È stato il «miracolo» di «santa» Loredana: il confronto fra il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio e l’ex sindaco sen. Antonio Azzollini, non si è trasformato in scontro, che andava evitato, come aveva temuto anche “Quindici” presentando l’evento. Anzi, addirittura il dibattito è stato un po’ noioso (anche con qualche sforamento di tempo concesso al senatore), mancando quel pizzico di pepe, necessario a vivacizzare l’incontro, come hanno fatto rilevare alcuni dei presenti. Nessuno voleva la rissa e lo scontro, ma un confronto più dinamico, moderato adeguatamente, non sarebbe stato male. Comunque, è merito soprattutto dell’Associazione degli imprenditori molfettesi, presieduta da Loredana Lezoche, se il dibattito non è degenerato. E questo non può che fare piacere e soprattutto riconoscere un ruolo di terzietà, che gli imprenditori non avevano manifestato in precedenza partecipando qualche settimana prima al comizio del senatore del centrodestra all’Hotel Garden. I timori della vigilia, infatti, non erano infrondati, conoscendo il parlamentare molfettese e le sue precedenti performance, che dilagano su youtube. La nota intolleranza di Azzollini alle critiche e alle regole democratiche (non ama i confronti né con i politici, né tantomeno con i giornalisti: rare e mirate le sue “conferenza stampa”, in realtà comizi senza domande) questa volta è stata tenuta a freno. Né si è parlato della vicenda giudiziaria. Lo ha fatto nel successivo dibattito organizzato da Agenda XXI sul nuovo porto, il noto penalista avv. Michele Laforgia, che rappresenta il Comune, nella causa dello scandalo dell’appalto che ha portato all’arresto di un dirigente comunale e del direttore dei lavori, e nella quale è indagato anche lo stesso sen. Azzollini. Infatti, con molto fair play, la Natalicchio nei suoi interventi, non ha fatto riferimento alla vicenda giudiziaria e al “pasticcio” nuovo porto commerciale, sul quale indaga la Procura di Trani e che è la vera causa dei lavori fermi, in attesa del parere del Consiglio superiore dei Lavori pubblici. Intanto, per la prima volta, e qui va ancora il merito all’Associazione imprenditori, c’è stato un riconoscimento reciproco, in particolare del senatore che ha sempre ignorato il rappresentante della città, perfino nelle processioni e negli incontri pubblici e istituzionali volgendole le spalle (anche con scarso savoir-faire, come avvenuto perfino qualche giorno prima all’insediamento del nuovo vescovo Cornacchia in Cattedrale). Azzollini è perfino arrivato a promettere (non sappiamo se solo per la presenza di quelle telecamere che ha sempre odiato) di interessarsi personalmente perché possano essere disposti altri finanziamenti o recuperati quelle perduti, come ha dimostrato il sindaco Natalicchio per ritardi burocratici ed errori di impostazione da parte dell’amministrazione precedente). Non sono mancate delle stoccate reciproche e una caduta di stile, un comportamento sgradevole, anche perché rivolto a una signora assessore, da parte del sen. Azzollini per un commento rivolto alla titolare della delega all’ambiente Rosalba Gadaleta, su un inesistente conflitto di interessi (l’assessore si era dimesso da avvocato di Legambiente prima di accettare l’incarico), sapendo che lei non poteva replicare a causa delle regole fissate in partenza. Naturalmente le interpretazioni del confronto sono state partigiane da parte dei supporter del senatore, mentre i sostenitori del sindaco, hanno preferito mettere in rete il filmato del dibattito per consentire ai cittadini di giudicare direttamente come Paola Natalicchio abbia saputo replicare e smorzare ogni accusa del senatore affogato in una montagna di carte, dimostrando che la causa dei ritardi nella ripresa dei lavori del porto, ma anche delle mancate realizzazioni alla zona Asi, sono attribuibili all’azione o all’inerzia di Azzollini. Ricordiamo che il porto l’ha gestito lui ed è stato fino a ieri membro incompatibile del consiglio di amministrazione dell’Asi, rifiutandosi di dimettersi dietro l’azione legale avviata dal Comune. Comunque un confronto è stato utile e l’averloaccettato è un fatto positivo anche per il senatore che, certo, oggi ha bisogno di recuperare visibilità essendo oggettivamente in difficoltà politica e di consensi, come ha ricordato al sindaco anche il gruppo di Rifondazione, che ha criticato Paola Natalicchio per aver accettato un confronto, utile solo al parlamentare locale per recuperare un po’ di posizioni perdute, dopo essere stato abbandonato anche dai suoi. Ognuno ha detto la sua, anche se il senatore, in difficoltà dopo le repliche alle sue affermazioni che ha cercato di accreditare con montagne di