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Il Giornale di bordo del motoveliero S. Francesco B poi Puglia (II parte)
15 gennaio 2012

Il motoveliero, riprendendo la libera navigazione e non più al servizio degli inglesi, salpò da Molfetta per Barletta a caricare del vino diretto a Venezia. Il 28 ottobre 1945, carico di vino in fusti, alle ore 9,00 salpò da Barletta con tempo buono; il vento era favorevole e si navigò con le vele e con il motore. Alle ore 18,00 era vicino alle isole Tremiti e il vento era ancora favorevole da sud. Verso Ortona le cose incominciarono a cambiare in peggio. Seguiamo gli avvenimenti direttamente dal Giornale di bordo: 29 ottobre 1945 - Alle ore 2 al traverso Ortona, calcolo raggiungere Ancona prima di notte, anche perché il tempo è buono e il barometro si mantiene costante come alla partenza di Barletta, alle ore 14 al traverso Cittanova, incomincia ad alzare il mare da ENE senza alcuna dimostrazione di barometro o cielo, il mare aumenta tanto che alle ore 15 sono stato costretto mettere la nave di prua al mare perché non posso mantenere il traverso, alza un calico dall’orrizonte ENE e scende il vento dalla stessa direzione, alzo la randa di maestro terzoruolata e la cavalla a prua e mantengo la nave al cappeggio con le due piccole vele e motore adagio. Ma il vento e il mare aumentano ancora di più, alle ore 23 il vento gira da ESE fortissimo e scende il mare nella necessaria proporzione che s’incrocia col mare ENE e fanno soffrire molto la nave di rollio e beccheggio, s’imbarcano i marosi da molti punti della nave, i fusti di coperta si muovono e non mantiene più la cugnatura, si rompono le rizze ai fusti della seconda antana e il mare li asporta un buon numero che non posso precisare, mi viene asportato anche dal mare un cavo piano da 50 m, un cavo da tonneggio da 150 metri, un barile di bordo pieno di vino, due barili per acqua, due remi ed altre piccole cose, i marinai non potevano avvicinarsi perché corrono pericolo di essere ammazzati o sportati assieme dal mare. 30 ottobre 1945 - Faccio sondare in sentina in nottata e si riscontra acqua più del normale che viene pompata mista a sostenza del carico, suppongo che anche in stiva hanno sofferto i fusti, pertanto declino ogni responsabilità per i fusti asportati dal mare, quelli che sono potuto soffrire nella stiva, il nolo e terzi interessati. Alle ore 5 stimo la posizione della nave e calcolo che mettendo in fil di ruota, posso prendere Ancona, attendo una scansata e giro la nave in fil di ruota, mentre si va in fil di ruota una raffica di vento strano batte la randa e rompe il bomo, maino la vela e giù e filo con la cavalla e motore. Alle ore 11 do fondo nel porto di Ancona. 31 ottobre 1945 - Presso il Tribunale di Ancona si fa la dichiarazione di avaria. Stando fermi ad Ancona, l’equipaggio risistemò i fusti, specialmente quelli in coperta, e si rimase nel porto per quattro giorni, causa il perdurare del maltempo. La mattina del 4 ottobre, essendo il tempo migliorato, partì per Venezia dove arrivò alle 18,00 del giorno dopo. Dopo un primo ancoraggio alle briccole di S. Nicolò del Lido, proseguì dentro il Canal Grande, ormeggiando alle briccole della Salute. Il vino era destinato alla ditta Fratelli Folonari di Brescia. Il ricevitore del carico, il sig. Domenico Libria, consegnò al capitano Salvemini il reclamo per i fusti mancanti e asportati dalla tempesta: Raccomandata a mano - Al Capitano del Motovela Francesco B. Venezia e per conoscenza alla Spett. Ditta Fratelli Folonari – Brescia – Come da ordine impartitomi dalla Spett. Ditta Fratelli Folonari di Barletta, circa l’asporto di fusti di vino caricati sulla stessa Motovela dalla mittente, il sottoscritto, per ordine e conto del caricatore fa ampio reclamo per danno subito sul trasposto riflettente la polizza di carico n. unico per fusti complessivi 350, Kg. 17900, riservandomi inoltre stabilire l’entità del danno patito con l’assistenza del comandante stesso del Motoveliero ed il numero esatto dei fusti asportati dal fortunale, e chiede inoltre copia della prova di fortuna avuta vidimata dalla Capitaneria di Porto. Si riserva inoltre se il danno patito non fosse per cause effettive di forza maggiore procedere ai sensi di legge e secondo le regole del codice marittimo. Tanto per regolarità reciproca lo speditore ricevente. Il Salvemini a sua discolpa gli rispose con altra raccomandata a mano: Ricevo la Vs. raccomandata a mano in data odierna. Respingo la Vs. protesta nella forma più completa. Mi sono premunito presentandovi oggi la copia della prova di fortuna presentata la R. Tribunale di Ancona e regolarmente accettata l’assunzione dei testimoni. Mi ritengo quindi legalmente a posto come prescrive il Codice Marittimo. Il capitano del M/V. S. Francesco B. Salvemini Giacomo. Nonostante questo contraddittorio il m/v si spostò a Scomenzena e scaricò il vino; risultarono mancanti 22 fusti e una botte asportati dal mare. Il 14 ottobre 1945 salpò da Venezia per Molfetta con tempo buono. La mattina del 16 alle ore 4,00 in vista del fanale di San Domino (isole Tremiti) il tempo si fece burrascoso con forte pioggia e vento da NNE e per precauzione si dette fondo all’ancoraggio delle Tremiti per alcune ore. Migliorato il tempo con le vele e con il motore alle ore 24,00 entrò nel porto di Molfetta. Il giorno dopo furono sostituiti il boma rotto e la vela lacerata dalla burrasca nella traversata da Barletta a Venezia.

Autore: Corrado Pappagallo
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