Fabio Mancini agli studenti di Molfetta: “perché vuoi diventare come me?”
I ragazzi della redazione del Progetto “Ferraris Reporter” intervistano il modello che sottolinea come il conoscere se stessi e il perdono siano fondamentali per migliorare la vita
Fabio Mancini col preside Melpignano al Ferraris di Molfetta
MOLFETTA - Il modello Fabio Mancini ha incontrato i ragazzi dell’I.I.S.S. Galileo Ferraris di Molfetta per la presentazione del suo libro “108 volte mi perdono” nell’ambito del progetto lettura “Un paese ci vuole”, voluto dal dirigente scolastico prof. Luigi Melpignano e gestito dalle prof.sse Beatrice Scava e Clara Spagnoletta.
Fabio Mancini, icona internazionale della moda, ha iniziato la sua carriera quasi per caso, trovandosi catapultato nel mondo della moda, a contatto con alcune delle più grandi firme italiane.
“Non era il mio sogno iniziale, il mio sogno era quello di diventare professore di educazione fisica – esordisce Fabio Mancini intervistato dalla redazione del Progetto Ferraris Reporter - ora, con questo progetto nelle scuole, riapro questo sogno, che guarda al futuro con uno scopo più ampio: ispirare i giovani a trasmettere valori autentici”.
Parliamo di questo progetto nelle scuole, come si sta svolgendo?
“È un progetto che parte circa un anno e mezzo fa, dove il focus sono questi giovani, perché? Perché avendo quasi mezzo milione di followers, tra Instagram e Facebook, tanti ragazzi mi dicono: ‘Voglio diventare come te’. Però, perché vuoi diventare come me? Perché vuoi diventare un modello famoso? Perché vuoi diventare famoso? Perché vuoi fare soldi? Per quale motivazione? Quindi i dialoghi, l’epicentro di questi congressi e di questi eventi sono proprio puntati su quello, facendo capire che senza educazione, senza gentilezza, senza i modi e senza la famiglia dietro, non vai da nessuna parte”.
Parliamo, adesso, di questo libro: “108 volte mi perdono”, come nasce questo titolo?
“Allora voglio farvi un piccolo prologo, perdonare è la cosa più difficile che un essere umano possa fare. Io, personalmente, essendo sempre al top della moda e al top di ogni cosa, tutti quanti mi guardavano quasi come un supereroe. Alla fine siamo essere umani, spesso sbagliamo ma per non far cadere quella maschera di imperfezione, cosa facciamo? Diamo sempre la colpa agli altri. Quindi per la prima volta mi sono messo davanti allo specchio, ho fatto dieci passi indietro e mi sono detto: ‘Ma non è che sbagli tu qualcosa? ’ E quindi lì ho cominciato ad aprire questo vaso di pandora e ho visto che avevo sbagliato su tante cose, quindi perdonare è la cosa più difficile che possa fare un essere umano perché è sempre puntato sull’ego, no? ‘Io sono, io sono migliore, io voglio’ Ma quanto davvero possiamo lavorare su noi stessi?”
Per concludere, se potessi tornare indietro e avessi la magia di poter cambiare qualcosa… cambieresti qualcosa?
“Probabilmente non farei questo lavoro ma diventerei professore di educazione fisica, questo è sempre stato il mio sogno più grande, oppure quello di diventare calciatore però, purtroppo, all’età di sedici anni mi sono rotto il ginocchio e non ho potuto continuare. Il mio sogno attuale è proprio quello di dare tanto a questi ragazzi ed essere un buon esempio e vorrei che un giorno ritornassero qua ancora più famosi di quello che sono io e che quindi loro possano in qualche modo insegnare, quello che gli sto trasmettendo io, alle loro future generazioni”.
Redazione Progetto “Ferraris Reporter”