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Francesco Carabellese e la “Dante Alighieri” di Molfetta (1898-1902)
15 luglio 2009

Il 24 giugno 1896 Francesco Carabellese, al termine del suo primo anno d’insegnamento nell’Istituto pareggiato di Bitonto, dove era stato chiamato, appena laureato da Firenze, a insegnare storia, scriveva nella Lettera al mio maestro Pasquale Villari (pubblicata dalla tip. N.Garofalo di Bitonto) che la sua prima lezione in terza liceo fu la commemorazione di Ruggero Bonghi, morto in quei giorni (22 ottobre 1895), nella cui carica di presidente della “Dante Alighieri”, avuta fin dalla fondazione (1889) della Società, successe il Villari. Come presidente egli pronunciò il 30 settembre 1897 il discorso di apertura dell’8° Congresso della “Dante Alighieri”, tenutosi a Milano, letto il quale (pubblicato nella “Nuova Antologia” del 16 dicembre) Gaetano Salvemini gli scriveva il 30 gennaio 1898 da Faenza, dove insegnava “qui le sue parole troveranno poca risonanza: i ragazzi son pochi e i sistemi didattici moderni li rendono incapaci a comprendere le questioni moderne: han troppo da fare con Senofonte. Gli altri ci starebbero a fare da presidenti e da segretari in qualunque società ma per lavorare sul serio non c’è da sperar nulla”. (G.Salvemini, Carteggio 1894-1902, p.148). Pochi mesi dopo il “magnifico discorso” del Maestro che fece “molto pensare “Gaetano Salvemini, Francesco Carabellese, il 2 gennaio 1898, tenne una conferenza a Molfetta, nell’aula del Consiglio comunale, con la quale si costituì stabilmente una Sezione della “Società”, che fu tra le prime in Puglia. I sottoscrittori, che raggiunsero fin dal primo momento la cifra di 30 circa, elessero il Consiglio direttivo di cui fu presidente il prof. don Corrado Salvemini, che tra l’altro fu maestro di storia nel ginnasio- liceo del Seminario vescovile al Carabellese, divenuto segretario dell’Associazione [v.”Corriere delle Puglie” (CdP), 4 gennaio 1898]. Nel successivo mese di settembre si tenne a Torino il 9° Congresso della Dante Alighieri con un discorso di apertura ancora del Villari, il quale, nel condannare aspramente in quell’occasione il metodo socialista di istigazione alla lotta di classe, per mostrare “la forma singolare che prendono assai spesso le dottrine socialiste, quando entrano per la prima volta nella testa dei nostri giovani, anche migliori”, cita l’esempio di un suo “discepolo di molto ingegno e d’animo eccellente” (Salvemini) che «scrisse nella Critica sociale alcuni articoli, nei quali rendeva conto d’una specie d’inchiesta da lui fatta in una delle province meridionali» (nota di S. Bucchi, in Carteggio cit. p.198). Sui risultati di quel Congresso parlò Carabellese nell’adunanza della Sezione, che si tenne il 27 novembre nella sala del Consiglio comunale, dove Corrado Salvemini “lesse un bellissimo discorso sul Patriottismo italiano, nel quale, dopo aver “inneggiato” all’opera del Presidente della Società Senatore Villari, e del Consiglio Centrale, riassunse in forma splendida e con grande erudizione gli aspetti vari del patriottismo italiano attraverso i secoli, concludendo col rilevare la grande nobiltà degli ideali della Dante Alighieri”. Seguì poi una breve relazione di Francesco Carabellese sui progressi fatti dalla sezione nell’annata. In quell’anno Carabellese aveva ricostruito la sezione della Dante Alighieri a Foggia, mentre non esisteva ancora una Sezione a Trani (ALDO, La “Società Dante Alighieri” a Molfetta, in “Rassegna pugliese, dicembre 1898, p. 384), dove pur si pubblicava da 15 anni la Rivista dell’editore Valdemaro Vecchi, il quale aveva partecipato nel 1894 al 5° Congresso della Dante Alighieri, tenutosi a Bari, sotto la presidenza di Ruggero Bonghi (v. Claudia Patuzzi, Laterza. Le istituzioni culturali, Liguori Ed., Napoli 1982, p. 18). In quell’occasione, tra l’altro, fu esposta una statua del ventenne artista molfettese Giacomo Castoro, allievo di Filippo Cifariello, intitolata “Sitio” (che rappresentava un contadino pugliese, che nel vedere arsa la sua terra ed i suoi prodotti, desisteva dal lavoro e con le labbra arse dalla sete, si volgeva al cielo, tra la preghiera e la disperazione)che destò l’ammirazione dei Congressisti e