Gina Martino, un fenomeno in pista
HOCKEY FEMMINILE - Da Molfetta al Portogallo
12 – 17 novembre 2001: cinque giorni che raccontano molto di più…
VI Campionato Europeo di Hockey su Pista Femminile. Sette Squadre.
La cronaca narra che il Portogallo ha trionfato… confermandosi, per la seconda volta consecutiva, Campione d’Europa.
Dietro si sono qualificate: Spagna, detentrice del titolo mondiale, Italia, Germania, Francia, Inghilterra, Svizzera.
Ma ciò che nessuno leggerà mai negli annali, sono le emozioni scritte dentro chi ha partecipato alla manifestazione e ha dato colore a dei ricordi che, in caso contrario, sarebbero rimasti poco più che… classiche foto in bianco e nero…
La notizia
Atleti europei hanno fatto viaggiare i colori delle proprie nazioni, le cui bandiere sventolano ancora nel giardino del palazzetto “Don Sturzo”.
Le nostre atlete richiamate a indossare e battersi per un’unica maglia: quella Azzurra…
Il ricordo di Molfetta piccolo paese al centro dell’Europa…
La risposta
Un pubblico vecchio e nuovo, fedele e incuriosito, ma sempre numeroso e appassionato nel corso delle gare e riconoscente con lunghi e calorosi applausi alla chiusura del campionato.
Molfetta espressione di quel sole mediterraneo che ispira tutto il mondo.
L’avventura
Avvenimento dal profumo sempre sorprendente… ma che una volta assaporato diventa appetitoso e la miscela di tecnica, agonismo, esaltazione… generano un cocktail di aromi dal gusto esplosivo che in campo si traduce in spettacolarità…
“Comunque vada sarà un successo…”
E la ciliegina?
E’ GINA…
Gina Martino, il “Fenomeno”, come l’hanno ribattezzata i suoi supporters.
La notizia è l’ingaggio storico: la prima atleta dell’hockey femminile chiamata a varcare i confini: dall’Italia al Portogallo, da Molfetta ad Alcobaca, dall’ ”Hockey Ragazze Molfetta” al “Associacao Alcobacense de Cultura e Desporto” per fare ciò che più ama: giocare ad hockey per una squadra in una nazione in cui tale sport riveste maggiore considerazione di quanta non ne abbia in Italia.
Ma non si leggerà mai di quello che la nostra “fantasista della pista” porta in campo, in ogni allenamento, in ogni partita, sui podi ma anche nei momenti bui, nella sua terra come in Europa; sentimenti che esplodono dalle sue magie e che da dicembre sono sotto i riflettori di nuove telecamere, infiammano i parquet di nuovi palazzetti e brillano negli occhi di nuovi tifosi.
Il riconoscimento più prestigioso cui un atleta potesse aspirare…
La risposta è l’obiettivo da puntare: va in onda il suo film…
Esordio da fondista. Giovanissima promessa del pattinaggio corse. Avversari spenti prima della partenza, la sua velocità infuocava la pista, aspettative mai deluse ed animi sempre accesi ancora oggi quando nell’album degli atleti plurimedagliati riconosciamo lei: “Gina turbo”.
“Le gare individuali hanno bisogno di una preparazione diversa da quelle di squadra: quando perdi, sopporti da solo il dispiacere e non puoi far altro che provare a capire dove hai sbagliato; ma quando vinci… la soddisfazione è immensa e indescrivibile, perché sai che è…tutto merito tuo !” – confessava qualche mese fa Gina mostrando la bacheca piena di trofei, degna solo di un simile talento. E nei suoi occhi, il riflesso di sacrifici, intensi allenamenti e il rammarico di non aver potuto continuare e brillare nel punto più alto, come da giusta ricompensa per tante energie investite solo in se stessi – “Ho letto su un giornale la notizia della mia rivale: è diventata campionessa mondiale di pattinaggio… Io l’ho battuta in gara. Ma lei ora è lì… Io sono qui, dove non ci sono strutture e non sono nessuno…”.
Ma quando si nasce sotto il segno di una speciale stella…
Un’altra pista da solcare: quella dell’hockey.
Approccio diverso, sport nuovo, tanto da imparare e, soprattutto, ripartire non più dalla prima linea.
Altra gara da costruire, ma le grandi sfide esaltano gli atleti veri e fanno emergere il Campione che c’è dentro.
Ma a “Gina fantasista” non è bastato dirigere l’orchestra e portare in testa, al fianco delle sue compagne, la sua squadra. Ha spiccato il volo… facendosi notare per le sue acrobazie e le danze sinuose fra gli avversari, la forza di volontà, la sua umiltà, il coraggio.
Il primo riconoscimento internazionale lo ha conquistato alla sua maniera, autografando (indovinate un po’…) proprio lì, in Portogallo, l’Europeo del 1997: Melhor Jogador e Goleador.
Ma la vita è un altalena e se c’è il punto più alto in cui si può arrivare, ve ne è anche uno in basso…
Come non considerare la sua caparbietà ma anche la pazienza nel non volersi arrendere dopo l’infortunio per tornare non solo grande, ma più forte di prima.
E l’ultimo tocco di magia della sua bacchetta stilizzata a stecca da hockey è la consacrazione è il fuoco della passione che arde nel momento più intenso della sua carriera. Ancora protagonista, una solista i cui acuti di distinguono in ogni coro.
Avvenimento emozionante, perché appassionante, eccitante; imprevisto, rischioso, audace, volto ad affrontare senza timore ogni difficoltà…
Ha tenuto dentro un rimpianto, ma non poteva vivere con un rimorso.
Quest’avventura resterà incisa nel cuore, ed ogni volta che la ricorderai, cara Campionessa, non sentirai più il dispiacere per non essere salita sul gradino più alto; nessuno leggerà mai più nei tuoi occhi quel sottile velo di tristezza e nel tuo cuore non sentirai più alcuna mancanza.
E’ tutto merito tuo, campione dai numeri d’alta scuola. Ci mancherà il tuo estro, noi tutti siamo con e dentro te, e siamo fieri di essere rappresentati proprio da te…
Quale onore, Caro Campione, per me, scrivere ora per te… Comunque vada… è già un successo, è molto più di un’avventura….
“ Vai e… Veditela tu…”.
Un coro sottile si libra in volo qui, da Molfetta… direzione Portogallo, Europa, Mondo… Universo, fra le stelle…
“Ce l’abbiamo solo noi… Gina, GINA!”
G. G.