistico. Purtroppo la tanto attesa apertura non c'è stata e il degrado è andato via via aumentando. Finalmente la buona notizia di qualche settimana fa: con un atto notarile si è arrivati ad un accordo in cui le sei associazioni avranno la gestione del sito archeologico. Per alcuni la notizia è abbastanza vecchia poiché, a onor del vero, il consorzio delle sei associazioni si era già costituito nelle calde giornate di luglio, ma forse la calura estiva aveva intorpidito gli animi e le doverose pratiche burocratiche e le ferie di agosto avevano fatto il resto. Ora invece tutto è pronto per la stipula della convenzione con l'Ente che provvederà a ripulire (speriamo per l'ultima volta) dal degrado il Pulo di Molfetta. Per tale stipula, il consorzio dovrà presentare il progetto di gestione del Pulo e la sua riapertura turistica all'assessore provinciale al patrimonio. Solo dopo il benestare si procederà alla parte esecutiva. Intanto si sono già stimati i relativi costi di ristrutturazione: non meno di 200mila euro per ripristinare la dolina, ripulire i sentieri, ripristinare l'impianto di illuminazione, rifare i bagni. Per l'ennesima volta si spera di poter rivedere il Pulo ripulito e aperto ai turisti, alle scolaresche e ai cittadini stessi molfettesi che pur avendo un reperto storico a pochi passi non hanno il piacere di poterlo visitare. Come possiamo parlare di rivalutazione del patrimonio storico molfettese, di far rivivere il turismo molfettese se puntualmente e sistematicamente tutti gli sforzi fatti per ripristinare la nostra dolina, la maggior fonte di turismo, vengono ridotti ad un cumulo di macerie? Come al solito non ci resta che la speranza e la fiducia che certi modi di pensare e agire siano solamente ricordi lontani.
Autore: Domenico Paparella