l’apprezzamento del Bonghi, che fermatosi innanzi ad essa ad ammirarla, disse: “Eloquente questa statua! Assai naturale!”, come scrive il “Corriere delle Puglie” del 2 ottobre 1899 nel necrologio dell’ artista, morto il 30 settembre. Il 19 marzo 1899 nella sala del Consiglio comunale, sede della Dante Alighieri tenne una conferenza sul “Pulo” di Molfetta il giovane prof. Eduardo Flores, amico del Carabellese, il quale ricordò nella circostanza di aver visitato la prima volta il Pulo nel febbraio dell’anno precedente in compagnia dell’ingegnere Giorgio Laquai e della sua famiglia, e che da quel giorno cercò di spiegarsi quella strana formazione e più ancora gliene venne il desiderio ancorché la sezione molfettese della Dante Alighieri volle per mezzo del suo amico Carabellese, invitarlo a tenere una conferenza in Molfetta. “E non pensai due volte - egli dice - all’argomento: la città stessa me lo offriva, i miei studi prediletti me lo suggerivano. E pregai subito l’amico Carabellese d’accompagnarmi in una seconda visita in così interessante località”, visita che, come disse nella conferenza, “riuscì assai importante” (v. E. Flores, Il “Pulo” di Molfetta stazione neolitica pugliese, in Rassegna Pugliese, giugno 1899, p.181-188; e anche CdP, 21 marzo 1899). La conferenza fu pubblicata in Estratto, a beneficio della stessa sezione della Dante Alighieri, come anche, in quei mesi, La città di Molfetta dai primi anni del secolo X ai primi del XIV, di Francesco Carabellese, apparsa, nella stessa Rassegna (a. XVI) del 1899”, e in precedenza il discorso di Corrado Salvemini sul Patriottismo italiano. Lo stesso Don Corrado nel mese di settembre fu nominato con altri dal Consiglio comunale a insegnare nel Liceo pareggiato municipale, edificato su Corso Umberto (v. CdP. 27 settembre 1899), in una sala del quale edificio, inaugurato l’11 febbraio 1900 con un discorso del Preside Giovanni Panunzio (v. CdP. del 14 febbraio 1900) la Dante Alighieri terrà poi le sue adunanze. La prima fu tenuta l’11 marzo per commemorare don Vito Fornari, morto a Napoli il giorno 6. In sua memoria Corrado Salvemini disse poche parole, rinviando ad altra riunione la solenne commemorazione (CdP. 22 marzo 1900). Intanto fu annunciata una conferenza del cav. Antonio Jatta su Insetti e fiori, che si tenne il 13 maggio. All’inizio del suo discorso, l’illustre scienziato di Ruvo - scrive il Segretario in CdP del 17 - rese omaggio alla tradizione scientifica molfettese alla quale sono legati i nomi del Verna, maestro del grande ruvese Domenico Cotugno, di Giuseppe Saverio Poli e dell’arciprete Giovene. Al termine della conferenza fu annunciato che “la prossima adunanza, che sarà probabilmente la prima domenica di giugno, sarà dedicata a commemorare la memoria dell’ abate Vito Fornari”. A tenere il discorso fu invitato Don Saverio De Candia, studioso ed amico del Fornari, il quale però “per la serie di tanti fatti che han tenuti occupati gli animi dal giugno in poi” - scrive il Carabellese - non potè più tenere il discorso “per cui la Commemorazione del Fornari fu stampata (dalla Tip. De Bari di Molfetta) e messa a disposizione di tutti i lettori” dice ancora il Carabellese nel cenno bibliografico dato sulla Rassegna pugliese del novembre 1900, ed estratto poi nell’opuscolo dal titolo L’abate don Vito Fornari (v. in “Luce e vita” 15 marzo 2009, Don Vito Fornari nel ricordo di Francesco Carabellese, p. 5). L’opuscolo fu pubblicato a cura della Sezione Molfettese della Dante Alighieri, che in quell’anno pubblicò anche il discorso di Corrado Salvemini, Il secolo XIX. In seguito, dopo la prima adunanza della Sezione, tenutasi la domenica 9 dicembre, con la conferenza del prof. Bartolo Colangelo, di Trani, sul “sesto centenario della Divina Commedia” (CdP, 7 dicembre 1900), nella seconda adunanza di fine anno, tenutasi la mattina del 23 nella sala del Liceo, il presidente presentò ai convenuti la giovane professoressa Rosaria Scardigno, che parlò Dei vari temperamenti nella psicologia pedagogica (su cui ved. CdP. 24 dic. 1900). Nel 1901, insegnando a Bari, Francesco Carabellese, che in collaborazione con B. Colangelo pubblicò nella “Rassegna pugliese” di quell’anno Il Consolato veneto in Puglia nei primi anni del secolo