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Il gabbiano Jonathan trova “casa” a Molfetta Dall'emisfero australe, arrivato in Puglia. Ebn: ormai stanziale, “stranezza ambientale” senza spiegazione
18 settembre 2015

MOLFETTA - In un primo momento si è pensato ad un animale ferito o in stato confusionale che dall’emisfero australe – naturale dimora della specie – si fosse spinto fino al Mediterraneo. Oggi, a distanza di quasi tre anni dal primo avvistamento, si è capito che il Gabbiano testagrigia ha eletto scientemente a propria dimora la Puglia, e più precisamente il porto di Molfetta. Dall’inverno del 2012 l’uccello, che normalmente vive nell’emisfero sud del pianeta, sotto la linea dell’Equatore tra Ecuador, Brasile ed Argentina, in Sud Africa e fino alle coste del Madagascar è stato avvistato regolarmente nel porto della cittadina pugliese e nella vicina Bisceglie. L’animale, il cui nome latino è Chroicocephalus cirrocephaus, normalmente abita acque e ambienti oceanici che offrono condizioni ben diverse dalla provincia barese.

   Dopo la scoperta ad opera del birdwatcher Cristiano Liuzzi, si è ipotizzato che quest’individuo - ribattezzato Jonathan - ?si fosse perso nel Mediterraneo, probabilmente seguendo la migrazione dei Gabbiani comuni con cui si associa. Molti “accidentali” (animali che vengono trovati in ambienti lontani dal loro normale habitat) lo fanno: trovandosi persi in aree geografiche che non conoscono, si mischiano a specie simili. Capita a volte, che questi individui siano malati o abbiano “perso letteralmente la bussola”, non trovando condizioni di habitat idonee, la maggior parte degli “accidentali deperisce e muore in aree sconosciute.
Diversamente, il Gabbiano pugliese sembra godere del posto in cui è arrivato: arriva con i Gabbiani comuni, mangia sulle barche da pesca che tornano in porto e si sposta assieme ad essi. “Si pensava? appunto che li seguisse anche nella loro migrazione estiva o che magari, fosse capace di tornarsene a casa sua, facendosi migliaia di chilometri? - dice Luciano Ruggieri, presidente di EBN Italia, l’associazione dei birdwatchers italiani -? Improbabile ma non impossibile, visto che molti uccelli migrano tra Europa e Africa ogni anno. Invece no”.
Il Gabbiano testagrigia negli ultimi due anni, è stato visto anche d’estate a Molfetta. Un amore per la città pugliese che per il momento ancora non ha una spiegazione scientifica. “E’ singolare – ?spiega Ruggieri ?– che una specie che nidifica così distante dall’Europa, sia già arrivata in Mediterraneo, ma ancora più strano che vi si sia adattata”.
Nemmeno il suo comportamento nei confronti dei suoi simili, ci permette di scoprire maggiori segreti: il Gabbiano testagrigia segue i Gabbiani comuni ma non ha interazioni con loro specifiche. “Li segue, ci mangia assieme ma poi sembra sapere di essere differente – prosegue Angelo Nitti, che lo osserva da tempo – non lo abbiamo mai visto cercare la compagnia dei Gabbiani comuni, neanche nella stagione riproduttiva”.

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“Il gabbiano Jonathan Livingston – proclamò l'Anziano – viene messo alla gogna e svergognato al cospetto di tutti i suoi simili!” Fu come l'avessero colpito con una randellata . I ginocchi gli si sciolsero, le penne gli si fecero flosce, le orecchie gli ronzavano. Messo alla gogna? Lui? Ma no, impossibile! E la sua Grande Impresa? Le Nuove Prospettive? Non hanno capito niente! C'è un errore! Si sbagliano di grosso! “….per la sua temeraria e irresponsabile condotta, - intonava la voce solenne – per essere egli venuto meno alla tradizionale dignità della Grande Famiglia de' Gabbiani…..” Questo significava ch'egli sarebbe stato espulso dal consorzio dei suoi simili, esiliato, condannato a una vita solitaria laggiù, sulle Scogliere Remote. “………affinchè mediti e impari che l'incosciente temeriaretà non può dare alcun frutto. Tutto ci è ignoto, e tutto della vita è imperscrutabile, tranne che siamo al mondo per mangiare, e campare il più a lungo possibile. Nessun gabbiano, mai, si leva a protestare contro le delibere del Consiglio, ma la voce di Jonathan si levò. “Incoscienza? Condotta irresponsabile´Fratelli miei” gridò. “ “Ma chi ha più coscienza d'un gabbiano che cerca di dare un significato, uno scopo più alto dell'esistenza? Per mill'anni ci siamo arrabattati per un tozzo di pane e una sardella, ma ora abbiamo una ragione, una vera ragione di vita……imparare, scoprire cose nuove, essere liberi! Datemi solo il tempo di spiegarvi quello che oggi ho scoperto……” Ma lo Stormo pareva di sasso, tant'era impassibile. “Non abbiamo più nulla in comune, noi e te” intonarono in coro i gabbiani, e, con fare solenne, sordi alle sue proteste, gli voltarono la schiena. E il gabbiano Jonathan visse il resto dei suoi giorni esule e solo. Volò oltre le Scogliere Remote, ben oltre. Il suo maggior dolore non era la solitudine, era che gli altri gabbiani si rifiutassero di credere e aspirare alla gloria del volo. Si rifiutavano di aprire gli occhi per vedere. Ogni giorno, lui apprendeva cose nuove. Imparò che venendo giù in picchiata a tutta birra, puoi infilarti sott'acqua e acchiappare pesci più prelibati, quelli che nuotano in branchi tre metri sotto la superficie: non aveva più bisogno di battelli da pesca e di pane raffermo, lui, per sopravvivere. Imparò a dormire sospeso a mezzaria, dopo aver stabilito alla sera la sua rotta, nel letto della corrente d'un vento fuoricosta, e coprire così un centinaio di miglia dal tramonto all'alba. Con uguale padronanza ora volava attraverso fitti banchi di nebbia sull'oceano, o sennò si portava al di sopra di essi, dove il cielo era limpido e il sole abbagliava…..mentre gli altri gabbiani, con quel tempo, se ne stanno appollaiati in in terraferma, mugugnando per la pioggia e la foschia. Imparò a sfruttare i venti d'alta quota e portarsi nell'entroterra, per un bel tratto, e far pranzo con insetti saporiti. Quel che averva sperato per lo Stormo, se lo godeva adesso da sé solo. Egli imparò a volare, e non si rammaricava per il prezzo che aveva dovuto pagare. Scoprì ch'erano la noia e la paura e la rabbia a render così breve la vita d'un gabbiano. Ma, con l'animo sgombro da esse, lui, per lui, visse contento, e visse a lungo. - Resta il mistero se, l'aver messo casa nel Porto Nuovo Commerciale di Molfetta, sia stato per Jonathan una fortuna o una iella. La risposta al futuro prossimo.
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