carte e numeri, per difendere l’indifendibile (quando uno è in difficoltà si attacca alle carte, che per il senatore sono quasi una coperta di Linus) e ha finito per insistere nella maggior parte del suo intervento contro la scritta “No grandi opere” che campeggia sul cantiere del nuovo porto e che, a suo parere andrebbe cancellata subito. Un problema di poco conto, gli ha replicato la Natalicchio, di fronte ai macigni lasciati insoluti e viziati di presunte illegalità, che frenano la ripresa dei lavori e perfino la messa in sicurezza del porto. Tra l’altro, quella scritta, come è stato detto nel dibattito sul porto di Agenda XXI, non è altro che una manifestazione di dissenso di quella comunità molfettese non coinvolta in un progetto fortemente impattante non solo sull’ambiente, ma anche sulla vita della cittadinanza, che non poteva, né doveva essere tenuta fuori dalle scelte sul suo futuro. Qualche parola sugli altri argomenti: la zona Asi, qui il senatore ha rivendicato la battaglia contro l’autorità di bacino, per l’assetto idrogeologico e la burocrazia regionale che ha frenato la realizzazione del Pip3. E qui ha invitato il sindaco ad impegnarsi in maniera partigiana per Molfetta (anche a prezzo di possibili illegalità?). Per quanto riguarda la sicurezza, la responsabilità non è dell’amministrazione, secondo Azzollini, ma della ripartizione delle forze dell’ordine in base all’estensione dell’agglomerato urbano, senza considerare che la zona Asi è un’altra città. E anche qui ha promesso il suo impegno anche per l’aumento della erogazione idrica e la riduzione delle bollette dell’Enel. Ha accusato il sindaco di aver perduto i finanziamenti, ma in realtà le opere sarebbero costate ben oltre i 15 milioni previsti, quasi il doppio, 28 milioni, andando anche ad impattare sul territorio. “Non bisogna fare la guerra alla natura” ha precisato la Natalicchio, e il progetto del canalone unico di Azzollini non era adeguato allo scopo, mentre era necessario riprendere quello dei due canali del 2009, meno costoso e più sostenibile. Nel frattempo le lentezze burocratiche, hanno fatto perdere il finanziamento. Quindi nessuna responsabilità di questa amministrazione di centrosinistra, come sostiene Azzollini, ma tutta col-pa di un progetto inadeguato, improponibile e rischioso. Per la sicurezza il sindaco, ora che finalmente da qualche giorno, è entrata nel consiglio di amministrazione dell’Asi dopo le dimissioni di Azzollini, si impegnerà per un potenziamento delle infrastrutture del wi-fi e della sicurezza. Per l’intervento in zona Pip, il Comune ha già provveduto al completamento della rete del gas, alla manutenzione dei marciapiedi, alla riduzione del costo dei passi carrabili e all’installazione della segnaletica stradale inesistente. Sono stati finanziati, inoltre, 160mila euro per l’installazione di 10 videocamere e 110 pali intelligenti ai fini della sicurezza. E sul Pai (piano di assetto idrogeologico) che vengono marcate le differenze tra passato e presente. Ricordiamo che l’amministrazione Azzollini propose un progetto di canalone che non teneva conto delle ben 13 lame, che fanno considerare l’area di Molfetta come la più a rischio di tutta la provincia. Di qui il no dell’Autorità di bacino a considerare queste aree edificabili, come avrebbe voluto il Comune per allargare l’espansione delle aziende (ma con l’inserimento nelle lame col pericolo per cose e persone in caso di inondazioni). E nacque così un feroce contenzioso con la stessa autorità di Bacino e con il Consiglio superiore delle acque. Secondo Azzollini si sarebbe dovuto continuare il contenzioso con l’Autorità di Bacino. In questo caso, anche il sindaco ha tirato fuori le carte, mostrando un progetto meno costoso e meno impattante che prevede due canaloni da 8 e 9 milioni di euro, che utilizza due delle lame che già attraversano il territorio. Azzollini, quindi, vista la sua dichiarata disponibilità alla collaborazione, dovrebbe cercare di recuperare quel finanziamento per questo nuovo e fattibile progetto di riassetto idrogeologico. Infine il porto, del quale abbiamo già parlato e per il quale il sindaco non intende mettersi contro la magistratura, né sovrapporre le sue decisioni a quelle dell’organo giudiziario. Non si può, infatti, col porto sub judice, sfidare l’illegalità, come è avvenuto in passato da parte di chi poteva permetterselo godendo dell’immunità parlamentare, della quale si è ampiamente avvalso per sottrarsi ai provvedimenti giudiziari, anche di custodia cautelare. Su questo fronte, il senatore dovrebbe dimostrare di non fuggire davanti ai giudici, ma con un gesto largamente apprezzabile, rinunciare a servirsi dell’immunità