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Il giallo della presidenza regionale di Puglia sviluppo fra Tammacco e De Nicolo e l'intreccio con i problemi della giunta di Molfetta
29 giugno 2017

MOLFETTA – E’ giallo sulla vicenda della presidenza di Puglia Sviluppo. A contendersela sarebbero due “big” delle liste di Tommaso Minervini: Saverio Tammacco e Piero de Nicolo. Anche “Quindici”, attraverso le sue fonti, cerca di districarsi in questo che si presenta come un pasticcio intricato e difficile da risolvere ed era stata presa in contropiede da una indiscrezione buona, ma caduta poco dopo per il reintreccio delle nomine, dal quale si sta cercando di venire fuori.

Quando sembrava certo che Tammacco avrebbe avuto quella presidenza, tutto è saltato. Il quotidiano “la Repubblica” ieri dava per nominata l’avv. Grazia D’Alonzo alla presidenza e come consiglieri Antonella Vincenti e Piero de Nicolo, che, però, ha smentito.
Quindi è circolata la voce di Tammacco che, perduta l’ipotesi di un posto in consiglio all’Acquedotto pugliese, andata al Pd di Barletta, era in attesa dell’agognata ricompensa politica da parte del presidente di centrosinistra della giunta regionale pugliese Michele Emiliano per il suo “tradimento” del sen. Antonio Azzollini (nella foto, Tammacco alla destra di Azzollini ai tempi d'oro),essendo passato armi e bagagli da destra a sinistra nelle fila del governatore con il suo bagaglio di voti.

Ma l’operazione “siluramento” dell’ex sindaco Paola Natalicchio da parte del Pd di Piero de Nicolo, che poi a sua volta ha silurato anche il nuovo segretario regolarmente eletto Antonio Di Gioia, rientrava in questo “progetto” con la collaborazione di Tammacco che avrebbe fatto da catalizzatore di voti e liste a favore di Tommaso Minervini.

Insomma, un giallo in piena regola, con l’utilizzo dell’ex consigliera Pd Annalisa Altomare come ariete in consiglio comunale. Poi ottenuta la caduta della Natalicchio, la stessa Altomare, dopo essere stata “usata”, è stata gettata via come un inutile arnese (le era stata promessa anche la candidatura a sindaco, che poi non è venuta né da destra, né da sinistra). Perfino come referente di Emiliano, Annalisa è stata surclassata da De Nicolo.

Che Emiliano, contrariamente alle sue dichiarazioni, non abbia mai visto di buon’occhio l’ex sindaco Paola Natalicchio, che si rifiutava di diventare suddita della Regione, soprattutto di accettare il piano di riordino ospedaliero che ridimensionava l’ospedale di Molfetta, era risaputo.

Ora, eliminata la Natalicchio e sostituita con Tommaso Minervini, già prostratosi ai suoi piedi, complice Saverio Tammacco, quello del Tammavini, il premio andava riconosciuto senza ulteriori ritardi. Tra l’altro, in questo modo, si rendeva più facile la composizione della giunta comunale di Molfetta, liberando un posto (anche se la lista Tammacco, col manuale Cencelli, potrebbe pretenderne almeno un altro).

Ecco spiegata la presidenza di “Puglia sviluppo”, società per azioni soggetta all’attività di direzione e controllo dell’unico socio Regione Puglia che ha lo scopo di concorrere, in attuazione dei piani, programmi e indirizzi del socio unico Regione Puglia, allo sviluppo economico e sociale del territorio per conto e su richiesta della Regione attraverso la realizzazione di attività di interesse generale a supporto della Regione Puglia.

In un primo momento si era parlato addirittura di un assessorato regionale, visto il rimpasto in atto da parte di Emiliano. Così la strategia del voltagabbana ex uomo di destra passato a sinistra che ha portato in dote ad Emiliano, oltre i 9.000 voti delle regionali, anche l’amministrazione comunale di Molfetta, sembrava vincente. Tammacco ha lavorato per sé non per Molfetta, questo ormai è evidente e non mancheranno altre soprese nella composizione della giunta comunale e degli incarichi di sottogoverno.

Ma ad un certo punto l’accordo sembra essere saltato: un giallo nel giallo. Sembra che De Nicolo, pur avendo rimediato una pesante sconfitta alle elezioni amministrative col suo rabberciato Pd e i Giovani democratici, notoriamente renziani, arruolati in extremis nelle truppe emiliane, non abbia gradito questa nomina al suo amico Tammacco e abbia protestato con Emiliano. Così era venuta fuori l’ipotesi di un rimedio in corner con la presidenza di Innova Puglia per Tammacco.

A questo punto si era deciso di pubblicare senza nome la delibera relativa alla presidenza di Puglia sviluppo, in modo da poterla aggiungere a mano all’ultimo momento, ad accordo raggiunto.

Ma questa vicenda si incrocia con le trattative per la nomina della nuova giunta di Tommaso Minervini a Molfetta. Certa la nomina di Nicola Piergiovanni alla presidenza del consiglio comunale, viene tenuta in sospeso una delega importante per Tammacco e forse anche per De Nicolo, se le tessere del mosaico regionale non dovessero essere collocate al punto giusto.

Il rischio è che nel ciambotto si cominci a litigare già dal primo giorno, mentre Tommaso attende la comunicazione della sua proclamazione ufficiale: si era parlato di venerdì o lunedì, ma ora anche queste date non sembrano certe. E il mistero si infittisce.

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