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I New Trolls per la Fondazione Valente: la poesia dei testi, come una carezza di una sera di maggio, rapiscono il pubblico di Molfetta. IL VIDEO
04 giugno 2016

MOLFETTA - Forse un sentimento si delusione sarà stato provato da chi, avendo acquistato il biglietto per il concerto, si aspettava solo un revival melodico dei successi storici di una delle band italiane più longeve e apprezzate anche all’estero ma i New Trolls, nell’Anfiteatro del Parco di Ponente di Molfetta, in una piacevole serata di fine maggio hanno infiammato i presenti con l’esecuzione di brani tratti dal loro repertorio e tanto altro.

Nell’ambito della Rassegna Luci e suoni a Levante 2016 della Fondazione Valente (presieduta da Pietro Centrone), con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e del Comune di Molfetta va in scena una performance che sarebbe riduttivo definire  solo musicale. La performance si apre con l’esecuzione della “Primavera” e “Estate” tratte dalle Quattro stagioni di Vivaldi da parte dell’Orchestra della Magna Grecia diretta dal maestro Maurizio Lomartire con il violinista Dino De Palma. Assente giustificato il maestro Luis Bacalov legato ai New Trolls da una collaborazione quarantennale che lo porta a scrivere per loro Concerto Grosso e Concerto Grosso 2.
Scende un’atmosfera surreale: la musica classica dei talentuosi musicisti dell’orchestra Magna Grecia rapisce il pubblico e lo guida sapientemente verso mete  di rara intensità. Deluso, ribadiamo, sarà rimasto colui che si aspettava un revival  di un gruppo in auge negli anni Settanta e Ottanta. I New Trolls si donano alla musica, sperimentano vocalità avendo come sostegno una colonna portante come la voce di Nico Di Palo, inossidabile, impareggiabile, un highlander della vocalità. Passano gli anni ma non per loro e per la loro musica ancora innovativa.
Geniale la fusione tra musica classica e musica leggera dimostrata durante l’esecuzione di pezzi tratti da Concerto grosso e Concerto Grosso 2, durante i quali ciascun musicista del gruppo evidenzia grande abilità di esecuzione. I Trolls sanno miscelare successi e musica classica. “La miniera”, “Visioni”, “Signore, io sono Irish”, “Aldebaran”, “Quella carezza della sera” sono intervallate da aneddoti, ricordi, attraverso il dialogo, in musica o silenzioso, tra i fondatori del gruppo, Nico Di Palo e Vittorio De Scalzi, un dialogo che dura da 50 anni e che non si è interrotto neanche durante il periodo di coma seguito all’incidente occorso a Nico, una simbiosi che produce ottimi frutti ancora.
Devono averlo pensato anche grandi autori come Lucio Dalla, Fabrizio De André; devono aver presagito il grande potenziale del gruppo se hanno deciso di scrivere per i Trolls numerosi testi. Ed è come se non ci fosse nessuna cesura tra pubblico e artisti, nessuna separazione.
Nico e Vittorio dialogano con il pubblico, sono parte di questo, cantano per passione e i presenti  lo avvertono godendo di racconti  della vita di uomini e artisti;  la poesia dei testi, come una carezza di una sera di maggio, la grandezza degli artisti, fanno il resto.

© Riproduzione riservata

Autore: Beatrice Trogu
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