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Giulio Bufo in “E se mi diranno… Tenco”: la psicologia di un cantautore contro
15 maggio 2008

Una grande prova, quella del molfettese Giulio Bufo, venerdì sera al teatro Politeama di Bisceglie. Uno spettacolo che tenta di discostarsi dalla classica storia presentata nel suo “materiale” sviluppo, fedele alle azioni e distante, e che cerca di focalizzarsi sulla psicologia di un personaggio. Di quel personaggio che si oppose ad un certo modo di fare spettacolo, all'esaltazione del qualunquismo come unica via per far breccia sulla gente, tanto da restarne inevitabilmente coinvolto. Un cantautore, Luigi Tenco, che nella propria arte preferiva confrontarsi con un'unica giuria: la propria interiorità, le proprie posizioni, e che vedeva nelle proprie interpretazioni gli unici criteri di “verifica” del proprio operato. Tale tendenza sconfinava inevitabilmente oltre le barriere rigide e banali che il successo imponeva. Un successo legato al culto del disimpegno, alla celebrazione della passività, a creare una diffusa illusione di benessere. Un benessere incondizionato dai duri problemi che, 40 anni fa (e forse ancora oggi), la società proponeva: la repressione delle proteste studentesche, il lavoro disumanizzante e omicida, l'incombenza dei dogmi religiosi sullo spirito critico dell'individuo. Luigi Tenco non poteva sopportare tale realtà, a cui si opponeva nelle trasmissioni, nelle canzoni, nelle interviste, tradendo evidentemente il saldo equilibrio su cui si fondava la supremazia dello “spettacolo”, il trionfo della televisione. Il risultato fu un'emarginazione che durò due anni, e che maturò nella psicologia del personaggio una rabbia confusa dalla non accettazione, una voglia di cambiare le cose su cui intervenne la partecipazione (a malincuore) a Sanremo nel '67. Tenco fu ucciso dall'indifferenza della gente, dall'irrimediabile realtà di una società che preferiva la melodica mancanza di qualsiasi contenuto alle sue canzoni, che decise di rinunciare alla critica di qualsiasi condizione per abbandonarsi alla culla del profitto immediato, del piacere, privo di ogni razionale inclinazione. Non mancano, alla fine dello spettacolo, gli elementi di dibattito, in cui ci si interroga sul motivo che ha spinto Tenco a partecipare a Sanremo, quella stessa realtà che egli contestava. Tale scelta fu però, secondo Giulio Bufo, notevolmente forzata, e proprio lo stato di delusione mista a confusione che essa provocò in lui ne causò la morte.
Autore: Giacomo Pisani
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