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Free Palestina e il dramma delle popolazioni, una serata di sensibilizzazione all'Associazione Tesla di Molfetta
14 giugno 2014

MOLFETTA - Gli Alchemici e l’associazione culturale T.ES.L.A. (Tempi E Spazi Liberamente Attivi), accomunati dalla volontà di mantenere viva l’attenzione sul dramma che, dal 1948 anno della nascita dello stato di Israele ad oggi, la popolazione palestinese vive a causa dell’occupazione delle proprie terre ad opera degli israeliani, hanno realizzato “Free Palestina” , un’appendice della settimana dedicata a “Resistenza e Resistenze” dello scorso aprile, in cui si era già affrontato questo tema. Durante la serata è proseguita la raccolta di beni e alimenti di prima necessità che raggiungeranno la Striscia di Gaza con la carovana organizzata da Music For Peace.

Giulio Bufo ha introdotto Luca Pellegrino, volontario della Rete Italiana ISM (International Solidariety Movement), che fondata nel 2001 sostiene attivamente la popolazione palestinese attraverso l’opera di documentazione e l’interposizione pacifica con l’esercito israeliano. Il programma a cui questa Rete si attiene è stato semplificato da Luca in tre punti essenziali: il metodo del consenso rispetto alle decisioni da prendere, la leadership dei palestinesi a cui è riconosciuta la priorità nelle decisioni proprio per i maggiori rischi che corrono e infine, il principio di non discriminazione. In concreto però i volontari prendono parte alle dimostrazioni del venerdì durante le quali l’esercito israeliano lancia granate con gas lacrimogeni, bombe sparate ad altezza d’uomo e proiettili che esplodono all’interno dell’organismo o che rilasciano un liquido di cui non si conosce la composizione, inoltre i volontari accompagnano a scuola i bambini palestinesi per impedire che vengano presi a sassate dai bambini israeliani delle colonie e si interpongono tra i bulldozer e le case per evitare che vengano abbattute.
Le colonie israeliane, che sorgono su territorio palestinese sottratto ai palestinesi, ospitano persone provenienti da ogni parte del mondo e hanno case dotate di tutti i confort, di prati verdi e piscine piene di acqua sottratta a ai palestinesi. Il muro dell’Apartheid si articola tra i villaggi e continua ad essere innalzato distruggendo tutto ciò che trova sul suo percorso come tubature o fili elettrici. Per oltrepassare il muro i palestinesi necessitano di un’autorizzazione che va richiesta un mese prima ed è valida solo per alcune ore. Potete immaginare la difficoltà che incontrano le donne in gravidanza per partorire in ospedale, esse devono calcolare con precisione giorno e ora del parto per avere il permesso, ma il più delle volte sono costrette a partorire ad un checkpoint.
Molti palestinesi lavorano dall’altra parte del muro, nelle colonie, perciò devono passare ogni giorno il checkpoint ed hanno il permesso di muoversi solo in una determinata zona. Un’altra volontaria di nome Anna, rientrata da alcuni mesi dalla Cisgiordania, ha spiegato che una legge recente permette ai coloni che costruiscono una baracca e vi piantano la bandiera israeliana, di renderla a tutti gli effetti proprietà d’Israele. Mentre Valentina ha parlato del boicottaggio come unica maniera per far tremare l’economia israeliana o sionista.
In passato attraverso un’opera di boicottaggio economico è stato osteggiato e poi sconfitto l’Apartheid in Sudafrica. Il boicottaggio deve avvenire su vari fronti: commerciale, accademico culturale e sportivo. Quello commerciale può essere sostenuto non acquistando tutti quei prodotti che finanziano Israele ovvero i marchi (facilmente individuabili tramite internet) che hanno rapporti molto stretti con l’economia di guerra israeliana o che investono in Israele o ancora catene coinvolte nei commerci con aziende israeliane.
Il boicottaggio accademico culturale ha invece l’obiettivo di non sostenere le istituzioni accademiche israeliane, in quanto la maggioranza degli intellettuali ha contribuito direttamente a mantenere, difendere e giustificare le forme di occupazione e oppressione. Danimarca, Norvegia e Olanda sono paesi che hanno disinvestito e sanzionato lo stato di Israele e, a gennaio 2014, la Germania ha sancito il divieto di dirottare i propri fondi verso le istituzioni situate nelle colonie israeliane illegali della Cisgiordania.
Il governo israeliano, lo scorso dicembre, ha convocato una riunione d’emergenza, allarmato dalla crescente campagna di boicottaggio dopo che uno dei più grandi fondi pensione olandesi ha ritirato i suoi investimenti dalle banche israeliane e in seguito al calo delle azioni in Borsa di una azienza i cui stabilimenti sorgono abusivamente nelle colonie israeliane e sfruttano la manodopera palestinese.
Nella serata ci sono stati collegamenti Skipe con due palestinesi che hanno salutato con gioia i fratelli italiani che si sono mostrati solidali alla causa palestinese.

© Riproduzione riservata

Autore: Marianna Palma
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