parlamentare, per mettersi a disposizione dei magistrati nell’accertamento della verità. Questa sarebbe stata la risposta che la città si sarebbe aspettata dal sen. Azzollini. Solo in questo caso, le sue affermazioni sarebbero state più credibili e non viziate dal sospetto di aggirare il normale corso della giustizia, ritardandone i tempi, magari nella speranza dell’intervento della prescrizione. Intanto, dopo il confronto fra i due, sono fiorite le solite interpretazioni dei media amici del senatore e dei blog servili gestiti da voltagabbana, lacchè e mercenari, per cui la stessa Natalicchio, ha deciso di mettere in rete il video della serata, per dimostrare come siano state diffuse falsità e pettegolezzi dai soliti utili idioti e imbecilli. Alla fine, questi miserabili non si rendono conto che danneggiano il loro “idolo”. Ora, il sindaco dice che non ha nulla da temere, proprio perché il video dimostra come abbia saputo tenere testa al senatore, smontando tutte le sue accuse. Azzollini privato di argomenti, si è ridotto a insistere nel chiedere la cancellazione della scritta “No grandi opere” che ignoti hanno disegnato sul braccio di cemento che va dalla Madonna dei Martiri al cantiere del nuovo porto (è noto come il parlamentare del centrodestra, poco democraticamente non accetti le critiche e il dissenso e tenti di sopprimere le voci a lui non favorevoli). Insomma, futile argomento di fronte ai grossi problemi del porto. Per dimostrare le sue tesi, Azzollini si è nascosto dietro una montagna di carte, che per lui sono come la coperta di Linus (vedi a pag. 7 la vignetta di questo mese del nostro bravo Michelangelo Manente): gli danno la sicurezza di cui ha bisogno quando si confronta con qualcuno. E meno male che non si è parlato delle vicende giudiziarie, di scandali e arresti che confermano come proprio questi “pasticci” abbiamo paralizzato la costruzione del porto e perfino la messa in sicurezza dei cassoni galleggianti, come ha fatto rilevare il giorno dopo nel forum di Agenda XXI il penalista avv. Michele Laforgia. Perciò il sindaco ha deciso di replicare alle interpretazioni direttamente con un suo scritto che accompagna il video (dal quale il senatore ne esce male o quantomeno non vincente, oppure, come ha scritto un lettore, con una sconfitta per 1-0): «Facciamo che è domenica. E che magari qualcuno ha il tempo di guardare il video e farsi un’opinione. Facciamo che ci sono i commenti, le fibrillazioni, le interpretazioni autentiche, le esegesi e poi ci sono le cose. Facciamo che lo scenario del “duello” e della “sfida” ce lo siamo messi alle spalle. Facciamo che in molti volevano la rissa e per quello ho risposto con garbo e buona educazione. Facciamo che nessuno stava sfuggendo a niente, che era un invito da parte di un’associazione e che le regole del confronto a porte chiuse non le ho scelte io, né ho interferito sulla costruzione dell’evento e delle domande. Facciamo che per esprimere le mie idee non ho mai avuto bisogno di vigilanza all’ingresso e sono ogni giorno in pubblico e per strada, ma ho rispettato la scelta dell’associazione, legata alla voglia di tenere alta la concentrazione su tematiche su cui si è fatta, nel tempo, molta confusione. Facciamo che mi sono stancata di sentire che sono “una brava comunicatrice”, “una grande narratrice”, una “incredibile affabulatrice” mentre il Senatore capisce assai e bene di numeri, fatti, documenti e buona amministrazione. Facciamo che lui ha governato dieci anni, Sindaco e Senatore insieme, facendo una modesta quantità di danni. Facciamo che la storia che a Molfetta se vogliamo finanziamenti dobbiamo passare da lui a chiedere il permesso o la cortese collaborazione è diventata una barzelletta di fine impero che ha stancato le orecchie e non merita considerazione. Facciamo che ci siamo stretti la mano, ma che un “accordo” tra me e il Senatore, come direbbe il suo amico Alfano, sarebbe davvero “contro natura”. Facciamo che se avete tempo e voglia su ASI, PAI e porto abbiamo chiarito ciascuno il proprio operato e la propria visione e l’abbiamo messa a verbale. Facciamo che adesso (e ieri, e domani) ci sono le cose da fare. Che sono l’unica cosa che conta, che resta e che merita il nostro lavoro e la nostra attenzione. Sul resto si è alzato un bel vento di fine inverno, che pulisce l’aria e increspa il mare». Insomma, ristabilire la verità dei fatti, guardando il filmato della serata: chi non è partigiano, può facilmente dedurne l’esito negativo per il senatore, che ha promesso di collaborare: c’è da crederci? Noi lo speriamo, anche se siamo un po’ scettici, conoscendo il personaggio. Il tempo farà giustizia anche di questo.
Autore: Felice de Sanctis