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I produttori lattiero-caseari lanciano l'allarme: il settore è in crisi La qualità va difesa. L'invito ai consumatori di prestare la massima attenzione ai prodotti finiti sulla tavola
28 giugno 2007

BARI -A scendere in campo e ad alzare la voce ora sono i numerosi produttori lattiero-caseari delle rinomate produzioni della catena agro-alimentare (latte, formaggi a pasta filata, mozzarella e derivati). Un comparto che preannuncia un momento di crisi e tenta delle azioni di rivendicazione a difesa del proprio lavoro, prendendo posizione con un comunicato. “Le diverse problematiche che sta accusando il settore – dice sil comunicato - sono state sollevate in due riunioni fiume tra gli operatori di categoria (oltre 70 produttori provenienti dalle diverse province pugliesi e lucane). Il campanello d'allarme lo ha suonato il presidente, Leonardo Stasi, primo rappresentante dell'Ica (il più grande organismo consortile che raggruppa gli oltre 70 produttori-trasformatori lattiero-caseari di Puglia, in particolare della zona del nord barese, ed anche della vicina Basilicata). Un quadro che prende in esame tutta la filiera. “Un doppio incontro che ha voluto sollevare le problematiche oramai non più arginabili – ha detto il presidente Stasi - e mettere in campo tutte le strategie che possano evitare di “screditare” un settore quale lattiero-caseario che da sempre in questa Regione ha rappresentato e rappresenta oltre che un traino dell'economia regionale, anche un elemento conoscitivo nazionale e internazionale, con le produzioni che ormai in tutti i Paesi del mondo imitano senza ottenere le peculiarità di un prodotto ottenibile solo ed esclusivamente in questa terra”. “Uno scenario regionale, italiano e internazionale che ha messo in evidenza – ha detto il primo rappresentante della categoria - le condizioni che si sono prospettate sin dall'inizio dell'anno a riguardo innanzitutto delle difficoltà di reperimento della materia prima sul mercato (latte). E inoltre i prezzi del prodotto al consumo bloccati dal 1998”. Attualmente, infatti, la materia prima tende ad avere una crescita in percentuale di tipo esponenziale – ha continuato Stasi - i cui costi non risultano più sostenibili per l'intera categoria, scrupolosa di produrre prodotti di qualità. A questa si associano, oltre ad inevitabili aumenti di costi energetici, di personale eccetera, nonché e non ultimo l'imposizione da parte dell'Unione Europea di una nuova organizzazione per la Sicurezza Alimentare”. “Una situazione di allerta causata anche dal settore così frazionato che ha indotto il consumatore finale a distrarsi dal focalizzare l'attenzione sul prodotto finito sulle nostre tavole. Senza escludere che le condizioni che stiamo subendo stanno danneggiando anche gli allevatori visti i prezzi della materia prima (latte) che al momento hanno un valore che non si discostano molto dai costi di un litro di acqua minerale. Un assurdo. Per questo molti di loro sono indotti finanche ad abbattere il bestiame piuttosto che svendere il latte prodotto”. “A questo c'è da aggiungere anche le importazioni di prodotti di qualità scadente (basse caratteristiche organolettiche, eccetera,) dai paesi dell'est europeo che rovinano ulteriormente l'immagine dei prodotti delle nostre zone. “Non vogliamo – ha chiuso Stasi - ricorrere a decisioni come alcuni Operatori del settore stanno già facendo con l'importazione di latte e cagliate dai Paesi dell'Est a prezzi decisamente più competitivi ma di qualità assolutamente scadente a discapito della qualità sulle tavole dei consumatori”. Durante gli incontri abbiamo voluto sensibilizzare tutti gli Operatori di settore a produrre in maniera tradizionale senza ricorrere ad “escamotage” che rovinano l'immagine di un settore cresciuto lentamente nel tempo, cercando di individuare le azioni da intraprendere per superare il momento di rischio e difficoltà. Condizioni che, se non si interviene in maniera repentina nel settore, potrebbero non escludere il ricorso anche ad eventuali aumenti del prodotto finito che serviranno semplicemente a “mantenere in vita” questo comparto importantissimo per l'economia locale, e ad investire per mantenere i giusti livelli di qualità delle produzioni ed evitare di cadere nella trappola della neutralità. A difesa delle nostre produzioni e di un territorio che da sempre è impegnato nella cultura lattiero-casearia oramai consolidata in Italia e all'estero”.
Autore: Domenico Sarrocco
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