XV, si interessò anche alla locale sezione della Dante Alighieri, per cui a metà maggio dopo aver presentato la mattina del 16 a Molfetta la conferenza del prof. Baldacci sul Montenegro, presentò lo stesso conferenziere la domenica sera 19 all’adunanza della Dante Alighieri nel teatro Piccinni di Bari (CdP, 20 maggio 1901). Il quella circostanza il prof. Antonio Baldacci, di Bologna, parlò del suo viaggio fatto nel 1898 nel Principato, da cui proveniva l’allora regina d’Italia, con il quale la nostra regione aveva buone relazioni e attivi commerci. A Molfetta, in particolare, Gioacchino Poli, riannodando le gesta degli eroi leggendari del Montenegro, che da tre secoli combattevano i due eterni nemici, il turco e l’Austriaco, propose un voto di simpatia e di solidarietà per il movimento a pro della causa Albanese italiana, che il prof. Carabellese, dopo la chiusura della seduta in cui il “patriottico” Corrado Salvemini ringraziò l’illustre conferenziere, annunziava di comunicare alla Dante Alighieri (CdP, 17 maggio 1901). A fine anno si tenne, la sera del 22 dicembre, l’adunanza generale della sezione, nella quale, in assenza di Corrado Salvemini, i1 vice presidente Vito Panunzio, dopo un breve discorso sugli scopi e i progressi dell’ Associazione, propose di inviare un telegramma di cordoglio alla vedova di Matteo Renato Imbriani, morto il precedente 12 settembre. Il segretario da parte sua fece una breve relazione dell’annata trascorsa, soffermandosi anche sul Congresso che si era tenuto a Verona. Seguì un intrattenimento musicale con il giovane violinista Tommaso Panunzio, coadiuvato dal maestro Sergio Lezza e dal giovanissimo cantante della scuola di Roma don Angelo Mastropasqua offerto a beneficio e propaganda della Società Dante Alighieri (CdP, 24 dic. 1901). Nel 1902 si tenne il 20 aprile la festa primaverile della Dante Alighieri, per la quale occasione il comitato donò in premio ai migliori alunni delle 5e classi elementari delle scuole pubbliche una copia della strenna-calendario nazionale della Dante Alighieri (CdP, 18 aprile 1902). Dopo l’intervento del presidente teso “ad eccitare tutti ad accorrere a sostegno della patriottica associazione, rivolgendosi in modo speciale agli operai a sovvenire con tenuissimo obolo la Dante, tenne una conferenza sul sentimento della natura in Catullo il prof. Orgera, insegnante di lettere nel liceo pareggiato della città. Infine il segretario portò all’adunanza il saluto e l’encomio del Presidente Pasquale Villari, come sprone al comitato molfettese ad ulteriori progressi per il bene dell’associazione, a beneficio della quale furono vendute cartoline illustrate dei Grandi Italiani, che erano state donate al Comitato (CdP, 21 aprile 1902). La domenica mattina 18 maggio si tenne un’altra adunanza della Dante Alighieri come “eco del Congresso della società dantesca che nell’ora medesima radunavasi a Ravenna presso la tomba del Divino Poeta, nella quale, presieduta da Corrado Salvemini, lesse una conferenza sulla Teoria della educazione secondo Herbert Spencer il giovane concittadino prof. Pantaleo Carabellese, allora insegnante di filosofia nel liceo pareggiato, che nella sua “dotta e brillante lettura espose e criticò la prima parte della Teoria dell’educazione dello Spencer correggendo ed integrando il sistema evoluzionista del grande filosofo inglese con osservazioni dell’Ardigò e sue. Fu deplorata - continua il “Corriere delle Puglie” del 20 maggio 1902 - la scarsezza del pubblico, brillando per assenza quasi tutti i professori, di tutt’altro curanti che della Dante Alighieri e dei nobili e patriottici ideali cui essa aspira”. Dopo quest’ultima notizia non si conoscono altre sulla Dante Alighieri di Molfetta guidata da Francesco Carabellese negli anni in cui fu presidente nazionale della Società il suo maestro Pasquale Villari e tra le poche (se non l’unica) in Puglia ad avere molte pubbliche testimonianze dell’attività culturale svolta. Nello stesso mese di maggio si era costituita a Molfetta l’Università Popolare (CdP, 19 maggio 1902), e fu per essa che Francesco Carabellese programmò delle lezioni, come fece anche Pantaleo Carabellese (CdP, 10 dicembre 1902).

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