Il comandante: una falla ha provocato l'affondamento del peschereccio
MOLFETTA – 8.2.2003
Il comandante del motopeschereccio molfettese “Cunegonda” non ha dubbi: «è stata sicuramente una falla a farlo affondare a 25 miglia dalle coste albanesi».Giuseppe Forte, armatore e comandante della barca, dopo il rientro a casa (nella foto il rientro al porto di Bari), prova a ragionare a mente fredda sulle cause del disastro individua anche il punto in cui il motopesca, in balia della burrasca e col mare forza 7, ha ceduto: «Sicuramente nel locale macchine - dice - ma non siamo riusciti ad individuarla».
L'acqua è cominciata a salire veloce, tanto veloce che le pompe di aspirazione non ce la facevano a buttarla fuori: «Vedevo l'acqua che cresceva, giù, in macchina, e le tre pompe che avevo non erano sufficienti», racconta D'Ercole.
Sulle cause «non sappiamo dire niente», dice. Poi aggiunge, parlando della sua nave come fosse una persona: «La dobbiamo girare e lei stessa parlerà, dirà che cosa è potuto succedere».
Il peschereccio non è affondato rapidamente: nonostante la velocità con cui ha imbarcato acqua, ha consentito ai marittimi di chiedere aiuto e di ricevere soccorso. Ha resistito quasi tre ore: per affondare - dice ancora D'Ercole - «tempo ce n'è voluto perché la barca era abbastanza grossa. Ce n'è voluto di tempo. A me mi hanno buttato giù, sulla zattera piccola, verso le 8, un po' prima delle 8».
La richiesta di soccorso era giunta alla Direzione marittima di Bari verso le 17.30. In aiuto erano partiti dall' aeroporto di Brindisi un elicottero HH3F dell'Aeronautica militare, con equipaggio dotato di speciali visori notturni, e da Durazzo una motovedetta d' altura delle Capitanerie di porto italiane. In zona erano state poi dirottati il traghetto “Palladio” e la petroliera “Acquaviva”. I primi ad avvistare i naufraghi quando erano già ormai sulle scialuppe di salvataggio sono stati gli uomini dell'elicottero dell' Aeronautica: sarà poi Palladio ad accostare e a salvare loro la vita.
Sul prossimo numero di “Quindici”, in edicola dopo il 18 febbraio, altri particolari, notizie, interviste e foto della vicenda dello sfortunato peschereccio “Cunegonda”.