Il dazio del molo
Pubblichiamo una relazione datata all’incirca 1813, stilata allo scopo di riepilogare le vicende legate al porto di Molfetta. La novità di questa relazione consiste nella possibilità di conoscere la storia del più antico punto di attracco o di ormeggio delle imbarcazioni, conosciuto come il molo, e riportato sia nei primi progetti di rafforzamento della cinta fortificata della metà del XVI sec. sia su alcune antiche cartoline. Il molo, sicuramente costruito sulla scogliera, aveva la radice di attacco in prossimità del Duomo e si protendeva sullo specchio d’acqua verso tramontana per circa 60 metri allo scopo di proteggere l’ansa prospiciente lo stesso Duomo e la riva verso il Borgo dai venti e dalle tempeste di greco-levante. La città di Molfetta, forse sin dai suoi principii si dovè costruire un Porto, onde garantire il commercio marittimo che in tutti i tempi ha fiorito in detta Città da quale la Popolazione ne ritraeva la propria sussistenza, stante si trovava possedere un territorio assia ristretto in paragone di quelli delle Città vicine. Che questo porto esisteva prima del Secolo XIV lo prova il Privilegio concesso da Re Ferdinando d’Aragona in data del 12 aprile 1464 così espresso: Item che sia lecito ad essa Università imporre alcuno pagamento sopra le Navi, Navilji, Barconi, ed omne altri ligni vengono in lo porto di Molfecta per riparazione, et complimento del molo, per fin a tanto lo dicto molo sarà complito, iuxta lo parere d’essa Università. Placet Regia Majestate. Del cumolo degli introiti fatti dal 1464 al 1550 si riattò il detto Molo come si rileva da un Repertorio antico dell’Archivio nel quale è notato un incartamento per la fabbrica di detto molo della cennata epoca del 1550. Non si può conoscere quanto fu speso per tale opera, perché l’incartamento non più esisteva nel cennato archivio, come rilevasi dall’altro Repertorio fatto nel 1804 da tal Giuseppe Pompeo Lattanzio. Questo Dazio fu imposto, e se ne faceva in ogni anno l’esazione il di cui ricavato si accumulava per adempiere all’oggetto destinato e sotto l’Imperatore Carlo V fu confirmato tal Privilegio, tra le altre Grazie concesse con ordine del 10 maggio 1520 così espresso: Item per supplica alla detta Majestà Ci conferma alla città di Molfetta poter exigere pagamento sopra le Navi, Navilj, Barche, et ogni altro ligno venisse allo porto di Molfecta per riparazione et beneficio del Molo et porto sudetto, secundo è stato solito farsi per lo passato che non è memoria dello in contrario. Placet Regia Majestate per observantur solitum et competum. Dopo tali riparazioni il dazio sudetto sempre si esigeva e nel 1666 si fecero altre riattazioni mediante un prestito concluso con un tale Giacomo Malerba con la somma di ducati 500. ed anche dopo tali riparazioni se ne seguitava l’esazione del dazio. Il 22 gennaio 1683 ad istanza del Regio Fisco fu spedito mandato contro l’Università della città di Molfetta acciò fusse comparsa in Regia Camera ad esibire la Real comissione dello jus ancoraggio, volgarmente chiamato il Dazio del Molo, per il quale si esiggevano carlini 15 per ogni vascello grande, carlini 10 per ogni vascello mediocre, e carlini 7 per ogni vascello piccolo, quale dazio per essere da Regalibus non potea esigersi senza speciale Reale concessione. Avverso tale mandato comparve il Procuratore della sudetta Università ed esibì copia inter cetera di Capitoli di Privilegi concessi dal Serenissimo Carlo V, estratti da un librone dove sono registrati li detti privilegi, e copia autentica del prestito fatto nel 1666; ma perché dette scritture non bastavano a discaricare la pretenzione fiscale, perciò con Decreto del 3 aprile 1683 fu prescritta l’esibizione del legittimo e solenne privilegio e non comparendo l’Università furono spedite le contumaciali. Trattatosi di ciò nello ruolo del Cedolario a 1 marzo 1712, fu ordinato di rinnovarsi il mandato. Avverso questo mandato comparve il Procuratore dell’Università, ed ottenne la providenza di delegarsi un Regio Ministro per riconoscere il volume originale dei Privilegi che si conserva in detto archivio per estrarre le copie legali, lo che fu eseguito per parte del Preside Procuratore e furono estratti da detto le due copie dei privilegi il primo del 12 aprile 1464 ed il secondo del 10 maggio 1520. Rilevatosi, fortunatamente che l’esazione di detto Dazio fu eretta e conceduta fino a tanto che sarebbesi compiuto detto Molo, perché quest’opera era finita e perfezionata, si pretendeva di non doversi più esigere. Per parte dell’Università fu osservato che il sudetto Dazio non solamente fu impiegato per l’opera del molo, ma anche per le riparazioni di quello, tanto vero che essendo seguita una tempesta nel 1665, per riparare il danno fatto furono spesi D. 500 come sopra e lo stesso seguì nel 1710; pur essendo il stesso molo soggetto a delle simili burrasche si domandava la continuazione dell’esazione del dazio. Nel 1716 l’Università di Molfetta ad esimersi dalle ulteriori spese di un lungo giudizio propose una transazione di D.80 a favore del Regio Fisco, che fu annotata in data 20 maggio detto anno e fattasi consulta al Vicerè fu il tutto confermato con viglietto del 4 giugno detto anno; e così rimase autorizzata l’Università di Molfetta ad esigere in perpetuum il Dazio del Molo, ossia il jus ancoraggi, come dalla Prammatica della Regia Camera della Sommaria degli 8 giugno 1716. Da quest’epoca l’esazione del detto dazio non fu contradetta, e si è fatta sempre ogni anno. (Nello stato discusso del 1713, sulla quale norma l’Università di Molfetta si è regolata fino al 1808, tra le partite d’introito era segnata la seguente dell’affitto del dazio del Molo per le Barche Forestiere annui ducati venticinque) fino a tutto il 1809 quando nel redigersi il progetto dello stato discusso del 1810, non conoscendosi dagli amministratori di quell’epoca l’oggetto cui era destinato l’introito di detto dazio, si cercò di sopprimere, perché conosciuto di poco momento credendosi che era un ramo d’introito simili a tutti gli altri che dovevano far fronte alle spese ordinarie del Comune. Intanto per tale soppressione è mancato un fondo per la manutenzione della fabrica del Molo, la quale tuttocchè nel 1808 in 1809 fu riattata, e migliorata con la spesa di circa cinquemila ducati, pure presentemente abbisogna di una scogliera dalla parte del Greco, che le maree di diciotto anni hanno devastata! Cosa che se non si esegue per qualche altro anno, assoggetterà la Comune ad una spesa immensa pel tratto successivo temendosi il crollo totale di tale fabricato (ARCHIVIO COMUNALE MOLFETTA, Categoria 4, vol.95).
Autore: Corrado Pappagallo